Loading...

INTERVISTA A LUNA GUALANO SUL SUO ULTIMO SUCCESSO "LA GUERRA DEL TIBURTINO III"


D: Buongiorno Luna, grazie per aver accettato di parlare con noi oggi. Partiamo da "Go Home" (2018), di cui sei stata protagonista e che tratta il tema attuale e drammatico dell'immigrazione. Si tratta di un progetto che è stato interamente realizzato grazie a un crowdfunding pubblico che ha ottenuto grande successo. Come ne riassumeresti la genesi? 

R: Si è trattato di un'esperienza incredibile, che ha coinvolto moltissime persone.  Ovviamente il successo non va attribuito a un colpo di fortuna, bensì è stato il risultato di un lavoro molto impegnativo sia sul piano del progetto, che su quello della diffusione attraverso i social media. 


D: Parliamo adesso del tuo ultimo lavoro, "La Guerra del Tiburtino IIi". Come hai affrontato la sfida di collocare una tematica tipica della science fiction nell'insolito ambiente della periferia romana? Inoltre il tema dell'alieno allude forse alla paura nei confronti del "diverso", quindi una variante dall'argomento immigrazione?

 



R: Ho voluto innanzitutto scavare dentro la nostra più intima natura, per svelare "l'alieno dentro di noi". Si tratta, correttamente, di un elemento ineluttabile della nostra psiche che riemerge a intervalli regolari nelle comunità e nelle società civili e che merita maggiore attenzione.


D: Altro tema dibattuto, sicuramente, è quello delle nuove tecnologie nel cinema. Costa-Gavras, con cui ho avuto il piacere di scambiare qualche battuta a Locarno nel 2022, ha sottolineato come il digitale abbia accelerato il processo di produzione. Tu vedi le nuove tecnologie come un'opportunità o temi che possano rendere il processo di selezione più caotico e dispersivo? La facilità di produzione non rischia di compromettere la qualità o la coerenza narrativa?


R: le nuove tecnologie rappresentano uno strumento potente e oramai consolidato nel nostro lavoro e non solo. Io stessa sono "montatrice" e, sebbene mi dispiaccia non aver potuto lavorare con la celluloide, posso testimoniare come il processo del montaggio sia lungo e faticoso, e coinvolge in ogni caso professionalità diverse. Ogni assemblaggio è una vera e propria sfida, che spesso sconvolge i piani iniziali, portando tuttavia un grande valore aggiunto. 


D: Dal potere del denaro a quello degli algoritmi. Una riflessione che si collega alla nostra prossima domanda. Pensi che possano aumentare le disuguaglianze favorendo le élite tecnologicamente avanzate? Come si può agire, affinché gli algoritmi vengano implementati secondo principi equi?


R: la gestione degli algoritmi mi fa onestamente paura, non tanto per ragioni oscure o complottiste, quanto per la consapevolezza che un'elite molto ristretta ne detiene il primato, polarizzando il dibattito sui social e facendolo scadere a banale tifoseria. Mi auguro che le intelligenze libere e indipendenti possano sviluppare algoritmi "alternativi" per contrastare il mainstream. D'altronde ogni sistema è manipolabile.


D: Infine, parlando del futuro della cinematografia, come pensi che il mondo del cinema sia cambiato in questi ultimi anni, e quale consiglio daresti a un giovane aspirante regista?


R: i ragazzi debbono prima di tutto studiare. Ci sono troppi giovani che aspirano a essere riconosciuti come "artisti". Il punto essenziale è che tu non ti puoi permettere di attribuirti un'etichetta, né tanto meno puoi definirti artista da solo. È il pubblico che sancisce il valore dell'artista. 

Il mio consiglio ai giovani è quello di iniziare a diventare bravi "artigiani" della cinematografia. Poi, una volta imparato bene il mestiere, puoi cominciare a "parlare" il giusto linguaggio cinematografico.

 

Hai trovato qualcosa che non va? Aiutaci a migliorare!

In fondo anche Matrix non era perfetta… inviaci la tua segnalazione su info@filmamo.it. Grazie!