Non è facile crescere bene in un orfanotrofio. In questo caso due fratellini rimasti senza genitori maturano scelte differenti. Il primo è un avvocato e ha una piena padronanza di sé, il secondo invece ha l'unico scopo di passare il tempo con una play station, lavora svogliatamente e odia i vecchi. Dopo di che, a causa di un suo cattivo comportamento sul luogo di lavoro, è condannato proprio ad accudire i vecchi di una casa di riposo. Lì incontrerà una varia umanità sfruttata e di fatto tenuta come prigioniera: nessuno degli ospiti può uscire da lì per non chiare ragioni di sicurezza. Qualcosa succederà naturalmente. 

Anche se il tutto è improbabile che accada come lo si vede qui, il film è divertente e ci azzecca. Intanto perché il protagonista Milann (ben interpretato da Kev Adams) ha nell'ospizio una sorta di maturazione certo un po' tanto veloce ma ben caratterizzata, a partire dall'incontro con alcuni ospiti notevoli. Tra i quali innanzitutto Depardieu che qui interpreta quasi se stesso, nella forma di un pugile invecchiato che insegna a Milann (pieno di debiti e inseguito dagli strozzini) l'arte della difesa. Poi a poco a poco viene spontaneo allo spettatore di cercare di capire come mai questi anziani vengono tenuti sempre dentro l'ospizio e tra l'altro tutti sono soli, non hanno nessuno che li contatta o che viene a trovarli. Infine, c'è quel tanto di sorpresa finale che rasserena e porta allegria a tutti.

Film quindi sicuramente costruito a tavolino, ma ben confezionato e consigliabile, tipico di un modo per così dire “francese” di interpretare la realtà , tra il serio e il faceto.