Probabilmente non è un film perfetto, eppure questo Emilia Perez è una di quelle opere che riconcilia con il cinema. Fuori dagli schemi, fuori dai generi, ma un vero concentrato di cruda fantasia, quella che sa emozionare e far riflettere nello stesso momento.
Audiard non cambia temi e torna ad indagare la vita di un gangster, la ricerca della redenzione e la difficile strada per ottenerla. La via per la beatificazione è lunga, tortuosa e crudele eppure va affrontata per il bene.
Sono cambiate però le forme espressive: per la prima volta si affida ad un musical, certo con brani musicali ben lontani da quelli classici, ma che nascono da rumori della strada, dalla folla messica con sound e ritmi decisamente moderni. Crea così un atmosfera trascinante che abbinata ad una fotografia satura e densa non può lasciare indifferente.
Ottimo il cast guidato da una Zoe Saldana in stato di grazia. L'interpretazione di una giovane avvocatessa sfruttata daglibstudi privati che vede le sue potenzialità solamente comprese dalla mala è incredibile. La sua scena alla cena di gala vale il biglietto. Karla Sofia Gascon dona letteralmente anima e corpo alla sua Emilia e convince alle prese con un ruolo che nasconde molto sotto il non detto. Chiude il trio Selena Gomez che con un ruolo più defilato resta schiacciata dalle altre due.
Cone si può non rimanere a bocca aperta di fronte ad un thriller dalla anima nera che contiene al suo interno una scena girata in una clinica con gli infermieri che ballano sulle note di un pezzo chiamato Vaginoplastica? Probabilmente sottostimato dalla giuria di Cannes dove pur vincendo due premi (Premio Migliori attrici e Premio della Giuria, ma mancando a sorpresa la Palma) è uno dei film più forti degli ultimi mesi.