Il cinema di Audiard racconta spesso di sogni, voglia di liberazione della propria condizione sociale, sentimentale e lavorativa ma che poi tali sentimenti finiscono per portare distruzione e ingabbiare gli stessi personaggi che erano riusciti a cambiare vita.
Emilia Perez per certi aspetti non è infatti dissimile a De battre mon cœur s'est arrêté e The Sister's Brothers, nel western di Audiard il personaggio di Elia vuole mollare la vita da gangster ma è troppo legato al fratello Charlie per abbandonarlo, quindi seppur con riluttanza lo segue nelle varie mattanze che causano, lo protegge fino alle fine.
Anche Thomas, protagonista di De battre mon cœur s'est arrêté, ha il sogno di diventare pianista però conduce affari per il padre, malavitoso, la morte del padre da la libertà all'apertura definitiva al sogno di Thomas ma per vendicarsi del padre distruggerà tutto, quindi ancora una volta un legame familiare, di sangue, che riporta il personaggio alla vita precedente da cui voleva, ed era riuscito, a fuggire.
Manitas, gangster, vuole cambiare sesso diventando una donna e questo non semplicemente per fuggire o cambiare identità ma perchè fin da piccolo ha sempre sentito di una essere femmina, quindi vuole la vita che non ha mai avuto e per farlo si avvale di Rita, avvocato delle ottime abilità ma incastrata, oppressa, dalla società e del suo superiore che non la fa emergere.
Dunque se Manitas era un gangster, Emilia Perez cerca di fare l'esatto opposto, crea una fondazione per ritrovare i cadaveri, i corpi delle persone scomparse dando pace alle madri e alle famiglie dei defunti.
Nel bellissimo dialogo, anche musicale, tra Rita e il chirurgo di Tel Aviv quest'ultimo dice espressamente:" Io aggiusto solo il corpo ma non l'anima" mentre Rita non è della stessa opinione e qui fa comprendere il perchè ha a cuore tutto la vicenda, non solo per i soldi, dicendo:" Cambiare il corpo cambia la società, cambiare la società cambia l'anima, cambiare l'anima cambia la società, cambiare la società cambia tutto".
Ma è davvero possibile cambiare l'anima?
Come spesso accade nel cinema di Audiard cono i legami di sangue, dunque Jessi, moglie di Manitas e due figli a rifar emergere l'anima gangster che Emilia sembrava aver sotterrato.
Il personaggio di Rita ricorda per certi aspetto quel del Profeta di Un prophète, Malik sogna la libertà come Rita sogna un'emancipazione, una società giusta, seguendo Manitas/Emilia finirà per ritrovarsi coinvolta nelle dinamiche da gangster come del resto i film di Audiard mostra quasi sempre, personaggi che si ritrovano per amore, emozioni al centro di spirali di violenza e rese dei conti.
E' infatti emblematica la scena dove Rita chiama gli scagnozzi di Emilia con tanto di momento dove impugna una pistola.
Sempre dal dialogo tra Rita e il chirurgo:" Quando nasci per lottare e sei stato cresciuto per uccidere fai meglio a ballare se non vuoi morire", Rita si riferisce a Manitas ma è evidente come le parti di musical riguardano principalmente le tre donne del film, Rita, Emilia e Jessi, tutte e tre tramite i momenti musical esprimono le loro emozioni e propri pensieri, tutte e tre sono donne del Messico, donne che soffrono e che hanno sofferto.
Rita non riesce a trovare un posto, le città sono ostili verso di lei e non un caso se il film mostra diverse ambientazioni quali Città del Messico, Bangok, Tel Aviv e Londra, Rita non è mai felice, e le inquadrature iniziali su Città del Messico esprimono proprio questa sensazione di una città, della società che inghiotte Rita, inghiotte l'individuo che non riesce ad esprimersi sentendosi dunque smarrito e non valorizzato.
Lo spezzone musical dove Rita gode vede, immagina le carriere distrutte dei politici durante la serata evento per la fondazione di Emilia, mostra il perchè Rita continua a seguire Emilia, quello che ricerca Rita è una giustizia sociale perchè la società l'ha sempre avversata.
E' perciò interessante vedere tutti e tre i punti di vista delle figure femminili del film, tutte e tre in vari momenti del film sono sole e in posizioni scomode basta pensare che Emilia porta a vivere con se Jessi e i figli dove lei è il padre ma Jessi è ignara di tutto, pensa che il marito sia morto e vorrebbe rifarsi una vita mentre Rita deve gestire la situazione e allo stesso tempo trovare un posto nel mondo.
Il finale ancora una volta può ricordare quello di Un prophète, l'eredità di Emilia, la gestione dei figli, Rita però trova se stessa tramite questo, è valorizzata oppure ne rimane ingabbiata a vita?
A livello tecnico Audiard non lo si scopre di certo oggi, bei movimenti di macchina, rotazioni e anche raccordi di montaggio notevoli.
Le parti di musical sono buone e ben gestite ed hanno il loro senso non solo nell'esternare le emozioni dei personaggi ma anche in ottica di melodramma in se, Douglas Sirk che a differenza degli statunitensi, essendo lui tedesco, dunque europeo, nel melodramma ci vedeva una componente musicale e in Emilia Perez il melò c'è così come la sua origine musicale e chiaramente il discorso che poi ne fa il regista andando oltre alle dinamiche del genere, e dei generi, in se.