Plaisir a Trois è una sorte di remake di Eugenie, sempre diretto da Jess Franco, dove il regista inserisce molto umorismo nero e tramite il museo degli orrori, presente nella splendida abitazione di Martine de Bressac, è presente in maniera visiva e impattante anche il lato horror.

Martine torna a casa dopo la cura presso l'ospedale psichiatrico, ad accoglierla sono presenti in marito Charles e la “domestica” Adele, ragazza muta interpretata da Lina Romay, è nell'abitazione dei de Bressac che si scopre esserci un museo degli orrori dove Martine tiene delle donne imbalsamate che lei stessa paralizza e uccide tramite droghe dopo averci avuto rapporti sadici rapporti sessuali.

La casa dei de Bressac è inquadrata in modo splendido da Franco, gli interni sono folgoranti, le scene sulle scale e i colori utilizzati, rosso, celeste, blu e il verde compongono un'ottima fotografia e una messa in scena gestita benissimo dal regista.

Bellissimo quel movimento di macchina che dalla discesa delle scale di Martine con queste luci rosse si sposta verso il museo degli orrori dove si vedono le donne imbalsamate sempre su fotografia rossa e contornata anche da una cupezza di fondo.

Dunque Martine osserverà la nuova vicina di casa Cecile e decide che sarà la sua nuova vittima che prima dovrà essere introdotta al sadismo tramite il marito Charles e la domestica Adele.

Nel film ci sono le tipiche sequenze dilatate di Franco, scene prolungate di perversioni sessuali per un racconto che tratta le tematiche del sadismo di Franco collegate con la morte.

Lo svolgimento presenta momenti di black humor, Adele che si imbratta la faccia di trucco ma soprattutto il finale, un burla macabra dove le perversioni sessuali si ritorcono contro a Martine e che mostra come in realtà nessun personaggio del film è davvero positivo.

Martine uccide delle donne per le sue perversioni sessuali ma anche il marito Charles asseconda tutto questo e il tradimento finale assieme a Cecile ha contorno sadici e macabri e messi in atto per pura avidità.

Le musiche schizzate amplificano queste sensazioni allucinogene del film che si protraggono nelle scene erotiche quindi la fantastica sequenza del gioco sadico tra tutti e quattro i personaggi dove la fotografia va totalmente sul rosso avvolgente, tornano i manichini a richiamare Succubus e si nota lo sguardo di Franco il suo gusto per le esibizioni stile cabaret che ha spesso messo in scena nei suoi film.

Non mancano momenti quasi sognanti tramite inquadrature in esterno dove ad esempio Adele è in posa accovacciata, a rievocare Eugenie di De Sade 2000, sul davanzale della finestra dove è presente la vegetazione, il momento diurno con la tavola allungata a infondere un po' di surrealismo che tanto ama il regista.

Si è di fronte a un film che mostra sia il sadismo, il lato erotico che l'horror dove tramite il museo degli orrori per certi aspetti , la struttura dell'abitazione, le donne vittime che rimangono imprigionate nella casa dei de Bressac viene richiamato il meravigliosi Black Cat di Ulmer e viene anche fuori l'umorismo del regista tramite momenti, azioni dei personaggi e quel finale malsanamente ironico ma anche pessimista perché comunque Charles non è di certo un personaggio positivo ma riesce nel suo intento.

Gustoso e interessante.