Ebbene sì, siamo noi (donne) a dire basta. Soprattutto se, come qui, arriviamo a capire che quell'uomo, che pure abbiamo amato, ha troppa violenza nascosta. Questo è il senso complessivo del film: che, di questi tempi, è dunque pienamente attuale. La trama si arricchisce di un amore di gioventù che si incontra di nuovo, dopo tanti anni, e di un padre violento sia con la madre sia con quel primo amore. E' dopo la morte del padre che troviamo Lily Bloom alla ricerca di un nuovo orizzonte di vita. Ed è lì che incontra un neurochirurgo seducente. Non un immigrato qualsiasi, per dire. La violenza può essere dovunque. Apre anche un'attività di fiorista: per come organizza il negozio, vince anche un premio. E' da crederci, visto che di negozi di fioristi così ricchi di forme e colori da noi è difficile trovarne.

Come molti film tratti da un romanzo (in questo caso di Coleen Hoover) la trama scorre bene, c'è un vero intreccio di vicende ben organizzato. Anche l'interpretazione è buona, soprattutto di Ryle (il neurochirurgo) e di Lily Bloom (Blake Lively), che hanno parti più impegnative. Soprattutto il primo, che appare sempre amoroso, ma a tratti si scorgono atti che lì per lì non significano niente, forse, ma…

Come il romanzo da cui è tratto, è adatto al pubblico che segue questo tipo di storie. Che così come sono, raramente sono reali.