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Past Lives, scritto e diretto da Celine Song, racconta nell’arco di 24 anni le vicende di due amici d’infanzia, Nora Moon e Hae Sung. Innamorati l’uno dell’altra, sono costretti a separarsi quando Nora assieme alla sua famiglia si trasferisce a Toronto. Dieci anni dopo, grazie ai social network, si ritrovano e cominciano a sentirsi tramite messaggi e videochiamate ogni giorno fino a quando un altro ostacolo li allontanerà nuovamente.
Un debutto, quello di Celine Song, in punta di piedi. Con delicatezza entra nelle nostre vite raccontandoci, attraverso i suoi personaggi principali, parti di sé e del suo vissuto. Osserviamo persone ordinarie muoversi tra le strade della vita colme di ambizioni, timori, emozioni e amore. Non c’è alcuna fretta, scopriamo Nora, Hae Sung e Arthur, sequenza dopo sequenza, impariamo a comprendere le loro scelte e i loro desideri e fra tutti spicca l’incredibile sensibilità di Arthur, un personaggio che spesso in altre pellicole si sarebbe comportato diversamente, ma qui è semplicemente un uomo capace di ascoltare e comprendere quanto la vita possa stravolgere da un momento all’altra un’esistenza. «You’re dreaming in a language that I can’t understand» è probabilmente la frase più potente di tutto il film che racchiude una verità, forse amara, dei rapporti umani. La vita è piena di persone che vanno via e persone che restano, a volte siamo noi stessi a lasciar andare, a fuggire perché non vi è un’altra alternativa per noi accettabile. Song dimostra una grande maturità nella scrittura, nell’aver portato sul grande schermo le fragilità dell’essere umano, uno sguardo attento il suo, realistico che ricorda a tratti il cinema del grande Antonioni, colui che più di tutti ha saputo raccontare l’esistenza umana.