Recensione di   Paolo Bonini Paolo Bonini

Arcana

(Film, 1972)

"Arcani misteri dell'intimo animale in "Arcana" di Giulio Questi"

"Arcana", ultimo film di Giulio Questi del 1972, si collocanell'alveo della cinematrografia italiana degli anni 70.
Qui, Maurizio Degli Esposti, inetrpreta un ragazzo figlio di una falsa medium (Lucia Bosé), che ha il potere di entrare nell'intimo lato oscuro delle persone, riuscendo a carpirne i misteri e i più reconditi e nascosti scandagli dell'anima. Il figlio della Signora Tarantino è quindi un rabdomante dei sensi e dei desideri più nascosti e segreti delle persone, che nel film sono i clienti della madre chiromante.
Tutto questo nel film viene espresso tramite riti che il ragazzo compie vagando per una metropoli italiana, venendo marchiato come ribelle.
Questo film ci regala anche squarci quasi neorealisti di periferia e di palazzi popolari, oltre a scene dagli accenti pasoliniani.
Forte influenza avrà avuto, a mio parere, questo film su una pellicola di Alejandro Jodorowsky, "La montagna sacra", di solo un anno successiva. Mi riferisco in particolare ad una scena quasi sacra e rituale ambientata in cucina, in cui sotto la musica di una nenia-ballata per violino, Lucia Bosé, in abiti da casalinga apre la bocca in cui fuoriescono rane saltellanti. Questo quadro visionario non può che farci venire in mente alcune scene del sopracitato film jodorowskiano, ricco di rettili come iguane e serpenti da ascrivere alla sfera del simbolico. Le rane compaiono nelle famose bibliche piaghe d'Egitto.
Il gioco del ragazzo starà scivolando lungo una china pericolosa?
Sarà in grado di scherzare col fuoco? Solo la figura di Tina Aumont, seconda femminile centrale del film, potrà darci la risposta, oltre alla visione della pellicola stessa.