Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Rita

(Film, 2024)

Jayro Bustamante è un regista del Guatemala che si è fatto conoscere per il suo bel film La Llorona, da non confondere con l'omonimo film del Conjuringverse, Bustamante tramite l'horror, il folklore, il fantasy tratta di argomenti socio-politici del suo paese e così fa anche in Rita.
Il film ha il suo fascino e crea immagini suggestive proprio perchè è un forte dramma molto tragico vengono inserite note fantasy, anche a livello di inquadrature.

Rita è una ragazza che ha subito abusi, dal padre così come la sua sorella piccola, perciò decide di fuggire dalla famiglia ma finendo all'ospedale viene poi rinchiusa in un orfanatrofio che sarà un vero incubo e inferno per come gestito.

L'aspetto interessante è che le ragazze effettivamente detenute all'interno della struttura si dividono in gruppi che hanno carature fantasy quindi ci sono angeli, fate, stelle e annesse presenze mitologiche di streghe.
All'interno dell'orfanatrofio le ragazze subiscono violenze e abusi senza la minima speranza di trovare una famiglia, perciò l'obiettivo è quello di tentare un'impossibile fuga.

La regia crea inquadrature che danno una sensazione di prigionia in quanto Rita e le ragazze sono effettivamente come fossero in un carcere, anche peggio; Bustamante crea bellissimi scenari e atmosfere cupe.
Bellissima ad esempio la sequenza quando Rita si addentra nella foresta nell'accampamento delle Stelle, le ragazze che fanno parte di questo gruppo sembrano quasi delle Parche della mitologia greca, quindi c'è un'ottima cura visiva e impatto scenico.
La carica espressiva è presente sia nelle scene di giorno che in notturna, il forte colore bianco molto luminoso da una sensazione di sovrannaturale così come le scene in notturna hanno connotati da film horror.

Rita entrerà a far parte del gruppo degli Angeli, legherà con le ragazze di questa “fazione”, quindi dovrà indossare le ali che chiaramente simboleggiano la voglia di libertà.
Il film è narrato dal punto di vista della stessa Rita dove la ragazza, tramite voice over, dice di inserire elementi fantasy, da fiaba dark, quindi l'inizio del film inquadrato dall'alto in stile Shining dove la macchina si dirige verso l'orfanatrofio diventa significativo tramite il finale, perchè evidenzia proprio il punto di vista di Rita.

Se per La Llorona l'elemento naturale chiave era l'acqua, donne e neonati venivano annegati dalla dittatura del Guatemala, in Rita l'elemento naturale centrale è il fuoco.

Rita insieme agli altri angeli, sempre le ragazze dell'orfanatrofio, tenteranno di tutto per fuggire, il tragico finale trasformerà le ragazze in effettivi angeli o forse ancora meglio in fantasmi come se diventassero delle entità, ecco quindi l'inizio narrato dall'alto, tipiche delle ghost story che attendono o vogliono giustizia.

Un racconto tragico dove Bustamante inserisce elementi fantasy con toni horror, funziona il veder legare Rita con le altre ragazze, il regista mostra padronanza tecnica con piano-sequenza e movimenti di macchina a scandire la tensione e soprattutto funzionano le atmosfere cupe e che ridanno al paranormale.

Sì, rispetto a La Llorona ci sono dei clichè in più, le luci che si spengono mentre Rita è allo specchio e di spalle appaiono le ragazze Stella con i teli neri e volendo si sarebbe potuto approfondire di più il come i miti, il folklore stesso incida nell'animare le ragazze, nel dal loro speranza ma il film riesco a essere evocativo con immagini ben costruite e suggestive.
Una narrazione tra mito e speranza durante un vero e proprio inferno che sfocia in tragedia.
Alcune leggerezze e il non dare troppo spazio ad alcuni personaggi, tipo la strega dell'orfanatrofio, si possono giustificare in quanto il racconto è dal punto di vista della protagonista quindi anche nel finale sono le ragazze degl'Angeli ad essere protagoniste senza mostrare le altre fazioni.

Bustamante riesce a parlare dei drammi del Guatemala, delle strutture organizzative che non funzionano, dei gravi torti e abusi tramite il folklore e il fantasy.

Una realtà talmente atroce da dover essere inquadrata come fosse un dark fantasy, ma la crudeltà dell'uomo è purtroppo reale, se in La Llorona l'ambientazione era la villa del generale in Rita è l'orfanatrofio ad essere il regno dell'orrore; l'horror si interroga sempre nella relazione tra soggetto e spazio scenico dunque Bustamante mostra eventi reali re-immaginati come fantasy dalla protagonista Rita perchè troppo assurdamente malvagi per essere veri.

In La Llorona era proprio l'elemento del folklore a irrompere nella realtà per farsi giustizia da solo del regime dittatoriale dunque di una società impunibile perchè corrotta, in Rita le ragazze, gli angeli sono li ad aspettare e ad attendere giustizia.