Uno schermo diviso in due tra il nero e il blu notte, due spari verso lo spettatore: così si presenta Audiard mettendo mano al genere Western, probabilmente quello più lontano da un autore europeo. Basta questo breve incipit per farci capire dove ci porterà il regista de Il profeta e di Un sapore di ruggine ed ossa per la prima volta alle prese con una produzione hollywoodiana.

Regia asciutta e controllata per un film sulla cupidigia umana, con personaggi alla ricerca di ricchezza attraverso ogni espediente sia esso scientifico o giustizialista. La lettura di lettere da parte della voce off ci racconta l'inseguimento verso ovest da parte dei due protagonisti. Ma Audiard scegliendo come protagonista Joaquin Phoenix non rinuncia al lato ironico degli eventi. La scelta di girare in modo così tragicamente disastroso la scena culmine del fiume al chiaro di luna ci dà la chiave di lettura di tutta l'opera.

Perché il machismo del West è anche fatto di sfottó e prese in giro oltre che di spari. Joaquin Phoenix è come sempre convincente nel ritrarre un cacciatore di taglie dedito all'alcool e ai bordelli. Reilly, anche produttore della pellicola, invece regala umanità e dubbi al suo fratello.

Vincitore del Leone d'argento per la miglior regia alla mostra del cinema di Venezia I fratelli Sister è un prodotto anomalo a cavallo tra il film d'autore e il film di intrattenimento, che a tratti può ricordare gli ultimi Tarantino. Interessante, ma probabilmente non per tutti.