Via internet come si sa può succedere di tutto. Qui un proprietario di ristorante (Stéphane) , divorziato con due figli, vive una vita soddisfacente, ma il medico gli dice che è l'ora di fare i conti con la sua vita. Online si imbatte in una sudcoreana (Soo) che lo trasporta in un altro mondo. Il film alterna scene di vita quotidiana con i messaggi scambiati con Soo. Di cui pur non conoscendo altro se non questo nome, si fida; alle pareti del ristorante sostituisce ciò che c'era sempre stato, coerente con l'ambiente del sud ovest della Francia, con quadri del paesaggio sudcoreano, dipinti (pare) da Soo. Decide improvvisamente di andare a Seul. Passerà in aeroporto molto tempo, perché Soo non si fa viva. La troverà fortunosamente. Imparerà che laggiù c'è un principio guida della vita per la felicità e il successo, che si chiama “nunchi”. Consiste nell'entrare in sintonia con gli altri. Forse, prima di partire, sarebbe stato meglio se Stéphane avesse pensato a ciò. Pur nell'avventura, diventerà famoso pubblicando su internet il suo diario. L'aeroporto di Seul è talmente presente, che potrebbe far pensare ad un film pubblicitario. Qui sono tutti anche estremamente gentili e ospitali. Non sappiamo se è davvero così. Comunque Stéphane imparerà sicuramente a guardare anche vicino a sé, e non solo lontano.