Film sorprendente per molti motivi, a iniziare dal più evidente: come si può costruire un film divertente mettendo insieme un impresario di pompe funebri e un disabile? Eppure i due registi Bernard Campan e Alexandre Jollien in questa coproduzione franco-svizzera ci riescono con estrema eleganza, mettendo a valore l'amicizia tra due mondi pur così distanti e diseguali. Entrambi però collegati, senza saperlo, dalla solitudine. Chi fa il becchino, ormai divorziato e senza figli, si occupa solo della sua azienda, non pare neppure interessato alle attenzioni che riceve da una sua dipendente. Il disabile, che vive con consegne a domicilio, si nutre di filosofia. Ed è veramente ammirevole la sua cultura, capace in ogni momento di ricorrere alla citazione più adatta. E' il suo modo di affrontare la vita, anche perché sua madre che pur l'assiste adesso che è anziana, quand'era più giovane lo mandava regolarmente in una apposito centro.

I due si incontrano casualmente e ad un certo punto fanno un viaggio, da Losanna a Montpellier e al sud della Francia. Un film “on the road”, anche, ma neanche tanto, in quanto le singole tappe non prendono rilievo particolare. Quando si arriva a destinazione, dovendo assistere ad un funerale, anche il disabile sarà vestito da becchino e perfino dirà la sua nella cerimonia funebre: potere della cultura. In compenso l'impresario si aprirà ad un rapporto umano che non conosceva. Saranno raggiunti entrambi da chi si preoccupa di loro: ma l'amicizia tra i due sarà più forte. 

Film in definitiva divertente, originalissimo e godibile, che mette a fuoco comportamenti e motivazioni raramente presenti nel cinema.