Un doposole per riparare l'anima

A volte si assiste a dei piccoli gioiellini da cui non si vorrebbe mai uscire. Così come la protagonista guarda i video di quando era bambina e rivive la sua infanzia e le sue prese di coscienza così noi rimaniamo affascinati da questo racconto di rapporti sussurrati, imposti, diversi e a volte divertenti.Basandosi su una sceneggiatura che trova un equilibrio quasi magico, che non ha paura di raccontarsi, di mettere a nudo, ma anche di dimostrare la sua impotenza nel capire fino in fondo (in fin dei conti la ricostruzione della storia avviene tra video girati dalla coppia nel villaggio e la labile memoria di una bambina di nove anni) l'esordiente Wells inonda lo spettatore di un flusso di immagini che non seguono una vera trama, ma raccontano un attimo irripetibile con tutta probabilità non solo per lei.Su tutto aleggia però un'atmosfera ambigua, quasi ci fosse la consapevolezza che qualcosa di brutto succederà dopo la vacanza. Wells non ci racconta tutto, ma semina indizi, pianti che scoppiano all'improvviso senza un reale motivo, ombre e un lungo saluto all'aeroporto che non può lasciare indifferenti.Straordinari i due protagonisti che hanno saputo trovare un'alchimia eccezionale. Paul Mescal, giustamente candidato all'Oscar, costruisce un personaggio cresciuto troppo in fretta, padre per caso, che cerca di essere una guida anche se non sa ancora dove andare lui stesso. Francesca Corio ha la freschezza e la spontaneità di chi ha un dono naturale.Un film da non perdere purtroppo arrivato in Italia praticamente solo su piattaforma se non per un brevissimo passaggio in sala. Non si può perdere un film così delicato e intelligente. Vedete lo, non ve ne pentirete