Una femmina

Certi film ti strappano il cuore dal petto e lo divorano senza pietà. È il caso di questo film, in cui l’oscurità dell’animo umano è stata magistralmente messa in scena dal regista attraverso scene ricche di potenza drammatica. Silenzi carichi di odio, sentimenti feriti, verità nascoste e azioni vendicative intrappolano lo spettatore nel fango della malvagità. Non c’è spazio per la felicità, non ci sono parole zuccherose o immagini sdolcinate che possano regalare un attimo di tregua rispetto all’atmosfera lugubre, accentuata attraverso abiti scuri e l’asperità dei luoghi scelti. Del resto, è un film che mira a suscitare paura, ad evocare il clima di omertà e di terrore imposto dalla 'ndrangheta. Perfino il canto di un innamorato appare stonato e incapace di stabilire un’armonia in quell’universo di violenza. Ma l’amore è un seme, si sa, e germoglia lentamente. Gli occhi neri e magnetici della protagonista, Rosa (Lina Siciliano), seppure carichi di rancore, saranno un terreno fertile per quel seme e riusciranno a immaginare un oltre, a ricercare uno spiraglio di luce.  
Un film che difende il fuoco sacro della ribellione quando questa può servire a ristabilire la giustizia.