Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Bagman

(Film, 2024)

Bagman vorrebbe parlare dell'american dream in frantumi di come oggi nella società americana è impossibile sognare, in una società che non offre l'opportunità di un'ascensore e mobilità sociale che rimane solo un mito, uno slogan. 
Questo è inscenato dal personaggio di Patrick che fin da bambino intaglia il legno con il coltello che gli ha regalato il padre, potenzialmente infatti Patrick sarebbe un modellista, un artista e il coltello è la materializzazione dei suoi sogni in realtà traditi, sconfitti dato che nell'età adulta non riesce a trovare finanziamenti e la famiglia composta dalla moglie Karina e dal figlio Jake rischia di non reggere il tenore di vita della classica famiglia borghese americana.

Purtroppo però la regia di  Colm McCarthy è piatta e scialba, non c'è proprio mai un tocco di personalità, un guizzo visivo, scene o inquadrature costruite con forza.

Il film avanza in modo molto blando tra i tantissimi jump scare anche questi mostrati in modo generico senza mai generare davvero tensione o atmosfera.
Anche la scrittura è debolissima, nessun discorso viene davvero portato avanti, il personaggio di Karina non è minimamente esplorato così anche quest'apparenza di critica sociale perde nettamente di forza.

Gli accenni, tramite i flashback del giovane Patrick, alle atmosfere stile King non hanno verve, non c'è mai minimamente lo spirito del noto scrittore e anche qui i personaggi secondare non sono per nulla scritti quindi non c'è mai impatto.

La figura del Bagman è debolissima nel senso che ha una resa visiva scadente, quando inizia a correre stile ninja il risultato è in realtà risibile e anche il presunto climax finale nella caverna, nella tana del Bagman è sempre forza, la regia non riesce proprio a creare inquadrature e scenari suggestivi.

Dunque il film risulta un horror scadente, senza personalità, generico senza un minimo di impatto.