Apartment 7a ribalta il concetto di maternità di Rosemary's Baby, Rose era sposata, voleva essere madre e dunque avere un figlio invece Terry, la protagonista del prequel, è una ragazza single che appena viene a sapere di essere incinta pensa all'aborto, dunque il film mostra il percorso di una ragazza alle prese con una gravidanza indesiderata.
Il tutto è chiaramente inquadrabile a riguardo delle discussioni sull'aborto, tematica sentitissima degli States, in quanto la setta, Castavet e amici, vogliono far tenere il figlio a Terry dunque la società conservatrice che impone ad una ragazza single di avere un figlio negandole l'opportunità di abortire.
Natalie Erika James gestisce bene la messa in scena, la fotografia è ben curata e ho apprezzato particolarmente i tocchi cromatici di verde che richiamano le erbe di Minnie e la celebre radice di Tanis.
La struttura del film è molto simile a quella di Rosemary's Baby, con Terry che praticamente è alle prese con ciò che ha vissuto Rose nel film capostipite, ci sono anche inquadrature identiche che vorrei sempre si evitassero in questi prequel, il movimento di macchina sulle pareti dove la protagonista, stavolta Terry, sente i cori della setta, il coltello impugnato dalla protagonista come nel film originale il grandangolo di Minnie alla porta, un certo modo di inquadrare i corridoi, gli ave Satana, è l'anno uno nel confronto finale, sarebbe preferibile differenziarsi e non optare a riproporre i momenti dell'originale.
Bello il tocco espressionista nella sequenza esoterica, poi è chiaro che si se vuole vuole fare il confronto tra la sequenza della messa incinta di Rose in Rosemary's baby e quella di Apartment 7A, non c'è confronto, però almeno quel tocco espressionista da un po' di personalizzazione.
Sono invece più graditi alcuni giochini al rovescio, in Rosemary's Baby, Minnie non fece lavare i piatti a Rose, mentre in questo prequel c'è la scena evidentemente di richiamo dove Terry lava i piatti insieme a Minnie o anche la scelta di Terry di utilizzarle il coltello a differenza di Rose.
Ci sono comunque alcune inquadrature ben costruite e suggestive.
Data l'impostazione di base uguale a quella di Rosemary's Baby, si conosce già tutto, si sa che la setta è reale, si sa che praticano la stregoneria, si sa che Satana è il padre ecc. quindi il tutto è prevedibile e dato che nell'originale si sa anche l'esito di Terry, come finisce, si conosce già il finale e il come avviene, perciò a livello di impatto, questo viene meno.
La sequenza finale è la scelta di Terry di avere il controllo sul proprio corpo e sulla propria vita, l'arco narrativo c'è, il significato anche, la sequenza è anche ben diretta, però dal momento in cui entra nella stanza si sa già anche il come finirà per lei e dunque la scelta che farà.
A livello di tempistiche il film corre un po' troppo, specialmente all'inizio, Terry appena accettare di stare con Minnie e Roman e subito dopo c'è la sequenza col satanasso che la mette incinta.
Anche alcune scene potevano risultare più forti, come ad esempio quando la protagonista si reca in chiesa, visivamente il tutto poteva essere più atmosferico e suggestivo in quel frangente; inoltre nel film c'è qualche jump scare, non se ne abusa ma sempre meglio quando questi non ci sono anche perchè uno in particolare col satanasso è anche reso maluccio.
Sui jump scares, purtroppo, James fa un passo indietro rispetto al bel Relic, il suo film d'esordio che era privo di questi e creava atmosfera se facili mezzi.
Sui personaggi, l'antagonista vero del film è Minnie, molto più di Roman, perennemente invasiva e pressante e nel film anche con più autorità rispetto a Roman e forse qui si poteva fare un po' di più nel gestire il personaggio dell'erede di Marcato.
Brava Julia Gardner che interpreta Terry con un personaggio che rivive esattamente quello che capitò. che invece per la linea temporale del film capiterà, a Rosemary ma da opposte vedute e scelte, emblematica quella finale.
Dunque un film che parla di aborto, della libertà del corpo femminile contro una società conservatrice, per una narrazione che ricalca quella dell'originale mostrando una protagonista diversa che compie scelte opposte.
Non c'è tutto quel senso d'inquietudine perenne del film di Polanski, conoscendo tutto qualcosa viene a meno anche a livello d'impatto e di atmosfere, qualche buona inquadratura, la suggestione c'è, ogni tanto si cade in dei banali jump scare e in ricalcare, per me sempre sbagliato, scene dell'originale e lo spartito sempre dell'originale il film non riesce a discostarsi dal capostipite risultando poco coraggioso.