I MAIALI AL DI LA' DEL BENE E DEL MALE

Il male possiede una voce poderosa che desta le anime volgari e le riempie d’ammirazione, mentre il bene è largamente muto.
(Honoré de Balzac)
 
I MAIALI AL DI LA’  DEL BENE E DEL MALE
Urla bestiali per coprire e divorare le perversioni umane.
Un’auto velocissima, un ragazzo con camperos di lusso strangola una giovane donna con tacchi a spillo in una porcilaia dove i versi dei rumorosi onnivori coprono qualunque strazio umano.
Miu, una giovane donna esile e minuta, viene condotta nella casa di Rosella, una serba sessantenne sposata ad un giovane grassone del luogo, Sven. La signora ha acquistato il suo portafortuna, Miu infatti dovrebbe, non si sa come, aiutarla a rimanere incinta e esaudire la lista di desideri tra i quali avere una pelle più liscia e idratata.
Ha pagato molti soldi per averla e pagherà ancora 10 mila corone quando avrà un figlio.
Intanto il fratello albanese Andrej, che lei considera bellissimo, gestisce un bordello di ragazze clandestine, relegate nella cantina della casa come servitù in prigione.
Il commercio  di immigrate sfila in passerella tra luci al neon e lustrini mentre al piano superiore Miu gira per casa facendo strani versi, camminando su poltrone e divani: sembra un automa la giovane ragazza in tuta blu, non manifesta espressioni, né emozioni, osserva con uno sguardo assorto, inquietante e indecifrabile.
Rosella si dedica all’attività che dovrebbe consentirle di rimanere incinta mentre il marito Sven grugnisce come un maiale.
Il primo episodio in salsa balcanica (La misteriosa Miu) si interseca con il secondo in salsa agrodolce cinese (Vendetta è il mio nome) per approdare al terzo (Dragon Palace)  nella meravigliosa, glaciale, deluxe, fallocratica residenza danese.
Occhiali per evitare sguardi malefici, annunci per mettere all’asta Miu; Madre Hulda  gestisce un ristorante cinese di Mister Chiang che le ha tolto la figlia per garantirsi un giro di malavita vorace.
Sono tutti criminali i personaggi di NWR, la capitale danese Cowboy rispecchia le stesse atmosfere messicane del precedente ipnotico Too Old to Die Young.
Ma qui Miu vede prima, è stata rapita dagli alieni a 7 anni ed ha poteri imprevedibili da supereroe, tuttavia le occorrono i documenti.
Entrare nella casa danese di Niklas il giovane rampollo che si eccita a strangolare giovani donne, le fa percepire una presenza…che rivelerà la sua previsione nel sesto episodio (Il cielo cadrà), chiusura della prima serie e apertura della seconda futura eventuale…
Una reggia, quella danese, dove NWR esprime la sua irrefrenabile esigenza fotografico/estetica: qui il complesso edipico, già ampiamente rappresentato in Solo Dio perdona, si riaffaccia con prepotenza soprattutto perché il delirante fallocentrismo paterno non esita a sortire i suoi effetti con discorsi deliranti, apologie  del sé e del proprio pene come monumento alla gloria del mondo.
“Una cosa ci lega”, dice infatti al figlio, “una cosa che tutti ci invidiano e bramano e che segna il potere assoluto: il cazzo”
Pertanto entrambi i genitori, nella scena più esilarante, sorprendente e straordinariamente geniale della serie, dove la telecamera riprende ruotando su stessa il figlio Niklas e i genitori mentre gli sottopongono l’apertura del regalo che hanno pensato per lui: una elegantissima scatola rossa con fiocco in raso che il ragazzo non riesce ad aprire e che contiene il cazzo. Il divertimento crudele del padre e della madre di fronte alla inettitudine del figlio, incapace a scartare il “pacco” di cui probabilmente non sa cosa farsene, si concluderà con un’imprevedibile esito.
Dopo questa incredibile carrellata di abilità creativa, surreale, grottesca e geniale il quarto episodio (Da Mister Chiang con amore) e il quinto (Copenhagen) non riescono ad attestarsi sulla stessa linea d’onda dei primi tre.
Tuttavia il corpo di Niklas lasciato in pasto ai maiali da Miu, riserva qualche sorpresa particolare, oltre alla presenza dello stesso NWR tra gli esperti che devono valutare come ricostruire il corpo in putrefazione del ragazzo privato anche dell’organo tanto elogiato dal padre, divorato questa volta dai maiali: “tutti sognano di ridefinire se stessi e, se possiamo ricreare il pene, perché non farlo più grande, potente, creativo; non ti piacerebbe avere una conversazione con il tuo cazzo?”
Gli esperti ritengono infatti si possa ricreare l’oggetto sacro per Niklas!
Miu porta su di sé il male (dolore fisico) e morale del mondo, ma nessuno può farle ciò che lei deliberatamente non accetta.
Miu deve continuare a difendersi, a fare giustizia, a ripristinare un regola nel caos ontologico.
Il suo sguardo oltreumano è quello di chi conosce l’umano troppo umano.
Miu è heideggerianamente gettata nel mondo ma è una eroina e difende chi ama a colpi di Kung Fu.
Una dea antropomorfa pressoché autistica,  vestita di blu, casual, un mix tra Arianna che incontra una serie di  Minotauri nel labirinto umano,  tra le profezie di Cassandra e le visione dei mali di Pandora senza accesso alla speranza.
Un caotico incastro di crimini umani e animali da tramonto dell’occidente, dove il denaro regola qualunque rapporto dilaniando e imputridendo qualunque perverso puzzle relazionale.
Una via crucis western, commedia, tragedia, sitcom, tra fantascienza, noir e odissea mitologica.
Il maschio è fatto a pezzi, il cinema danese rende sempre giustizia e questo sequel spirituale di Too old to die young, come lo definisce Refn, è una esperienza visiva, sensoriale, emotiva assoluta. Un incubo in slow motion ipnotico in cui l’inconscio esce tramortito e addirittura svelato.
Il “mattatoio” umano tuttavia è magicamente rappresentato: raffinato e morboso, sofisticato e putrido, elegante e raccapricciante.
L’immorale sottobosco antropologico rappresentato da NWR ripristina continuamente un allure accattivante dove le bende che coprono il corpo in decomposizione sembrano firmate da brand lussuosi e esclusivi.
I colori  innaturali profumano di artificio come la pseudo natura umana di putrefazione.
 
“IL MALE VESTE PRADA” e Miu sa muoversi con eleganza e sobrietà nel viaggio mistico/diabolico dell’inferno cosmico.
Il brand cinematografico NWR lascia il segno, ancora, con qualche inciampo strutturale, semantico e semiotico, ma la sua creatività caotica, visionaria e disturbata continua a provocare e sconvolgere ad evocare segnali inequivocabili di vitalità artistica.
 
Il diavolo è ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini
(Karl Kraus)