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THE ANTARES PARADOX - VINCITORE AL NOT FILM FEST 2023

Il critico spagnolo Pablo Vazquez mette l'accento sul tema della fantascienza nel cinema indipendente iberico, imperniando la sua esegesi del film "La paradoja de Antares", opera prima del regista Luis Tinoco, su un tema che - in passato - non aveva brillato. Almeno fino a quando il regista Nacho Vigalondo aveva rivisitato il genere con "Extraterrestre" (2011), giustapponendo a quel filone l'intensità delle relazioni umane, fino ad allora trascurate.

"La paradoja de Antares" . Il film racconta la storia di Alexandra, una scienziata incaricata di cercare segni di vita extraterrestre da Antares. L'opera esplora il conflitto tra il perseguire la ricerca scientifica e le piccole, quotidiane responsabilità personali, creando un paradosso in cui l'eccessiva dedizione alla ricerca potrebbe distaccarci dalle nostre relazioni umane.

Il regista utilizza uno spazio claustrofobico e tecnologico per sviluppare l'azione, combinando tradizioni narrative classiche con elementi innovativi. Questo spazio ristretto richiama a mente film come "Cube" e "Buried", mentre l'uso delle nuove tecnologie per veicolare l'azione si sposa con un approccio tradizionale.

Il film coinvolge attivamente lo spettatore attraverso trappole, indizi e sorprese, adottando tecniche simili a quelle dei videogiochi e dei giochi di ruolo. Nonostante alcune scene troppo sdolcinate nell'ultima parte, l'opera è interattiva e coinvolgente.

 

Colpisce l'irruzione del quotidiano all'interno del tempio in cui la protagonista consacra tutta sé stessa alla sua missione, dando origine a passioni e conflitti imprevedibili. Si tratta, tuttavia, di imprevisti implicati dal ruolo a cui sono ridotte le due donne: l'isolamento nella moderna torre d'avorio della scienza per l'una, e l'adesione alla funzione familiare di madre e di figlia per l'altra. Ed è proprio in questa rassegnazione inconciliabile che si manifesta tutta l'intensità del tono emotivo del film.

 

Ciò che risalta ulteriormente è l'aspetto morale del film, che si allinea al ritorno alle origini e alla fuga dalla sovrastimolazione sensoriale e ideologica, riflettendo lo spirito post-pandemico. L'interpretazione di Andrea Trepat, nel ruolo di Alexandra, viene elogiata per la sua profondità e immedesimazione nel personaggio, non distante alle grandi eroine della fantascienza.

 

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