N.22 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 13 DI 15: ALIEN³).

Dopo il successo di “Aliens” era ormai chiaro che la saga degli Xenomorfi e del tenente Ripley aveva ormai piantato le radici nell’immaginario collettivo.

La 20th Century Fox iniziava a smaniare per tirare fuori un terzo film ma, nel frattempo, il duo O’ Bannon-Shusett aveva, di fatto, abbandonato il franchise dedicandosi ad altre pellicole (“Tuono Blu”, “Il ritorno dei morti viventi”, “Invaders from Mars”, “Space Vampires”, “Total Recall” e “Screamers”).

Toccava quindi alla coppia David Giler/Walter Hill (i fondatori della Brandywine) occuparsi della cosa ma i due non avevano alcuna idea su come proseguire la saga e già dal 1987 la confusione era notevole…

 

Una delle primissime idee era quella di far svolgere il nuovo film sulla Terra: ebbene si, gli Xenomorfi sarebbero arrivati in massa sul nostro pianeta e fondendosi gli uni agli altri avrebbero dato vita ad una enorme creatura xenomorfa (dalle dimensioni simil Godzilla) che avrebbe distrutto New York.

 

Un’altra idea poneva Ripley e la piccola Newt come le uniche sopravvissute della “Sulaco” le quali, arrivando sulla Terra, davano la caccia a uno Xenomorfo nella stessa metropoli di “Blade Runner” (ossia Los Angeles) e per questo motivo fu contattato William Gibson per redigere la sceneggiatura che poteva rappresentare, contemporaneamente, il sequel della saga e quello del film del ’82.

La 20th Century Fox però era dell’idea opposta: il pubblico viveva e concepiva la saga come qualcosa di estremamente lontano dalla Terra, una minaccia letale ma che non riguardava il genere umano (ancora eravamo ben lontani da “Prometheus”…).

 

Contemporaneamente, dopo “Aliens”, Sigourney Weaver è ormai diventata una star mondiale e riesce ad ottenere, fatto più unico che raro, la candidatura a miglior attrice protagonista (Gorilla nella nebbia) e non protagonista (Una donna in carriera) nella stessa edizione degli Oscar 1988 (per “Gorilla nella nebbia” vincerà il Golden Globe del 1989) e, come se non bastasse, l’anno successivo, appare anche in “Ghostbusters II” e per tale motivo ormai non vuole rimanere prigioniera di un personaggio che, sebbene famosissimo, rischia di limitare la sua carriera di attrice.

 

La 20Th Century Fox quindi, prendendo atto del rifiuto dell’attrice a cambiare idea, cerca delle soluzioni alternative e proprio la sceneggiatura di Gibson, lo scrittore americano padre del “Cyberpunk”, sembra essere fatta apposta per riuscire nell’intento…

A prescindere da quale sceneggiatura sarebbe stata scelta, la 20th Century Fox desiderava Scott come regista del film ma il buon Ridley era impegnato, quasi contemporaneamente, con la direzione di “Thelma & Louise” e del successivo “1492 – La conquista del paradiso” e pertanto era impossibilitato ad accettare la lusinghiera proposta.

 

I SCENEGGIATURA (1987): WILLIAM GIBSON

Gibson decide di escludere Ripley dalla storia e di basarla soprattutto sui personaggi dell’androide Bishop e del Caporale dei Marines Dwayne Hicks, entrambi già presenti in “Aliens”, dando vita ad una storia alquanto bizzarra…

Preventivamente occorre dire che per la prima volta, in modo esplicito, irrompe nella saga una federazione anzi una delle 3 grandi federazioni che governano la Terra (se riflettete vi renderete conto che nei primi due film non si fa alcun accenno alla situazione politico-militare terrestre):

  • La UPP (Union of Progressive People) ossia l’Unione dei Popoli Progressisti è una grande federazione che nasce narrativamente nel 2104 (l’anno in cui si svolge “Alien Covenant”) basata sull’unione di Russia, Germania e Spagna che si contrappongono militarmente alle altre due superpotenze terrestri;
  • le UA (United Americas) nate nel 2103 danno vita ad una federazione che fonde, in un unico paese, l’America Settentrionale, quella Centrale e quella Meridionale e tale unione comanda il Corpo dei Marines e ha sempre avuto, ancor prima della sua effettiva costituzione, relazioni commerciali con la Weyland Corporation; 
  • il 3WE (Three World Empire) che nasce nel 2084 (circa 9 anni prima della missione “Prometheus”) e che raggruppa Regno Unito, Giappone, India e altri paesi e che da prima della sua costituzione ha relazioni commerciali con la Yutani Corporation.

Ci troviamo nel periodo storico della guerra fredda tra USA e URSS e pertanto la sceneggiatura di Gibson contrappone i “Comunisti” della UPP ai “Capitalisti” delle UA ma andiamo con ordine.

La storia si svolge nella stazione spaziale Anchorpoint che è suddivisa in due strutture, quella dedita ai rifornimenti e quella dedita ai transiti delle varie navi spaziali. La “Sulaco”, la nave in cui si svolge il combattimento finale tra la Regina e Ripley, viene recuperata dalla UPP a causa di un errore di rotta (doveva terminare il suo viaggio nello spazio sotto il controllo delle UA) e un gruppo di soldati riesce a prendere una parte di xenomorfo dal corpo distrutto di Bishop per sottoporlo a delle sperimentazioni di clonazione.

 

La nave dell’UPP attracca alla Anchorpoint dove avverrà la contaminazione da parte degli Xenomorfi che, alla fine, verranno uccisi dalla decisione di Bishop (rimesso in funzione) ed Hicks di nuclearizzare l’intera struttura dopo aver combattuto strenuamente per salvare gli abitanti della stazione.

 

La sceneggiatura non sarà accettata dalla Brandywine.

 

II SCENEGGIATURA (1989): ERIC RED

La sceneggiatura di Eric Red (sceneggiatore di “The Hitcher” e “Il buio si avvicina”) si basa su un soldato di nome Sam Smith che, insieme ad altri soldati disarmati, sale a bordo della “Sulaco” che sta andando alla deriva nello spazio e scopre che tre tubi criogenici sono saltati e intorno alle capsule dell’ipersonno ci sono resti umani accanto a tre uova di Xenomorfi. Sam trova una piastrina di metallo con inciso il nome “Ripley” e poco dopo il gruppo viene attaccato da uno Xenomorfo appeso al tetto: tutti vengono sterminati.

 

Questo evento che sembra un incubo, in realtà sembra essere accaduto veramente dato che Sam si sveglia nella sua stanza avendo un braccio bionico.

Sam parla con suo padre John, un generale dell’Esercito Americano, che gli svela che la perdita dell’arto è stato dovuto ad un incendio a bordo della sua nave avvenuto due settimane prima e che ha anche causato la morte della sua squadra. Di tutto questo Sam non ha memoria…

 

Sam insieme a suo padre, a sua madre, alle sue sorelle e allo zio materno abita a North Star, una cittadina agricola che si rivela essere una parte di una enorme stazione spaziale in cui, nei piani inferiori, sono presenti delle strutture militari di cui Sam non ha mai capito realmente le loro funzioni e inoltre egli si rende conto che le famiglie dei suoi compagni defunti hanno tutte lasciato la stazione spaziale…

 

Un giorno John porta Sam ai piani inferiori per sistemare la pelle del braccio e in occasione di questa visita il ragazzo vede un’area chiamata “Settore C” sorvegliatissima dai militari: cosa ci sarà lì dentro?

Sam viene interrogato dai superiori riguardo all’incidente ma lui non ricorda nulla; nel ritornare alla cittadina Sam vede una borsa cadere da un camion appena uscito dal Settore C e scopre che all’interno c’è un androide totalmente sviscerato…

La sera Sam si rende conto che gli agricoltori ce l’hanno con i militari perché gli hanno sequestrato la quasi totalità del loro bestiame…

 

La storia continuerà con Sam che indagando scoprirà molte delle cose che i militari stanno tramando e per gli abitanti della stazione sarà un incubo riuscire ad uscirne vivi…

La sceneggiatura non sarà accettata in quanto particolarmente cruenta e pesantemente intrisa di splatter.

 

III SCENEGGIATURA (1989): DAVID TWOHY

Regista americano alquanto famoso per aver diretto film quali “Pitch Black”, “Below”, “The Chronicles of Riddick”, “A perfect getaway” e “Riddick”, nel 1989 presenta la sua storia.

 

Una nave mineraria sta raccogliendo asteroidi per raccogliere materie prime ma, all'improvviso, i motori si spengono in risposta a qualcosa che è stato rilevato nella roccia raccolta: è stato trovato un facehugger tra i detriti che viene raccolto dal responsabile della nave, il quale trasmette un messaggio alla Weyland-Yutani, prima che la nave riprenda nuovamente le operazioni.

 

Tre anni dopo, diversi detenuti vengono trasferiti sull’isola di Moloch, una gigantesca stazione spaziale carceraria in orbita attorno alla Terra. 

I nuovi arrivati, tra cui Styles, Grimes, Van Brundt, Domingo e Kiryu, vengono messi subito al lavoro nella grande fonderia al centro della stazione spaziale dove viene lavorato il minerale estratto. I giganteschi lingotti d'acciaio prodotti vengono inviati sulla Terra dove vengono raccolti dalle navi. Alla sera, un detenuto di lunga data, Ivory, viene portato via dalle guardie per dare atto alla sua esecuzione.

 

La mattina seguente, l'esecuzione di Ivory, che avviene nella camera a gas, viene trasmessa in tutto il carcere ma, all'insaputa dei prigionieri, Ivory non viene ucciso ma viene privato dei sensi e si risveglia qualche tempo dopo all'interno di un piccolo bunker. Pochi secondi dopo, qualcosa inizia a sbattere contro l'esterno della struttura e in pochi istanti uno Xenomorfo irrompe e fa a pezzi Ivory. L'intera sequenza viene catturata da una serie di videocamere.

 

La sceneggiatura sarà rigettata ma questa volta ci si avvicina a quella definitiva: un carcere con detenuti e uno e più xenomorfi che vanno in giro…

 

IV SCENEGGIATURA “THE WOODEN PLANET” (1990): VINCENT WARD & JOHN FASANO

Vincent Ward, regista neozelandese (famoso per il gioiellino “Aldilà dei sogni” con Robin Williams) scrive una nuova sceneggiatura che sarà ulteriormente ampliata dallo scrittore John Fasano.

 

La storia si svolge su Arceon, un satellite artificiale (simile per forma alla “Morte Nera” di Star Wars anche se più piccolo) che originariamente era stato costruito in metallo e dove, successivamente, dei monaci eremiti costruiscono un monastero interamente in legno in segno di rifiuto totale della Tecnologia.

La vita scorre normalmente nel monastero fino ad un giorno in cui i monaci assistono al passaggio di una cometa che, ben presto, non si rivela tale: è una capsula di salvataggio che precipita nel vicino lago.

 

Un monaco di nome John prende una barca e si avvicina alla capsula e dopo essere salito a bordo s’imbatte in una tecnologia che ovviamente non ha mai visto ma, soprattutto, vede che ci sono schizzi di sangue e la testa di una bambola. Successivamente assiste alla proiezione di un videomessaggio da parte del tenente Ripley che dichiara che la “Sulaco” è stata infettata dagli Xenomorfi, che il Caporale Hicks e l’androide Bishop sono morti e che lei si appresta a fuggire dalla nave insieme alla piccola Newt.

Poco dopo John scopre Ripley ancora immersa nell’ipersonno, interrompe la stasi e la porta nel monastero contro il volere degli altri monaci.

 

Risvegliatasi la donna fa conoscenza con l’Abate che le spiega il senso della comunità e il loro modo di vivere, che non hanno nessuna radio per comunicare e che è stata ritrovata solo lei all’interno della capsula.

Ripley, avendo intuito cosa possa essere successo, dice all’Abate che ci può essere uno Xenomorfo nascosto nella capsula ma quest’ultimo non crede alle parole del tenente, dicendo che la storia da lei raccontata sugli eventi accaduti sull’LV-426 (Alien e Aliens), in realtà è una bugia in quanto la Terra è stata distrutta decenni prima; per tale motivo fa rinchiudere Ripley nel suo alloggio e proibisce al monaco John qualsiasi contatto.

 

La stessa notte John è testimone dell’uscita di uno xenomorfo da una delle pecore della comunità ma, fortunatamente, la creatura viene bruciata viva prima che possa fuggire.

Il giorno dopo Ripley viene portata davanti ad una sorta di Tribunale presieduto dall’Abate e viene ritenuta colpevole di aver portato “Il Male” all’interno di Arceon e pertanto viene condannata alla prigione ai livelli più bassi del monastero.

 

Successivamente vanno morendo alcuni monaci uccisi dall’alieno e la trama s’infittirà ancor di più quando Ripley, John e l’androide Anthony (un altro prigioniero che risiedeva nella cella adiacente a quella del tenente) scoprono che Arceon è destinato, inevitabilmente, a far morire tutti i suoi abitanti in quanto, mese dopo mese, l’aria prodotta dai mulini a vento diminuisce sempre più e John capisce che la Weyland-Yutani si è voluta vendicare di quello che era accaduto, decenni prima, sulla Terra: un virus informatico aveva distrutto gran parte dei dati di tutta la popolazione mondiale creando innumerevoli e drammatici incidenti; buona parte della popolazione inizia a seguire le orme di questo ordine monastico ritenendo la Tecnologia come la principale responsabile del caos mondiale; i profitti della Compagnia iniziano a crollare e pertanto l’ordine viene bandito e spedito su Archeon per eresia politica.

 

Nella parte conclusiva, Ripley si renderà conto di portare dentro di se un alieno e pertanto decide di restare su Arceon invitando John a fuggire con la capsula della “Sulaco”; il monaco però decide di restare e battendo ripetutamente il petto del tenente riesce a far fuoriuscire dalla gola la creatura ma quest’ultima riesce ad impregnare John.

 

Il monaco decide quindi di suicidarsi gettandosi volontariamente nel grande incendio che, nel frattempo, sta distruggendo il monastero.

Ripley, dopo aver assistito al suo sacrificio, riesce ad arrivare alla capsula in compagnia di Mattias, il cane di John.

 

Questa sceneggiatura si rivelerà molto importante in quanto sono presenti alcuni elementi che ritroveremo in Alien³: un pianeta/satellite che all’apparenza sembra essere un monastero ma che di fatto è una prigione senza alcuna speranza di fuga, una comunità di soli uomini legati da vincoli di fede più o meno incrollabili, la morte di Bishop, Hicks e Newt e la presenza di un alieno dentro Ripley.

 

La sceneggiatura non piacque alla Weaver perché, in effetti, il suo personaggio non costituiva il fulcro del film e per certi versi appariva quasi in eccesso mentre per Ward era fondamentale far morire Newt e contemporaneamente fare in modo che Ripley rimanesse “incinta” dello xenomorfo per fare del tenente una donna che aveva perso completamente la sua vita personale: non era riuscita a crescere Amanda, non era riuscita a salvare Newt e, paradossalmente, portava in grembo un alieno che l’avrebbe uccisa al momento della nascita: a Ripley era negata la maternità.

 

V SCENEGGIATURA (1991-92): WALTER HILL & DAVID GILER

Non essendo riusciti a trovare la quadra definitiva, il duo della Brandywine decide di prendere in mano la situazione e mischiano le storie di Ward e Twohy ma non riescono a giungere ad un finale; nel frattempo hanno inizio le riprese di Fincher, il quale non ha ancora tra le mani lo script definitivo.

 

La Brandywine va in confusione e assume lo scrittore Rex Pickett (il decimo sceneggiatore che viene assunto per redigere la storia) per cercare di sistemare il tutto in brevissimo tempo. Fincher, in maniera ingenua, si propone di collaborare con lo scrittore al fine di stringere i tempi e inizia a proporre le sue idee che riscuotono l’interesse di Pickett. 

 

Hill & Giler,avendo intuito che lo scrittore è pronto a cambiare la storia adottando i suggerimenti di Fincher, improvvisamente licenziano Pickett e terminano in fretta e furia la sceneggiatura dandola a Fincher il quale, nel frattempo, è andato avanti con le riprese…

 

DAVID FINCHER E LA PRODUZIONE

La storia professionale di Fincher sembra paradossale ma è tutta vera: uno dei più grandi registi degli ultimi trent’anni, autore di Capolavori assoluti come “Fight Club” e di cult come “Seven”, “The Game” e “Gone Girl”, nel 1992 viene reclutato dalla 20th Century Fox per girare il terzo film della saga.

Ne Scott (I duellanti) ne Cameron (Terminator) erano degli esordienti assoluti mentre per Fincher sarà il suo primo lungometraggio: una prova che può portarlo alla fama mondiale o che può mettere fine ad una carriera che deve ancora nascere.

 

Fincher però è uno in gamba e non l’ultimo arrivato: assunto dalla Industrial Light & Magic di George Lucas, il nostro ha lavorato in “Il ritorno dello Jedi”, “La Storia Infinita” e “Indiana Jones e il Tempio maledetto” .

 

Non ancora trentenne, il buon David deve gestire un film con un budget di 50 milioni di $ dell’epoca: sembra un sogno ma il tutto si rivelerà essere il peggior incubo della vita del regista.

Le riprese iniziano a gennaio 1991 a Pinewood (Inghilterra) senza che il regista abbia in mano uno script definitivo. La 20th Century Fox ha già speso, di soli sceneggiatori, 13 milioni di $ per non concludere nulla e ha già costruito i set.

 

Da subito Fincher si scontra con la Fox perché vorrebbe applicare le sue idee (visto che la confusione regna sovrana e che non ha una linea narrativa definitiva da seguire) ma la casa cinematografica, pur non ammettendolo esplicitamente, ha assunto David proprio perché è un esordiente e quindi facilmente manipolabile e ricattabile.

Fincher dovrà seguire alla lettera i dettami della Fox e più volte, sul set, si presenteranno i rappresentanti della 20th Century per verificare di persona se Fincher sta ubbidendo alle direttive o meno.

La Fox però si rende conto, di settimana in settimana, che questo esordiente è uno con le palle, uno che non vuole abbassarsi e che non sopporta l’ingerenza a cui è sottoposto quotidianamente.

Fincher si scontra duramente con David Giler che, a seguito della discussione, lascia la produzione e al suo posto subentra, in persona, Jon Landau vice presidente della Fox con il preciso obiettivo di ridurre Fincher al silenzio e alla cieca obbedienza.

 

Contemporaneamente a questa situazione, la sceneggiatura definitiva viene trasmessa sul set tramite fax giorno per giorno con il risultato che molte delle riprese fatte da David perdevano di significato narrativo, obbligandolo a rigirare nuovamente le stesse.

Questo stato di cose deprime tutta la troupe e il settore tecnico: l’indomani venivano a sapere che le riprese del giorno prima dovevano essere cancellate.

 

Nel frattempo, a causa di una malattia, David perde il direttore della Fotografia Jordan Cronenweth con cui aveva un buon rapporto e, come sostituto, arriva Alex Thomson con cui non riesce a legare. David cerca un regista per la seconda unità ma non riesce a trovare nessuno all’altezza della situazione.

La situazione precipita a tal punto che la Fox chiude i set a Pinewood e trasferisce la produzione a Los Angeles e qualche giorno dopo l’azienda convoca Fincher e Terry Rawlings (responsabile del montaggio e uno dei più grandi maestri del settore) affinché si capisca cosa c’è ancora da fare per terminare il film e commercializzarlo.

Rawlings è sbigottito dal comportamento dei dirigenti: dapprima impongono il taglio di svariate scene per poi, alcuni giorni dopo, voler giungere ad un finale che non può essere adottato in assenza di quelle determinate scene.

 

Il finale viene modificato ma dalle scene con la Weaver rasata erano passati dei mesi e l’attrice aveva ripreso la sua capigliatura normale, quindi cosa fare?

Nel contratto firmato dall’attrice c’è una clausola che impone il pagamento di 40.000 $ alla Weaver se l’attrice avesse dovuto radersi i capelli per la seconda volta…

La Fox decide quindi di far indossare una sorta di copricapo calvo per nascondere i capelli di Sigourney per evitare il pagamento della clausola.

Dopo l’incontro con i dirigenti a Los Angeles, Fincher non ne può più e lascia il set disinteressandosi di tutto il lavoro di post-produzione e il film che andrà nelle sale verrà sottoposto ad ulteriori tagli.

 

Fincher disconosce il film e anche la versione estesa del 2003 (una sorta di mea culpa della Fox)  denominata “The Assembly Cut” non farà cambiare idea al regista: sono troppi i brutti ricordi legati a questo film per poterli seppellire definitivamente.

Il film, alla fine, sarà un successo (155 milioni di $ d’incasso totale) ma sia il cast che la troupe dichiareranno di essere rimasti delusi dalla versione finale che era molto differente da quella che voleva girare il buon David.

In particolare la Weaver affermò che in quel periodo gli studios pensavano principalmente a contenere i costi piuttosto che a fare grandi film e definì idiota il comportamento della Fox nei confronti di Fincher (più volte aveva sentito le dure telefonate tra Fincher e la Fox riguardo alle scene che si dovevano girare il giorno successivo).

 

Fincher ha, negli anni, costantemente affermato che nessuno odia il film più di lui.

 

IL FILM

La trama non è così fondamentale come quella dei film precedenti. Ripley risulterà essere l'unica sopravvissuta dell'equipaggio della “Sulaco” che precipitando nel pianeta-penitenziario Fury-161 entrerà a far parte di una comunità di detenuti fedeli a rigide regole monastiche.

Anche in questa struttura lo Xenomorfo farà capolino e darà inizio ad una strage fermandosi davanti a Ripley quando ormai sembra essere senza via di scampo: perchè?

Vi consiglio di vedere unicamente l'Assembly Cut per avere una narrazione meno confusionaria e maggiormente valida dal punto di vista cinematografico.

Non sarà un capolavoro ma rimane comunque un buon film.