Primo film del sottogenere Women in Prison di Jess Franco.
L'elemento più interessante e riuscito della piccola riguarda i momenti onirici, sia quello di Marie, la detenuta n.99 che quello splendido di Rosalba Neri nei panni della detenuta n.76.
Praticamente se il film fosse un cortometraggio con quella sequenza sarebbe un capolavoro, quel segmento è meraviglioso, il dettaglio del candelabro sullo scenario totalmente oscuro, le luci verdi e rosse a richiamare l'amato Mario Bava, lo spettacolo erotico di Rosalba Neri contornata, da quei verdi, gli stacchi sul candelabro, è fantastico, l'alternanza dei luci rosse e versi sull'ambientazione immersa dal nero e lo scenario del club, Franco dirige una sequenza incredibile.
Non è un caso infatti che tale sequenza tornerà con ancora più forza nel capolavoro Vampyros Lesbos.
Per il resto si è di fronte a un film comunque ben messo in scena che narra di donne in prigione che subiscono torture con note anche di erotismo piuttosto spinto.
Il ritmo è troppo cadenzato e dato che è un film dove Franco sta sulla trama, seguendo una narrazione lineare, i personaggi non hanno una grande caratterizzazione, le quattro donne principali dovevano essere più esplorate.
Ci sono comunque dei tagli d'inquadratura e fotografia molto buoni quando si lavora sui toni oscuri e cupi con le ombre a coprire i volti delle ragazze.
Grazie alla scena onirica con Rosalba Neri il film risulta uno step per Franco che lo avvicina a Vampyros Lesbos e che mostra il suo lato più sperimentale in un film che però non ha la stessa forza di quel momento.
Molta bella anche la drammaticità dell'ultima scena con le ragazze desolate e la probabile unica speranza che se ne va.