Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Longlegs

(Film, 2024)

Oz Perkins porta ancora avanti il suo discorso sul senso della vista, sullo sguardo infatti,  in February, film d'esordio, Kat voleva vedere Satana come nuova figura genitoriale per non essere sola, in Gretel e Hansel la ragazza vede, sente, percepisce la strega anche oltre la vista e in Longlegs anche Lee vede più degli altri anche se non può avere il quadro completo della situazione perchè non ricorda, non può vedere tutto e perciò Perkins imbastisce un film misterioso ricco di simbolismo esoterico, con inquadrature che richiamano la prigionia giocando con l'aspetto opposto dell'apertura degli occhi ma anche dei vari oggetti con i quali Lee interagisce e avanza la sua indagine.
Il regista sa creare immagini suggestive e atmosferiche e anche a livello tematico ha un sui discorso sui personaggi femminili sempre in preda alla solitudine e alla ricerca di un qualcosa, una figura genitoriale sostituiva, una propria via e perciò sono personaggi che costantemente guardano, vedono più in la degli altri personaggi del film e percepiscono cose anche al di la del mondo reale.
Anche Lee è un persona sola, non ha più contatti con la madre e anche quando era più piccola la stessa madre dice che nessuno le passavano a trovare e nel presente vive comunque in un'abitazione isolata. Le stesse inquadrature di Perkins enfatizzano la sensazione di solitudine della protagonista.
Maika Monroe svolge un ottimo lavoro nel dare questa sensazione di disagio, all'apparenza anche assente ma in realtà sempre alla ricerca di un qualcosa.

Lee vede più in la degli altri ma non basta, perciò lei e il team del FBI sono come intrappolati, per questo Perkins gioca tra spazi chiusi e aperti attuando anche il simbolismo degli occhi che è centrale per la sua tematica dello sguardo.
Tramite le immagini Perkins incide nel dare il senso di oppressione, i personaggi, Lee avanza nelle indagini grazie anche alle sue doti sa sensitiva anche se non sono piene ma c'è un qualcosa che manca sempre, che ne Lee ne tantomeno il team del FBI riescono a vedere.

Dal concetto di chiuso per poter arrivare alla verità, alla conoscenza bisogna aprire, dunque tutto il simbolismo tra occhi chiusi e aperti e segnalare lo status della protagonista Lee ed è interessante come Perkins insiste molto nei gesti dell'apertura delle porte, nell'inquadrare anche le finestre che richiamano sempre al concetto di sguardo, visione e di oggetti che proprio vanno ad aprirsi mostrando man mano ciò che Lee si appresta a scoprire.

Notevole il lavoro di Perkins sulle inquadrature, le sagome del satana caprino onnipresente sugli sfondi e disseminate per tutto il film donano atmosfera e inquietudine.

Il discorso sullo sguardo il regista lo porta avanti già da February e in Longlegs è lo sguardo del male quello che vede e osserva tutto, ha occhi ovunque e sempre aperti, mentre Lee Harker che pure può vedere più degli altri non può avere il quadro completo, non ricorda.

Interessante come Longlegs viene all'inizio inquadrato senza mostrare gli occhi, ancora il concetto della vista che ritorna. Così come è emblematica la scena nella fattoria con le luce dalle finestre che ricordano gli occhi malefici della bambola, quindi ancora gli occhi del male che osservano e infatti nella scena seguente Lee è inquadrata dall'alto proprio come fosse osservata.

Dunque la protagonista è estraniata e qui Perkins piazza Lee in scena come fosse sempre dominata dalle inquadrature, più "piccola" in confronto all'ambientazione in modo tale da far risultare la solitudine e lo spaesamento.
Non a caso si abbonda di grandangolo che distorcono la percezione e danno quel tocco sovrannaturale al film.

Lee è costantemente perseguitata, inquadrata spesso di spalle con lenti movimenti di macchina, i satanassi sullo sfondo la osservano, dunque Longlegs anche quando non c'è in realtà risulta onnipresente, lui sa tutto di Lee e c'è sempre stato.
E' molto bello e interessante vedere Lee mentre compie le indagini, cerca, trova ma nel frattempo è perennemente osservata senza che lei possa saperlo.
Ciò crea una forte atmosfera d'inquietudine e gli sfondi molto scuri, le ombre alimentano tale sensazione.

Anche il colore ha il suo significato, vista l'atmosfera esoterica e satanica sì i toni cupi e scuri sono molto presente ma Longlegs è totalmente bianco così come le case dove si reca.
Le famiglie che Longlegs si appresta a distruggere sono religiose, ci sono crocifissi appesi dunque un apparire limpidi, "per bene".
L'adepto si satana in total white che distrugge famiglie cristiane viste dalla società come modello, anch'esse quindi bianche nel senso di "puro" a livello prettamente esteriore di come sono viste dalla società e il sangue, chiaramente rosso, va a "macchiare" tali famiglie e il bianco.

Le bambole sono per antonomasia involucri vuoti, senza anima, il male può essere ovunque e chiunque, non è rappresentato solo da Longlegs, anch'esse un adepto di satana, e la transizione di montaggio tra la bambola e il volto di Longlegs è ottimo e rappresenta perfettamente questo concetto.

L'aspetto delle bambole raffigura anche il doppio, l'oscurità che si annida, le bambole sono oggetti vuoti che il male può riempire.

Intriganti e suggestive anche le visioni esoteriche, i serpenti su sfondo rosso che vede Lee, le inquadrature dal basso, satana risiede all'inferno, nelle profondità e infatti Longlegs lo chiama "l'amico del piano di sotto" e chiaramente le bambole, i veli neri con gli occhi che si spalancano a creare momenti suggestivi.

Il 4:3 del passato e il formato panoramico del presente amplificano il concetto di chiuso e aperto, il male ha sempre gli aperti mentre nel presente Lee può vedere fino ad un certo punto mentre tutti gli altri, le famiglie non vedono proprio, hanno gli occhi chiusi.

Sì, nel finale c'è uno spiegone forse eccessivo, un voice over mentre si mostra le immagini che fanno comprendere tutto, quest'aspetto poteva essere gestito meglio perchè comunque già bastavano le immagini a spiegare perchè sono forti di loro.
Questo però non mina affatto la qualità, che è elevata, del film dove ancora una volta Perkins parla di rapporti familiari complicati, di solitudine, estraneazione dove Lee cresce senza un padre, con una rapporto complesso con la madre e il finale risulta alquanto enigmatico.

Satana sarà davvero riuscito a portare Lee verso l'oscurità? La soggettiva della bambola risulta inquietante e il gesto che precedentemente compie Lee è brutale e forse il meno umano possibile.

Molto, molto, molto bello.