N.18 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 9 DI 15: IL POST-ISOLATION E LA TRILOGIA DEL 2014).

Dopo la parentesi ludica di “Alien Isolation”, questa volta ne faremo una letteraria abbastanza ampia.

 

Come è facile immaginare, il gioco della CA crea una sorta di snodo narrativo all’interno della saga: troppo importante il personaggio di Amanda per abbandonarla al termine dell’avventura mozzafiato su Sevastapol e, contemporaneamente, fin troppo ampio è il periodo di 57 anni di ipersonno di Ellen Ripley, che funge da anello di congiunzione tra “Alien” e “Aliens”, per non scrivere qualcosa d’interessante per gli appassionati.

 

Di fatto quindi nascono due linee narrative che, di volta in volta, s’intersecano tra loro: da una parte quella lineare cinematografica, dall’altra quella formata da libri, videogiochi e fumetti.

In realtà le linee sarebbero quattro: la terza quella interlacciata con la saga di “Predator”, la quarta teoricamente in relazione con l’universo di “Blade Runner”.

 

Come da prassi, rinnovo l’invito a non continuare la lettura se non si è giocato ad “Isolation” e/o non si è visto il film “Aliens”.

Nel 2017 viene pubblicata una serie di 12 fumetti intitolata “Aliens: Defiance” che, sostanzialmente, inizia con il post-Isolation. La storia infatti si svolge nello stesso anno della missione di Amanda su Sevastapol (2137) e vede protagonista Zula Hendricks, colonello dei Marines e amica della figlia della Ripley.

Nella successiva serie di 4 fumetti uscita nel 2019 e intitolata “Aliens: Resistance”, avremo il sequel di “Defiance” dove le due amiche si ritroveranno per combattere i loschi piani della Weyland-Yutani il cui fine ultimo è trovare l’arma biologica definitiva per usarla per scopi militari.

 

Oltre alla  linea narrativa post-Isolation esiste anche, come ho scritto, quella ben più nota ossia quella cinematografica ma il periodo di 57 anni tra la fine di “Alien” e l'inizio di “Aliens” era troppo lungo per non scatenare l'appetito e la fantasia degli scrittori (possibile che in un universo dove accadono tanti eventi quasi ogni anno, in quei 57 anni non è accaduto nulla di importante?).

Ritorniamo quindi al 2014 (era già uscito “Prometheus” da due anni) dove, nello stesso anno, esce una trilogia di romanzi che ha il fine ultimo di descrivere gli eventi che vanno dalla fine di "Alien" all'inizio di “Aliens”. 
 

Il primo romanzo ad essere pubblicato è dello scrittore inglese Tim Lebbon che scrive “Aliens: Out of Shadows”.

Anno 2159, Il Capitano Lucy Jordan è il comandante della nave “Marion” la quale orbita attorno il pianeta LV-178; la nave trasporta centinaia di operai che lavorano nelle miniere del pianeta per estrarre un minerale chiamato "Trimonite" che risulta essere quindici volte più duro del diamante, non esiste sulla Terra ed è molto raro trovarlo nei vari pianeti.

 

Dopo pochi giorni le comunicazioni tra la “Marion” e il complesso minerario s'interrompono misteriosamente e tutti i tentativi di ripristino falliscono. All'improvviso le due navette che servivano per il trasporto della manovalanza tra il pianeta e la "Marion" si alzano in volo dal pianeta e puntano dritto verso la nave madre…

 

La navetta “Delilah” non riesce a rallentare e piomba dentro la “Marion” uccidendo svariati membri dell'equipaggio (tra cui la stessa Jordan) e producendo ingenti danni.

Poco dopo arriva anche la seconda navetta chiamata “Samson” che, fortunatamente, riesce correttamente ad attraccare ma che porta con se alcuni Xenomorfi…

 

I sopravvissuti della “Marion”, nel frattempo, sono riusciti a sigillare la “Samson”, impedendo agli Xenomorfi di proseguire con la mattanza, ma ci sono due notizie, una peggio dell'altra: l'impatto tra la “Delilah” e la “Marion” ha modificato, in modo irreparabile, l'orbita della nave che, nel giro di poche ore collasserà sul pianeta venendo distrutta non appena entrerà nell'atmosfera e, come se ciò non bastasse, l'antenna principale di comunicazione è stata distrutta e pertanto l'Ing. Chris Hooper che, nel frattempo, ha preso il comando della nave, non può trasmettere alcun segnale di SOS.

 

L'unica cosa possibile è inviare un messaggio a breve distanza e, guarda un po' che coincidenza, tale comunicazione viene intercettata dalla “Narcissus”, la navetta di salvataggio dove si trovano la Ripley e il gatto Jones in ipersonno.

 

Colpo di scena: alcuni minuti prima della distruzione della “Nostromo”, l'androide Ash riesce a trasmettere la sua IA nel sistema informatico della “Narcissus” e rimane silente per tutto il tempo…fino al momento in cui viene captato il messaggio di Hooper che parla di Xenomorfi e del pianeta LV-178.

Per tale motivo Ash si riattiva e modifica la rotta della “Narcissus” con destinazione la “Marion” dato che l'Ordine Speciale 937 è sempre in vigore nella sua coscienza.

 

La navetta attracca sulla “Marion” ed Ellen è felice per essersi risvegliata sana e salva ma, con profonda tristezza, diventa consapevole di aver dormito per 37 anni (pensando immediatamente ad Amanda e a tutti questi anni vissuti senza di lei e senza sapere notizie) ma rimane ancor più terrorizzata quando scopre che Ash è ancora attivo e che nella “Marion” ci sono quattro Xenomorfi (che stanno dentro la “Samson”).

 

I superstiti della nave insieme a Ripley cercano una possibile soluzione e l'unico modo è usare la “Narcissus” in cui, per sei mesi alla volta, uno degli occupanti andrà in ipersonno e così, a turno, tutti gli altri, sperando che, prima o poi, siano salvati prima che giunga la morte naturale.

 

Per far questo però occorre sostituire la cella a combustibile della “Narcissus” ma quelle disponibili sulla “Marion” si sono distrutte e quindi l'unico modo è ritornare sul LV-178, andare nel complesso, prendere altre celle e ritornare sulla nave.

 

La “Marion” è ingovernabile, la “Delilah” si è distrutta e quindi solamente la “Samson” può essere usata ma in quest'ultima sono rinchiusi i quattro Xenomorfi…

 

Non c'è altra soluzione che aprire la navetta e affrontare gli alieni; altre persone periranno ma quantomeno tre Xenomorfi verranno uccisi mentre il quarto fuggirà dentro la “Marion”.

 

I sopravvissuti, tra cui Hooper e Ripley, prendono possesso della navetta e atterranno sul pianeta, nei pressi dell'impianto; dopo aver preso l'ascensore per iniziare a scendere ai livelli inferiori Ash, che nel frattempo ha preso possesso del sistema informatico della “Marion”, fa precipitare l'ascensore fino all'ultimo livello, proprio quello in cui i minatori erano stati attaccati dagli Xenomorfi…

 

L'ascensore è ormai inutilizzabile e quindi per poter ritornare in superficie il gruppo dovrà prendere il secondo ascensore che si trova dalla parte opposta del complesso.

Nell'esplorare questo livello il gruppo s'imbatte in un alveare pieno di uova nonché in una nave aliena abbandonata, molto più grande di quella che Ripley aveva visto sull'LV-426.

Poiché il gruppo è braccato dagli Xenomorfi, i superstiti decidono di entrare dentro il relitto cercando una possibile via di salvezza ma, di fatto, cadono dalla padella alla brace: la nave è piena di uova che si vanno schiudendo e il gruppo viene decimato con la stessa Ripley gravemente ferita.

 

I pochi superstiti riescono a trovare la cella di combustibile ma approfittano di una seconda cella che sovraccaricano volontariamente per determinare l'esplosione di tutto il complesso, successivamente raggiungono il secondo ascensore, prendono la navetta e ritornano sulla “Marion”.

 

Dopo aver assistito alla distruzione dell'impianto, i superstiti si dirigono verso l'infermeria per curare le ferite ma s'imbattono nello Xenomorfo che era rimasto a bordo che viene ucciso in uno scontro faccia a faccia.

 

Rimangono in tre, Hooper, Ripley e il Dott. Kasyanov (ufficiale medico della “Marion”) che mette Ellen nel MedPod 720 (la stessa macchina in cui la Dott.ssa Shaw si auto estrae l'alieno in “Prometheus”) per curare le ferite della donna.

Ellen però ha continui incubi sul fatto che Amanda sia stata uccisa dagli Xenomorfi e pertanto chiede a Hooper che la sua memoria venga cancellata in modo tale che non avrà più ricordi dolorosi.

Nel frattempo anche Kasyanov entra nel MedPod ma Ash, prendendo possesso della macchina, lo uccide.

 

Hooper riporta Ellen priva di sensi a bordo della “Narcissus” dove si trova ancora Jones e il tutto sembrerebbe finito (il famoso turno dei sei mesi a testa lo farebbero loro due) ma Ash ha disattivato il distacco automatico dall'attracco e quindi Hooper è costretto ad uscire dalla navetta e ritornare sulla “Marion” da dove effettuerà finalmente lo sgancio. 

 

L'ingegnere quindi raccoglie quante più provviste possibile, sale a bordo della “Samson” e riesce a fuggire appena in tempo per vedere la “Marion” distruggersi nello scontro con l'atmosfera del pianeta e visto che non esiste un impianto d'ipersonno, decide di ubriacarsi non prima di aver inviato un messaggio dove afferma di essere l'unico sopravvissuto della “Marion”.

Il secondo romanzo è opera dell'americano James A. Moore e costituisce il sequel dei fatti inerenti il pianeta LV-178 che, adesso, è stato colonizzato dagli umani. Anche qui ci saranno scontri con gli Xenomorfi e la Compagnia cercherà, come sempre, di trarre profitto da determinate situazioni.

Il terzo e ultimo romanzo del 2014 è dell'americano Christopher Golden e s'intitola “River of Pain” ed è strattamente legato ad “Aliens”, in particolar modo con il pianeta LV-426 (si, quello lì) che ormai è stato denominato “Acheron” e dove, dopo un ampio processo di terraformazione non ancora conclusosi,  si è insediata una colonia chiamata “Hadley's Hope” e la prima nata in quella colonia è Rebecca Jorden che tutti chiameranno “Newt” (l'avevamo conosciuta proprio in “Aliens”).

Nel romanzo è presente anche un altro personaggio che avevamo visto in “Aliens” ossia  Carter J. Burke che era stato interpretato da Paul Reiser.

Il romanzo si conclude esattamente con la scena, presente in “Aliens”, dove l'appena risvegliata Ripley fa conoscenza con Burke che la mette a conoscenza di tutto quello che è avvenuto sull'LV-426 e sulla perdita di comunicazioni con i coloni di “Hadley's Hope” (le cose si comprendono meglio guardando la versione estesa del film di Cameron).