Le impronte di Acahualinca e la discarica de la Chureca


La rabbia impotente fa miracoli
Stanisław Jerzy Lec

Nicaragua, oggi

Circa 1500 persone giungono ogni giorno alla discarica ’la Chureca’ di Managua, Nicaragua, presso il barrio di Acahualinca, sulle rive del grande lago Nicaragua, e dalla raccolta e vendita di rifiuti traggono pochi denari per sopravvivere. Il 53% di ha meno di 18 anni. I bambini anche dall’età di quattro anni iniziano la loro ’carriera’ lavorativa, aiutando a sorvegliare il materiale raccolto, selezionando, ripulendo. Raccolgono all’inizio i materiali più ’facili’, la carta e la plastica; qualche volta trovano un giocattolo tra i rifiuti. A 14 anni sanno fare ’tutto’ ciò che deve saper fare un lavoratore del ’basurero’. Il 92% del popolo della discarica vive in case fatiscenti; ai piedi della ’Chureca’ è nato un piccolo abitato di baracche di lamiera e di legno in cui vivono, oltre alle famiglie, prostitute e huelepega, consumatori di colla e altre droghe. Alla ’Chureca’, vasta 42 ettari, decine di camion scaricano ogni giorno novecento tonnellate di rifiuti. Li attendono i raccoglitori che velocemente ’attaccano’ il mucchio appena scaricato con attrezzi di fortuna. I mezzi sollevano nubi di polvere accecante. Periodicamente con degli aerei viene sparso combustibile e viene appiccato il fuoco; altro fumo altamente tossico investe il popolo della discarica. In estate la temperature supera i quaranta gradi.
In inverno, sotto le piogge torrenziali, la discarica è una palude e si affonda nel fango. I rischi sono diversi; dagli incidenti provocati dai conducenti dei camion alle ferite da oggetti taglienti. Le infermità sono aggravate dalla mancanza di igiene: tosse, febbri malariche, dengue emorragico, pidocchi, infezioni della pelle, avvelenamenti del sangue da mercurio.
Qui vive Maria ( la sorprendente Ala Alejandra Medal) con la mamma che alleva cuccioli per rivenderli, gli stessi cuccioli che la bambina ama, ai quali porta cibo dalla discarica disobbedendo alle regole della madre, in quanto quel cibo è dannoso per la loro salute.
Qualcosa di terribile accade e non si possono infrangere le regole del commercio illegale pertanto la mamma deve portare la figlia in un luogo clandestino dove molti bambini sono addestrati a riciclare rifiuti, per allontanarla da se stessa e dal pericolo che corre stando con lei.
La separazione del grande amore tra madre e figlia, alimenta la rabbia feroce che cresce nella bambina che non si arrende a cercare la madre con la quale condivideva storie di animali fantastici come quella delle donne-gatto…
Maria condivide con bambini, spesso orfani e malati per le condizioni di vita, giochi e filastrocche di morte.
Ma non si arrende, la rabbia alimenta le sue energie e continua la sua ricerca fino a che alcuni segni sul suo corpo renderanno indelebile in lei la promessa tanto attesa.
Un film d’amore brutale, di vita in pasto alla morte, dove la natura è inquinamento, la sopravvivenza un miracolo: la potenza della rabbia di Maria sembra tuttavia inarrestabile, la ragazzina non teme nulla perché nulla ha da perdere se non la propria tragica ontologica esistenza.
Tutto si svolge in uno dei luoghi archeologici più straordinari del mondo dove sono state ritrovate le “impronte di Acahualinca”: seimila anni fa uomini e animali lasciarono le loro tracce, ’huellas’, sulle rive del Lago.
La cenere ha custodito fino ai nostri giorni questa remota testimonianza di vita e di morte del continente americano. Seimila anni dopo uomini, donne e bambini percorrono i sentieri tra i rifiuti dell’attuale inferno di Acahualinca.

La rabbia è come il fuoco, divora e rende tutto più puro.

(Maya Angelou)