Il conclave per la proclamazione del nuovo papa diventa un thriller politico-investigativo ricco di scandali, campagna elettorale dove ogni fazione, come fossero delle elezioni politiche, cerca di ottenere la vittoria, dunque liberal, reazionari, conservatori a scontrarsi.
Chiunque voglia diventare papa in qualche modo si “macchia” di eccessiva ambizione, di orgoglio vacuo dunque di ragionamenti e azioni prettamente da calcolo politico e in diversi casi anche di azioni illegali.
Dunque il regista Edward Berger effettua l'interessante operazione di mettere in scena un conclave politico in piena campagna elettorale, dove le varie fazione devono cercare il consenso, ottenere voti, scontrarsi e agire nell'ombra organizzando sotterfugi vari con elementi al limite anche di una spy-story.
Edward Berger dirige il film a tratti in modo solenne, punta molto sulla costruzione del quadro, sull'inquadratura fissa, offrendo buoni scenari e dando forza ai singoli dettagli dei rituali del conclave e degli scrutini.
La messa in scena gioca molto sui chiaro-scuro, scelta emblematica per rappresentare da un lato la “purezza” che dovrebbe avere figura come il papa e una dinamica solenne come il conclave, gli scuri rappresentano gli animi dei cardinali, la loro voglia di diventare papa andando incontro a malefatte.
Chiaramente, il chiaro-scuro raffigura anche la celebre fumata che può essere nera o bianca.
Il film è incentrato sulla figura del cardinale Lawrence che il compito di dirigere il conclave.
Lawrence è un bel personaggio, profondo, ben caratterizzato e Ralph Fiennes dona un'ottima interpretazione.
Il cardinale in questione ha dubbi, si era dimesso dalla carica di cardinale ma il papa, prima di morire, rifiutò le dimissioni, non ha mire di ambizioni di diventare il papa, è un liberal non vorrebbe il reazionario cardinale Tedesco come nuovo pontefice, la sua mano ferma, le investigazioni, scoprire gli scandali sui cardinali favoriti verso il papato lo metteranno sempre più dentro il dibattito politico e al centro di tutto.
Interessante quando insieme al cardinale Bellini, il “portabandiera” dei liberal, parlano di votare il meno peggio per non far vincere Tedesco, ciò rispecchia tantissimi le elezioni politiche dove puntualmente i liberal votano il meno peggio, si parla di voto utili per cercare di arginare l'avanzata delle destre reazionarie.
Berger da tantissima importanza e risalto agli ambienti ciò enfatizza la solitudine di Lawrence, spesso dominato dalle inquadrature, i suoi dubbi, le sue ansie e paura sia sul futuro del papato, della chiesa ma anche su stesso su cosa deve cercare e su cosa debba credere.
Il cardinale Lawrence dunque, a differenza di molti altri cardinali, non ha l'ossessione di diventare papa, anzi tutt'altro, per la “causa”, per battere Tedesco, si “macchierà” anche lui di un momento, probabilmente neanche davvero voluto, di essere in prima linea e qui Berger va ancora oltre in ottica film di genere e thriller-politico, con l'attentato e la bomba, in una scena enfatica come a rappresentare le colpe dei cardinali e “punire” l'atto di Lawrence nella scena durante lo scrutinio al momento del voto.
Scena fotografata in modo cupo, dove predomina l'oscurità e la bomba crea una spaccatura dove dall'alto penetra luce e Berger immortale l'immagine.
La regia crea molte inquadrature simmetriche e geometriche, c'è un forte studio per la costruzione del quadro e per la composizione delle immagini.
Giochi di ombre, tonalità cupe e scure ma anche scenari dominati dal bianco e fessure dove la luce entra con forza.
Il film è in digitale, Berger come scritto lavora tantissima sulle immagini fisse talvolta costruendo buonissime inquadrature mentre altre volte il digitale non da la giusta forza, il regista si nota che ha qualità ma deve migliorare nella gestione della fotografia anche se comunque si è di fronte a un buon risultato.
I vari personaggi del film sono interessanti, Lawrence, Bellini mentre invece il cardinale Tedesco risulta un po' più una macchietta, l'aspetto più interessante del personaggio è quando dice di voler ripristinare la messa in latino perchè così unirebbe i fedeli sotto un'unica lingua a differenza del presente dove gli stessi cardinali si dividono in fazioni e per nazionalità.
Come scritto il film segue il cardinale Lawrence quindi non approfondisce questi aspetti, ad esempio in ogni scrutinio il cardinale Benitez guadagna voti ma la narrazione non mostra mai come e perchè a differenza degli altri cardinali.
Certamente è un film dove si comprende chiaramente chi sarà eletto come nuovo papa, non che sia un problema, forse magari il finale è un po' eseguito in ottica Oscar ma comunque è coerente con le riflessioni di Lawrence e del film sui concetti del dubbio, delle certezze e dunque delle stesse etichette.
Etichette che l'uomo si si da per facilitarsi la comprensione del mondo, dunque anche le stesse categorie politiche, ma in realtà la natura, l'universo non ha “etichette” queste siamo a noi a darle per classificarle e cercare di semplificare la comprensione.
Sì, ogni tanto il digitale non ha sempre molto forza, anche se comunque ci sono inquadrature notevoli e senza dubbio il lavoro di Berger a livello di immagini è buono con alcuni momenti dal bell'impatto visivo ed è tra i fattori migliori del film, la parte politica poteva essere un po' più approfondita ma il personaggio di Lawrence funziona, è interessante così come le stesse inquadrature che lo incorniciano e l'idea di mostrare il conclave come fosse una campagna elettorale in in thriller-politico con elementi da spy story è vincente.