SGUARDI DAL MONDO: JACQUES AUDIARD

Figlio d'arte, prima di sedersi sulla sedia del regista ha fatto il montatore e lo sceneggiatore. Insomma Audiard è un uomo che respira cinema da tutta la vita e col passare del tenpo i risultati si sono visti diventando uno degli autori più ecclettici del panorama francese. 

Esordisce nel 1994 con Regard les hommes tomber immediatamente selezionato per il Festival di Cannes in una sezione collaterale e protagonista dei Premi Cesar.  Prime prove di thriller e poliziesco e collaborazione con Trentignant e Kassovitz. 

Nel 1996 arriva il primo concorso a Cannes e il primo premio. Un heros tres discret porta a casa il premio per la Miglior sceneggiatura ed è  proprio un'opera che parla di racconto, di capacità affabulatorie che sanno nascondere bugie. Forse uno dei suoi film meno riusciti, ma che mette in evidenza la sua capacità di aggirarsi tra i generi. 

Torna nel 2001 con Sulle mie labbra, film che lo porta al grande pubblico. Un thriller teso che esce dagli schemi parlando di disabilità, di pregiudicati e di un riscatto non propriamente canonico. Protagonisti Vincent Cassell e una straordinaria Emmanuelle Devos che si muovono ai margini della società francese. 

Nel 2005 porta al Festival di Berlino De battre mon coeur s'arrêté (scusatemi, ma trovo completamente errato quello scelto dalla distribuzione italiana Tutti i battiti del mio cuore). Il racconto di un uomo che in tenera età  è  costretto ad abbandonare la musica, ma che la riscopre con un insegnante vietnamita che non parla francese è travolgente. In piena controtendenza è  il remake di un film statunitense, ma Audiard affina la sua regia e il suo stile e ben lo incastona nella società francese. Un piccolo gioiellino poco conosciuto. 

Il profeta è  il film che lo rende grande in tutto il mondo. La sua corsa parte da Cannes dove vince il Gran Premio della Giuria per arrivare alla nomination all'Oscar al Miglior film straniero. È la storia tesissima di un giovane magrebino analfabeta che in carcere passo dopo passo conquista i leader della mala. Un romanzo di formazione al contrario che incolla alla poltrona e che conferma Audiard come grandissimo autore di thriller/noir. Pietra miliare degli anni zero del cinema francese imprescindibile per ogni amante del cinema. 

Torna in concorso a Cannes nel 2012 con Un sapore di ruggine ed ossa. Di nuovo una protagonista femminile diversamente abile e un uomo ai margini della società. La trama è  fiammeggiante. Il melò è  dietro l'angolo e la presenza di Marion Cotillard all'apice della sua carriera la ciliegina sulla torta per un film crudelmente romantico. Ma nulla è mai come sembra soprattutto quando si incontrano due solitudini. 

Nel 2015 arriva la Palma d'oro al Festival di Cannes con Dheepan. I protagonisti questa volta sono immigrati che cercano un'integrazione nella società francese per vie più o meno legali. È la summa del suo cinema, ma non essendo la sua opera più riuscita diventa un premio riparatore per le mancanze del passato. Probabilmente manca la forza prorompente del suo linguaggio, sembra più conciliato. Probabilmente anche le aspettative erano troppo alte.

 


I Fratelli Sisters segnano il suo esordio in una produzione americana di lingua inglese. Questa volta Audiard si cimenta col mito della corsa dell'oro americano. Diligenze, taglie e oro fanno da sfondo ad un western cupo e dallo sguardo originale con lampi di commedia. Convincente e capace di fargli vincere il Premio per la Miglior Regia alla Mostra del cinema di Venezia. 

Nel 2021 esce Parigi 13arr presentato in concorso a Cannes e girato nei mesi della pandemia primariamente in esterni nel quartiere ormai popolare de Les Olympiades dove i protagonisti sbarcano il lunario intrecciando le loro storie di sesso e amore. Più  semplice, ma carico di una sincerità non comune nel cinema moderno. La fotografia in bianco e nero aumenta l'effetto di straniamento provato di protagonisti. 

Arriviamo ad oggi dove Emilia Perez si lancia nella corsa agli Oscar (rappresenterà la Francia per l'Oscar internzionale) forte del Premio della Giuria e quello alle attrici all'ultimo Festival di Cannes. Un musical ambientato nel mondo della mala della droga messicana sembra una base sufficientemente folle per stuzzicare il maestro francese. Un successo mondiale annunciato. 

Con una predilezione al mondo degli esclusi, a chi cerca di trovare un posto nella società a chi lotta per sopravvivere Audiard ha sempre creato un cinema vitale, che come i suoi protagonisti, non ha paura di sporcarsi le mani e di sporcare i generi. Sempre originale è unO di quei registi che va visto, sempre e comunque.