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76° FESTIVAL DI LOCARNO: IL PARDO D'ORO E LE INAPPUNTABILI RIFLESSIONI DEL CRITICO TEDESCO RUEDIGER SUCHSLAND

Mantagheye bohrani (Critical Zone)dell’iraniano Ali Ahmadzadeh vince il Pardo d’oro al Locarno Film Festival 2023. Film girato clandestinamente nelle vie di Teheran. Tra i film premiati c'è Procida, realizzato dai partecipanti del Film Atelier Procida con la supervisione di Leonardo di Costanzo.

Tuttavia mi ha colpito l'articolo del critico tedesco Rüdiger Suchsland  che esplora diversi aspetti della kermesse ticinese. L'autore riflette sul festival, la sua relazione con il cinema e la sua collocazione tra le varie manifestazioni. Suchsland esprime l'apprezzamento per Locarno, descrivendola come un luogo unico con una combinazione di culture cinematografiche diverse immerse in un'atmosfera cosmopolita. Egli stigmatizza il modo in cui la stampa tedesca tende a liquidare l'evento come una sorta di pretesto per godere degli aspetti turistici della località sul Verbano. L'immagine dominante sembra essere quella di un festival basato sulla formula cocktail e svago, piuttosto che di un evento cinematografico di rilievo.

E' il più piccolo tra i grandi festival o il più grande tra i piccoli?  Il critico sembra non approvare il dualismo dei concorsi, che propone opere più convenzionali nella sezione più prestigiosa e lavori più radicali e sperimentali in quella relegata a una sorta di classifica “fuori concorso”.

Vi è poi una nota circa  l'attenzione riservata al cinema indipendente statunitense - la cui età dell'oro sembra essere tramontata una decina di anni fa - e di come l'uso dell'intelligenza artificiale nella produzione cinematografica sia percepita come una minaccia per le professionalità già al centro di recenti contestazioni riguardanti le condizioni di lavoro.

 

Se da un lato è corretto che i festival cinematografici prendano posizione su questioni sociali e politiche, dall'altro non va trascurata la tutela della posizione dei produttori, i quali sono spesso costretti a fare di necessità virtù, a causa della cronica esiguità dei finanziamenti, la cui conseguenza sono le condizioni di lavoro (anche del personale dei festival) spesso precarie. D'altra parte sarebbe riduttivo criticare i festival, visto che buona parte delle risorse provengono dai finanziamenti pubblici e alle politiche culturali, raramente coscienti della realtà dei fatti.

 

Infine Suchsland menziona tre film tedeschi nel concorso di Locarno realizzati da giovani donne. Uno in particolare ha un bellissimo titolo “Und dass man ohne Täuschung zu leben vermag …”, che è proprio quello che ho visto sabato, e sul quale scriverò presto una recensione.

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