Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Delirium

(Film, 1968)

Film importantissimo per la carriera, per le sperimentazioni e la maturazione dell'estetica e poetica di Jess Franco,

Succubus viaggia totalmente su atmosfere surreali e grottesche, la messa in scena è in ottima così come la ricerca e delle ambientazioni, degli scenari che Franco inquadra con stile.

Ci sono già tutti gli ingrediente che Jess svilupperà maggiormente in seguito fino ad arrivare al capolavoro Vampyros Lesbos, quindi troviamo le atmosfere jazz, la passione, i collegamenti tra amore e morte, il forte surrealismo, il sadismo e un'aura onirica, ipnotica che pervade tutto il film grazie anche a un'ottima colonna sonora, elemento importantissimo nei film di Franco che fanno parte della narrazione stessa.
Dunque il film procede, si sviluppa per percezioni, sensazioni ed atmosfere, il tempo si fonde al racconto tra viaggi onirici, ricordi del passato e accenni di follia.

E' molto interessante e notevole il fatto che la fotografia opta molto per toni che vanno sul bianco, luci luminosissime, il film crea atmosfera e intensità tramite il diurno e grazie al taglio delle inquadrature, i vari punti macchina fa che viene fuori una perenne atmosfera da sogno, fuori dal normale.

Anche le figure architettoniche hanno la loro rilevanza, la chiesa gotica di Berlino sarà riutilizzata anche in Eugenie(De Sade 2000), l'inquadrare l'orologio, il sentirsi del ticchettio dello scorrere del tempo che si sente alimenta l'esperienza sensoriale e di una narrazione perdurante e non lineare, perché surreale.
La malinconia che Franco riesce a inserire è considerevole, il personaggio di Lorna, la protagonista, è perennemente imprigionata in queste sensazioni che cavalcano passione e morte.

Gli elementi che vengono inseriti nelle inquadrature hanno il loro scopo, come si è già scritto, la componente architettonica, anche il castello in riva al mare infonde connotazioni fantastiche al film ma anche gli stessi alberi, i rami, Franco li inserisce spesso nei suoi film, a tratti sono inquadrati fuori fuoco, sanno contornare l'inquadrature e i rami imprigionano spesso i personaggi come nel caso di Lorna. E' il come gli alberi sono inquadrati a infondere le sensazioni surreali e oniriche.
Il film è ricco di simbolismi, accenni mitologico, religiosi, letterari e cinematografici pervadono la pellicola, bellissima la sequenza dove tramite movimento di macchina vengono mostrati i classic monster del cinema quindi Dracula, Frankenstein, Mostro delle Laguna e perfino Godzilla.
Jess Franco prende a esempio giganti del cinema come Goddard e Bunel, inserisce momenti e situazioni grottesche, grandiosa la sequenza nella casa borghese dove Lorna viene assalita dagli astanti come fossero dei cani e un personaggi ha proprio il costume da cane.
La ragazza che piange mentre legge Romeo e Giulietta, un Howard Vernon fantastico nella scena dove è un ammiraglio e inizia a mangiare sassi o ancora il maggiordomo che entra di sobbalzo in scena con uno scarafaggio in volto, di esempi e trovate simili il film ne ha moltissimi.
Lo si sa, Franco ammirava tantissimo Mario Bava, perciò lo omaggia inserendo nel film una scena splendida con i manichini che ricorda il maestoso Sei Donne Per L'Assassino. La sequenza in questione è folle e pazza con i manichini che si muovono, avanzano, primi piani sulle gambe, continui cambi di parrucca per una Lorna in preda al delirio.

Un gioiello, un film che sa rapire, catturare lo spettatore che viene immerso, portato in questa esperienza onirica e surreale dove Lorna sembra viaggiare tra lo spazio-tempo in esterni luminosi all'eccesso con angolazioni di camera ricercate e deliri di passione conditi da una follia, un lato grottesco sempre presente con continue trovate immersive come l'improvvisa veglia funebre.

Film imprescindibile per comprendere al meglio, cercare anche la genesi, la formazione del cinema di Jess Franco.