C'è qualcosa che stona in questo Incroci sentimentali di Claire Denis. Le immagini infatti sono ricercate, la regia asciutta tanto da dare una forma filmica elegante fino a sfiorare io freddo... Poi... 

Poi i personaggi parlano... E qui scoppia il problema. Perché è la sceneggiatura che non regge, il soggetto, la trama. Tutto è ripetitivo, abborracciato, semplice e drammaticamente scontato. Il personaggio di Juliette Binoche riesce a ripetere 'ti amo' all'infinito, ma è evidente sin da subito che il personaggio debole è lei. Tutta questa ridondanza è inutile. Vuole sottolineare una fragilità? Beh probabilmente esaspera la cosa. 

Il cast infatti fa quel che può. Juliette Binoche comunque brava e con il film sulle spalle fatica ad essere credibile. Se si riesce a valutare la mera interpretazione è notevole. Bravo anche Lindon in un ruolo più compassato. 

Il pregio della Denis è nella ricerca spasmodica dei suoi protagonisti con la camera. Non disdegna di affondare la cinepresa anche nei corpi dei suoi attori infilandosi letteralmente anche nel letto, ma permettendo alla camera di danzare con loro. Rispetto al pedinamento in stile Dardenne il suo è decisamente più complice e meno realista pur restando lontano dai sentimenti. 

Forse per questo è riuscita a strappare il premio per la regia all'ultimo Festival di Berlino nonostante il valore intrinseco dell'opera non sia così alto. Per lo spettatore italiano direi che è un film che si può saltare. In sala si può trovare di meglio. Decisamente.