Si dice che il primo amore non si scorda mai, e questo film ne rappresenta una possibile esemplificazione. La storia è semplice, la quindicenne Camille e il diciannovenne Sullivan sono innamorati. Tuttavia il ragazzo soffre perché si sente in qualche modo prigioniero di questa relazione, punta a fare anche altre esperienze. Parte così per il Sudamerica, farà perdere poco dopo le sue tracce, tornerà otto anni dopo. Camille nel frattempo, dopo un tentativo di suicidio, studia e conosce un architetto norvegese che sta divorziando. Tuttavia casualmente apprenderà che Sullivan adesso vive a Marsiglia è per qualche giorno a Parigi, e lo contatta. Ma Sullivan non è cambiato, la sua inquietudine esistenziale non l'ha abbandonato. Camille dovrà farsene ragione.
Storie di questo tipo ce ne sono molte, ovviamente. In questo caso il film appare abbastanza fresco nonostante i suoi difetti. Il problema principale è che, benché la storia proceda cronologicamente, i tagli nel montaggio o la stessa sceneggiatura rendono non semplice capire dove i protagonisti vivono, insieme o separatamente. Molte scene sono girate in esterno e c'è molto di paesaggio, che rende il film interessante, così come altre scene che rappresentano gli incontri dei due giovani, sono girate in estrema semplicità e leggerezza, merito della regia attenta di Mia Hansen-Løve e della protagonista Lola Creton.