Vibes esoteriche, la strega, il mito di Baba Yaga, il film ha degli ingredienti potenzialmente interessanti conditi anche da alcuni momenti di messa in scena non male però lo svolgimento risulta un po' da tipico horror non troppo ricercato e purtroppo sono anche presenti i soliti jump scare.
La regia di Caradog W. James costruisce tonalità cupe di fondo anche buone, l'intero film è totalmente avvolto dall'oscurità con una messa e scena e fotografia comunque curata e non male.
Anzi, ci sono dei guizzi di fotografia buoni con scene che hanno il loro colpo d'occhio e dunque che creano suggestione, come ad esempio quando la creatura emerge dal lavandino nell'appartamento dove vive la protagonista Chloe, tutta la scena è avvolta nel rosso creando anche atmosfera come del resto lo è il finale.
Il film parla di genitorialità in quanto l'artista-scultrice Jess per problemi di droga ha rinunciato a provvedere alla figlia, Chloe, una volta tornata in sesto sia a livello economico che sociale, vuole ottenere l'affidamento della propria figlia ma tra le due non scorre buon sangue in quanto Chloe si è sentita abbandonata dalla madre ed è restia a tornare da lei.
Quindi le due protagoniste femminile che dovranno intraprendere un percorso di fiducia reciproca all'insegna dell'horror, del mistero.
Come scritto nel film sono presenti simboli esoterici quali l'ornamento della capra in ottone del bussa-porta nella casa di Mary, accusata di essere una strega, la stessa scultura della capra bianca nel giardino della casa di Jess, buona le scena quando c'è la sciarpa rossa sulla capra e anche la collana che Tira, una cliente di Jess, regala a quest'ultima.
Caradog W. James mostra anche padronanza tecnica, ci sono bei movimenti di macchina, il più vistoso è quello a capovolgere il corridoio prima di addentrarsi nell'appartamento di Chloe e in generale ci sono zoom in, movimenti di macchina che simulano la presenza di un'entità che osserva Chloe, la perseguita.
Quindi ci sono buone inquadrature a distanza, Chloe inquadrata di spalle che danno la sensazione di “presenza”, questo perchè Chloe, insieme al suo ragazzo, per gioco bussano due volte nella casa di Mary e chiaramente in questa tipologia di film quando si sfidano per gioco i miti del folklore si finisce sempre male quindi per davvero prima Danny, ragazzo di Chloe, e poi quest'ultima saranno perseguitati da un'entità.
L'aspetto del mister non è invece così coinvolgente, questo perchè è un po' tutto fin da subito abbastanza leggibile ma comunque, di per se non è neanche un grosso problema perchè se si sa creare tensione e suspance il film regge lo stesso. Però, lo svolgimento ha poco mordente, le sottotrame del detective, della stessa Tira e quindi di Jess con l'assistente dei servizi sociali che deve controllare se la convivenza tra Jess e Chloe risulta ok, non risultano ne così esplorate ne approfondite.
Perciò il dispiegamento di queste unite a una risoluzione del mistero che non porta ad una vera sorpresa non fa avere al film la giusta forza.
Nei film col paranormale spesso l'elemento sangue è assente e seppur di certo nel film non si abbonda di splatter c'è una scena con una gola tagliata che da un certo sussulto e mostra comunque come il film non è gestito totalmente a tirar via come altre produzioni simili.
Anche il prologo mostra una certa cura estetica, è tutto molto cupo, si nota subito anche senza dialogo che tra Chloe e Jess c'è distanza così come nelle scene successive è interessante che Jess mostra esegue la scultura per Tira, tira via il volto del bambino che sta creando a segnare sia il conflitto madre-figlia ma anche a dare il via a ciò che è il film cioè Baba Yaga, la rapitrice di bambini.
Purtroppo in diverse circostanza si cade nell'inserire i jump scare va comunque riconosciuto che Caradog W. James non tira i remi in barca, non crea una cloaca di jump scare, questi ci sono ma non si straborda come in altre produzioni.
E' un film che in determinate circostanze con inquadrature riuscite crea anche suggestione ma ad esempio nel finale dove si potevano avere sequenze molto d'effetto, il film dedica poco minutaggio, c'è poca enfasi dunque anche la fuga, lo scenario sovrannaturale, la foresta, il sotterraneo non riesce a sviluppare tutta la sua forza espressiva.
Questo è un po' un peccato perchè la fuga finale ha poco mordente e l'inquadratura che chiude il film, la scena è invece ben eseguita con questa fotografia totalmente in rosso che dimostra che se il film avesse avuto più coraggio e accortezza sarebbe potuto risultare più forte e più riuscito.