Al letto con Sartre

Si può sempre fare qualcosa di ciò che si fa di noi.
 (J.P. Sartre)
 
Piccola città portuale al nord della Francia, una “famiglia”/clan.
Jeff, il boss,  si esercita a scrivere poesie per la cassiera del supermercato mentre la figlia e la moglie appassiscono davanti alla tv.
Una realtà violenta e ignara, vede il conflitto tra  nuove e vecchie generazioni, per spartirsi il commercio dei container.
Poussin, con il libro La calma interiore nel taschino,  insieme a  Jesus, deve convincere i compagni di scuola della figlia del capo ad essere presenti al compleanno, con misure brutalmente persuasive mentre Neptune è demandato a consegnare poesie alla cassiera per convincerla ad incontrare l’innamorato.
Jacky, altro componente della “famiglia” allargata, deve recuperare un debito dal contabile e pensa di farlo con un’accetta gialla e rossa ma finisce per invaghirsi della moglie parrucchiera a sua volta travolta dai concetti di Simone De Beauvoir e dalla piece teatrale che la vede protagonista:
 
Non si nasce donna lo si diventa… mi hanno detto che per piacere devo essere un oggetto di piacere… la trascendenza deve prevalere sull’immanenza…
 
Simone De Beauvoir  le ha sconvolto la vita… quando la interpreta riesce a parlare senza balbettare…
Ma, ogni volta, chi deve interpretare Jean Paul Sartre muore e  non rimane che al geloso e possessivo Jacky mettersi nei panni del filosofo per baciare, amare, pensare insieme alla parrucchiera alias De Beauvoir…
Criminalità e poesia, erotica e violenza, un Amleto in adattamento bisessuale senza dialoghi, l’uomo più triste del mondo che può diventare il più felice mentre c’è chi vorrebbe spaccargli la faccia.
La prepotenza, il mare, l’orizzonte, la plastica mentre l’interprete di Simone dichiara che “non c’è nulla senza esistenzialismo” e senza Sartre “non c’è emancipazione”.
Omicidi tra Mozart,  poesia e filosofia con la paura di tornare alla solita vita incastrata tra l’esistenza e l’essenza.
Questa musica non suona per nessuno… titolo francese
Canzoni d’amore per persone tristi… titolo inglese
Al letto con Sartre… titolo italiano
Il regista riesce a confezionare una commedia buffa e surreale con grandi licenze creative ma sempre con un taglio esistenzialista.
La capacità di trattare il valore della vita che si incarna nella vita stessa, nell’esistenza che è dappertutto ma non si incontra mai…
Un modo divertente e ludico per ricostruire il tema dell’esistenza che è al di sotto e al di là di qualunque spiegazione.
Nel film non esiste un tentativo di persuasione attraverso le parole ma solo attraverso i fatti, attraverso la violenza.
L’amore è un pretesto come l’arte: tutto finalizzato a non incontrare l’esistenza alla quale gli uomini sono condannati; la stessa esistenza che
attraverso l’arte squarcia il velo delle impressioni canoniche ma, come il sapere, tende a rimuovere l’impatto traumatico con se stessa.
Un film dove uccidere non è un problema, perché il vero reato non è l’omicidio ma l’incapacità di incontrare l’esistenza e quest’ultima può essere riscattata solo come fenomeno estetico perché l’immanenza assoluta è priva di qualunque senso.
Un film grottesco e estremamente divertente, dove l’assurdità è la vera  sfida e la vera metafora dell’esistenza:  l’unico invito alla resistenza per non scivolare nell’incoscienza.
 
La vita non ha senso a priori. Prima che voi la viviate la vita di per sé non è nulla; sta a voi darle un senso e il valore non è altro che il senso che scegliete.
(J.P. Sartre)