Random reviews

Recensione di   La Prof Dell' Horror La Prof Dell' Horror

The Collection

(Film, 2012)

Seguito di The Collector, diretto sempre da Marcus Dunstan. Avevamo lasciato Arkin, (Josh Stewart), rapito dal famigerato killer mascherato. Lo ritroviamo rinchiuso in quella scatola, liberato da Elena, una ragazza che, recatasi a una festa segreta, dopo un litigio si allontana e finisce proprio in quella stanza. La liberazione innesca un meccanismo micidiale, pronto a evolversi in un massacro fatale. Elena riesce a scamparla, ma finisce per essere la nuova prigioniera del collezionista, mentre Arkin, fugge, ma verrà rintracciato da un gruppo di mercenari al soldo del padre della ragazza, che lo obbligheranno ad aiutarli per scovare il nascondiglio del malfattore.Rispetto al primo capitolo, molto ricco di tensione, qui viene dato ben più spazio a un gore esagerato, incappando credo volutamente in una mancanza di logica reale, che tuttavia, non è poi così male. Dunstan, autore di alcuni script di Saw, lo omaggia con trappole squisitamente deliranti, e strizza l'occhio a Hellraiser con un'atmosfera surreale e con la maschera in pelle del villain stile cenobita. Un pelo inferiore a The Collector, però, grazie all'ottimo splatter, la visione risulta comunque soddisfacente per chi, come me, è amante di una sublime violenza esagerata, e anche un po'amplificata.

Recensione di   Riccardo Simoncini Riccardo Simoncini

As bestas - La terra della discordia

(Film, 2022)

In principio era uomo, poi divenuto bestia. Il suo corpo meno animale degli animali l’ha venduto alla selvaggia violenza. In principio era terra, poi divenuta tenuta.I suoi frutti meno sporchi dello sporco quell’uomo bestia li ha venduti allo sporco denaro.Ora è solo carne, sopra l’uomo, sopra la bestia, sopra la terra, sopra il denaro. Già in Nightmare Alley (La fiera delle illusioni) Guillermo Del Toro raccontava del disperato bisogno che portava alla genesi di un uomo-bestia, la più ricercata attrazione del circo, la più dis-umana illusione possibile. “È un lavoro temporaneo, finché non troveremo un vero uomo-bestia, che ne dici?” “Sono nato per farlo” così veniva proposto a Stan di rinunciare a tutto, eppure a niente, in virtù di una natura capovolta.Domare animali con corpi umani. Domare uomini con corpi animali. L’atto stesso del domare porta con sé l’inevitabile ferita della carne, il dolore di una perdita, o forse del semplice contratto con il Diavolo.Sorogoyen mette qui in scena una storia di montagna dura come la roccia, senza la maestosità luccicante di Del Toro, di uomini-bestie orgogliosi e ostinati sui loro ideali, non importa quanto nobili e legittimi, pur sempre irrazionali nello scontrarsi con pochi altri, aridi e fetidi come il letame. Ma su quella terra desolata fatta di poche famiglie e tanta natura non c’è fertilizzazione né crescita, tutto muore, tutto cade a terra, i pomodori contaminati dal piombo, le seggiole riempite di urina. Tutti scappano, nessuno torna (il proprio cane compreso). A parte una coppia di francesi, decisi, idealmente, a riqualificare con agricoltura eco-sostenibile e biologica tutto il paesaggio, quando tutti gli altri invece, storici e testardi abitanti, vorrebbero usufruire di una vantaggiosa offerta per costruire pale eoliche.Ideali mentali persistenti che diventano corpi tesi, muscolari, stretti e serrati nelle proprie più radicate credenze inconcilianti. Culture che non sono

Recensione di   Ignazio Venzano Ignazio Venzano

The New Toy

(Film, 2022)

Il titolo scelto per l'Italia è curiosamente in inglese, ma il film è rigorosamente francese. Lo è a partire dal conflitto sociale tuttora irrisolto, che contrappone in maniera rigida chi è capitalista e imprenditore e chi è operaio e dipendente. Lo schematismo irrigidisce le parti al punto che l'unico figlio di un ricchissimo uomo d'affari, rimasto orfano, si sfoga volendo un giocattolo nuovo e diverso da tutti gli altri. Di giochi ne ha in effetti già troppi e incredibili come quantità e qualità, come si capirà, ma nessuno è come questo: si tratta di un uomo. Accetta il ruolo un immigrato, pieno di debiti e senza un lavoro preciso, con la moglie incinta. Nessuno dovrà però sapere cosa farà nella casa dei ricchi, gli Etienne. Niente però va come l'orfano capriccioso vorrebbe, sia perché il nuovo giocattolo si ribella già a partire dal nome che gli si vorrebbe dare. Si ribella anche in modo aspro, ma con alterne vicende riuscirà a far comprendere al ragazzo la forza degli affetti. Verso la fine c'è un'accelerazione del processo di maturazione, che comprende anche il padre, anch'egli riconvertito dagli impegni internazionali al ben più umile quartiere dell'immigrato.Una specie di favola, dunque, che riprende il motivo della lotta di classe e del conflitto sociale. In maniera molto schematica, come si è detto, che fa sembrare anche il film un giocattolo: nel senso che nel suo piccolo lascia ad intendere qualcosa di più grande, una contraddizione tuttora qua e là ben presente nelle pieghe del nostro mondo.

Recensione di   Cap Cap

C'era una volta in Bhutan

(Film, 2024)

Dopo "Lunana", Dorji racconta un'altra favola sull'incontro/scontro fra la modernità, qui impersonificata da un trafficante d'armi, e la tradizione bhutanese, stavolta meno immacolata e già intaccata dalla globalizzazione. La critica al materialismo occidentale è graffiante e divertente (soprattutto nella concezione del commercio) e il fucile diventa il simbolo dei diversi valori delle due culture: per gli uni fonte di ricchezza materiale grazie al possesso, per gli altri fonte di ricchezza spirituale grazie alla privazione.

Recensione di   Massimiliano Muffatto Massimiliano Muffatto

Black Panther

(Film, 2018)

BLACK PANTHERin loving memory of Chadwick BosemanC’era una volta un re di un regno nascosto nel continente africano .Il suo regno era ricco e tecnologicamente avanzato grazie agli immensi giacimenti di vibrano.Un misterioso metallo probabilmente di origine aliena caduto su quel posto molti anni prima sotto forma di meteorite.Il buon re teneva nascosta la vera ricchezza del suo popolo agli occhi del mondo circostante.Per proteggerlo come fa un buon re.Il buon re aveva un figlio e si prodigò per farlo studiare nelle scuole migliori del mondo oltre a trasmettergli le tradizioni , gli insegnamenti e i segreti dei suoi avi.Perché un domani sarebbe diventato re .Quel domani arrivò prima del previsto perché il buon re mori’ tradito dal suo stesso fratello e il giovane figlio sali’ al trono ma non prima di aver superato pericolose prove che il suo lignaggio gli imponeva.Questa favola potrebbe riassumere brevemente la storia di Pantera Nera .Il primo supereroe nero della Marvel.Max Rece completa su IL GUARDAROBA DEL BUIO IN SALA

Recensione di   Nikolaj Caruso Nikolaj Caruso

Suits

(Serie TV, 2011)

SUITS is a sharp, witty, and sophisticated series that’s both timely and immensely entertaining. Its premiere delivered a solid hour-long episode, establishing well-defined characters, opening doors for intriguing storylines, and showcasing a stellar cast. It’s a refreshing addition to TV, offering something different from the usual crime dramas dominating the landscape. The show centers on a high-powered New York law firm led by Jessica Pearson (Gina Torres), with her top lawyers, the egotistical but brilliant Harvey Specter (Gabriel Macht) and the control-obsessed Louis Litt (Rick Hoffman). Supporting them are the quick-witted secretary Donna (Sarah Rafferty), the ambitious paralegal Rachel (Meghan Markle), and newcomer Mike Ross (Patrick J. Adams). Mike, a college dropout with a photographic memory, stumbles into a job as Harvey’s associate despite his unconventional background, creating a dynamic and compelling partnership. The writing by Aaron Korsh and Sean Jablonski is sharp, witty, and refreshingly free of clichés, bringing depth and personality to the characters. The direction (Kevin Bray and John Scott) ensures excellent pacing, while the stunning cinematography gives the series a polished, cinematic feel. The cast shines in every scene, particularly Patrick J. Adams and Gabriel Macht, who bring unique dimensions to their characters and offer a fresh take on the legal drama genre. With its clever dialogue, engaging characters, and high production value, SUITS has all the ingredients to become a major hit. It’s a standout series that promises to captivate audiences as it evolves.

Recensione di   Emiliano Baglio Emiliano Baglio

Here

(Film, 2024)

Qui, non necessariamente ora poiché questa storia, che ne contiene altre, si dipana nel corso dei secoli.Comincia all’epoca dei dinosauri; prosegue all’epoca dei Lanape (nativi americani) ed arriva a descriverci il conflitto tra Benjamin Franklin e suo figlio.Here, il nuovo film di Robert Zemeckis, è la trasposizione dell’omonima graphic novel di Richard McGuire.Sei paginette pubblicate nel 1989, ampliate sino a diventare 304 nel 2014, che hanno rivoluzionato il mondo del fumetto.L’idea di fondo era semplice, mostrare la stessa porzione di spazio (o inquadratura) suddividendo la vignetta in finestre che mostrassero quello stesso spazio in diverse epoche.La prima sfida per il regista era dunque quella di realizzare un intero film con la macchina da presa fissa.Ciò ha comportato la costruzione di un set mobile e smontabile che facilitasse il compito ed uno studio accurato su dove mettere la cinepresa così da avere la giusta angolazione.L’idea originaria delle finestre ha però permesso a Zemeckis di giocare con l’inquadratura stessa.Così le diverse porzioni di spazio, che si muovono attraverso le varie epoche in cui è ambientato il film, dialogano tra di loro.L’azione che si svolge in una sembra concludersi nell’altra in un continuo gioco di echi e rimandi.La scena fissa a sua volta viene riproposta parzialmente; ora ne vediamo una parte, ora l’altra.Il montaggio si compie dunque tramite queste finestre all’interno della stessa inquadratura fissa ed il risultato è che Zemeckis riesce a dare l’illusione del movimento in un film che, in teoria, si vorrebbe statico.Una piccola grande rivoluzione all’interno della grammatica cinematografica.Il resto è puro Zemeckis al 100%.Ad un certo punto, infatti, in questa porzione di spazio viene costruita una casa e l’azione si “sposta” all’interno del salotto dell’abitazione.È questo il cuore del film all’interno del quale il regista dà libero sfogo alle sue ossessioni e alle sue tematiche.In questo salotto si

Recensione di   Isabel Isabel

Blackwater Lane

(Film, 2024)

The plot of this movie had potential, but it wasn't executed well. While there were some strong elements, the storyline didn’t come together in a convincing or believable way. There were numerous inconsistencies, and the film took some unnecessary liberties. Minka Kelly is undeniably beautiful, but her character was poorly developed. Still, I enjoyed watching her, despite the lack of realism.The supernatural aspects were even more absurd than expected, and the weak love story didn’t help. Moreover, the murder seemed pointless.Overall, the character motivations were poorly executed. The script was weak, the direction subpar, and the dialogue unconvincing. On the positive side, the production quality was decent.

Recensione di   Claudia Geraci Claudia Geraci

UFOs - STAGIONE 1

(Serie TV, 2021)

Non riesco a trovare difetti a questo gioiellino d'oltralpe, che ci precipita in un universo anni ‘70 nell’epoca dell'ESP e degli avvistamenti UFO, ma anche delle salopette, degli “squali” (le Citroën DS) e dello smodato consumo di sigarette. Melvil Poupad è senz'altro anche caricaturale, ma riesce addirittura, come dire, a camminare e muoversi come un uomo degli anni Settanta!La serie sfrutta a volontà colpi di scena e spudorati cliffhanger che poi si perdono nel gioco dell'intreccio, ma il mio consiglio è di dotarsi di zucchero filato rosa e salire sulla giostra. Buon divertimento!

Recensione di   Il Buio In Sala - Giuseppe Armellini Il Buio In Sala - Giuseppe Armellini

Suntan

(Film, 2016)

Suntan sembra cominciare da dove finiva un altro bellissimo film greco (tra l'altro l'ultimo che ho visto), Chevalier della Tsangari.Ancora una nave, ancora il mare, lo stesso attore (che lì si perdeva in mezzo agli altri) in un ruolo praticamente identico a quello del film della Tsangari.Kostis è un medicozzo ultraquarantenne, schivo, buono, apparentemente -e anche nei fatti- non un luminare.Finisce, non si sa come, nell'isola di Antiparos che - come nome vi annuncia in modo perfetto- è piccola isoletta davanti Paros.Ci arriva d'inverno, nel periodo natalizio, che nella sua stanza c'è anche un Babbo Natale che prova timidamente ad illuminare e rendere meno silenziosa e deprimente la cosa.L'isoletta d'inverno è un mortorio, una specie di grande bar dove uomini bevono e parlano di fica nell'attesa che poi, l'argomento di cui parlano, arrivi d'estate.E ad Antiparos, di quella cosa, ne arriva tanta, tantissima. E non solo ne arriva tanta ma questa è un'isola senza inibizioni, in cui in spiaggia ragazzi e ragazze se ne stanno nudi senza problemi, falli, tette e vagine al vento.Un'isola dello sballo e del divertimento insomma, con a disposizione tante spiagge e una popolazione autoctona (solo 800 abitanti) che è troppo esigua per potersi sentire turbata.Turbata un cazzo, viene da dire, non vedono l'ora arrivi l'estate per poter lustrarsi gli occhi e fare, finalmente, qualche affare (si lavora praticamente solo 3 mesi l'anno). Succede una cosa .Succede che nella piccola clinica di Kostis arrivi una bellissima ragazza (greca ma comunque in vacanza, non di lì) che ha avuto un piccolo incidente col quad.La ragazza è accompagnata dai suoi 4 amici stranieri, un gruppetto di bei ragazzi e belle ragazze completamente fuori di testa. In quei 5 minuti in clinica succede di tutto. Il timido Kostis è travolto dall'esuberanza del gruppetto (molto promiscuo tra l'altro, tutti vanno

Recensione di   Jon Jon

Susie Q

(Film, 2016)

È un film sulle persone cattive. Come Trainspotting, puoi semplicemente goderteli e questo rende il film divertente e divertente.

Recensione di   Marccc Marccc

Time Bandits

(Serie TV, 2024)

Initially, I wasn’t particularly excited to watch this show, as the trailer didn’t grab my attention. However, I decided to give it a shot because of Lisa Kudrow, the adventure genre, and its status as an Apple TV Plus comedy. At first, the show felt quite ordinary—childish, average, and predictable. I even considered quitting after 20 minutes. But as I kept watching, I found myself enjoying it more. I ended up watching both episodes. While the runtime is decent, I usually prefer shorter comedy episodes. This was my first adventure-themed show, and I was pleasantly surprised by how much I liked it. The humor was light but enjoyable, and the overall vibe of the show was refreshing. The cast stood out, especially the young actor, who gave a strong performance, and Lisa Kudrow, who remains fantastic. I appreciated the visuals, the tone, and the subtle historical touches. I haven’t seen the 1981 movie it’s based on, but that didn’t seem to matter—I’m hooked on the series and plan to keep watching. A few improvements could have made it even better: some romantic tension, shorter episodes (under 30 minutes), and a full-season release instead of two episodes a week. Still, it’s an enjoyable and lighthearted watch. While it may not appeal to everyone, it resonated with me, offering a fun escape from reality. Rating: 6/10. Update:Having finished all the episodes, my opinion remains the same. The show is more enjoyable if you don’t overthink it, and kids will likely appreciate it even more. The ending was unpredictable, which was a nice surprise, though it concluded on a cliffhanger, suggesting hopes for a second season. While I’m unsure if a continuation is necessary, I’d still watch it if it happens.

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Screencrash BERLINALE 2025 - GIORNO 3

BERLINALE 2025 - GIORNO 3

Il concorsoAri di Léonor Serraille con Andranic Manet, Pascal Rénéric, Théo Delezenne, Ryad Ferrad, Eva Lallier Juan - 88' - France, Belgium - 2025Ari, un giovane insegnante, perde sia il lavoro che la casa dopo una discussione con il padre. Solo e alla deriva, si rivolge a vecchi amici, una decisione che lo porta a intraprendere un viaggio di scoperta di sé stesso.La regista di "Montparnasse - Femminile singolare" e "Due fratelli", tratta con la consueta sensibilità il tema dell'amicizia e della perdita, in questo film on the road.Dreams di Michel Franco con Jessica Chastain, Isaac Hernández, Rupert Friend, Marshall Bell, Eligio Meléndez - 100' - Mexico - 2025Con sogni di successo e la promessa d'amore nel cuore, un giovane ballerino messicano sfida le convenzioni e si dirige a San Francisco. Lì, ambizione e dure realtà si scontrano, costringendolo a confrontarsi con la complessa e forse straziante verità della sua relazione.I film del messicano Michel Franco sono sempre molto particolari e trasmettono un costante senso di inquietudine. Jessica Chastain ("Molly's Game", "Interstellar") lo ritrova dopo l'intenso "Memory" (Coppa Volpi a Venezia nel 2023 per l'interprete maschile a Peter Sarsgaard). Bong.. il mio nome è BongMickey 17 di Bong Joon Ho con Robert Pattinson, Naomi Ackie, Steven Yeun, Toni Collette, Mark Ruffalo - 137' - USA, South Korea - 2024Mickey Barnes, un eroe decisamente inaspettato, si trova a dover affrontare una circostanza assurda: lavorare per un datore di lavoro che pretende un impegno totale... morire, per campare.Uno degli eventi più attesi della manifestazione è senz'altro questo "Mickey 17", film del regista coreano vincitore dell'Oscar con "Parasite", che ha avuto una tormentata politica distributiva (avrebbe dovuto uscire già nel marzo 2024; sarà in sala, se non ci saranno ulteriori rinvii, il 18 aprile 2025). Presenti le star del film: Robert Pattinson ("The

Screencrash BERLINALE 2025 - GIORNO 2

BERLINALE 2025 - GIORNO 2

Conferenza stampa Tilda SwintonL'attrice scozzese Tilda Swinton è stata premiata con l'Orso d'Oro alla carriera nella serata inaugurale. Ieri si è tenuto, invece, l'incontro con i giornalisti. L'attrice, recentemente apparsa sul grande schermo nel film di Pedro Almodovar "La stanza accanto", ha parlato del suo amore per il cinema, delle lezioni apprese all'inizio della sua carriera e del suo desiderio di prendersi un anno di pausa per riflettere sul suo futuro e godersi un po' di tranquillità. Il concorsoHot Milk - di Rebecca Lenkiewicz con Emma Mackey, Fiona Shaw, Vicky Krieps, Vincent Perez, Patsy Ferran - 92' - United Kingdom - 2025In una cittadina costiera spagnola, Rose e sua figlia Sofia cercano un guaritore enigmatico. Mentre Sofia intreccia una relazione appassionata con un affascinante sconosciuto, le tensioni con la madre, autoritaria e invadente, rischiano di incrinare il loro già fragile legame.Con un trio di attrici note: Emma Mackey ("Barbie" e la serie "Sex Education"), Fiona Shaw (la terribile zia di Harry Potter) e Vicky Krieps ("Il corsetto dell'imperatrice").Sheng xi zhi di (Living the Land) - di Huo Meng con Wang Shang, Zhang Chuwen, Zhang Yanrong, Zhang Caixia, Cao Lingzhi - 132' - Cina - 2025Nella Cina dei primi anni '90, il piccolo Chuang, di dieci anni, cresce nel suo villaggio natale, affidato ai parenti. I suoi genitori lavorano lontano, e qui, dove millenni di tradizioni rurali si scontrano con i cambiamenti socio-economici del paese, Chuang affronta la sua infanzia. Berlinale SpecialA Complete Unknown di James Mangold con Timothée Chalamet, Edward Norton, Elle Fanning, Monica Barbaro, Boyd Holbrook - 140' - USA - 2024Nella New York del 1961, un diciannovenne sconosciuto di nome Bob Dylan arriva con la sua chitarra e un talento rivoluzionario. Nel cuore del Greenwich Village, stringe legami profondi con icone della musica, mentre la sua ascesa è

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BERLINALE 2025 - GIORNO 1

Si è aperta ieri, ufficialmente, la 75° edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, la "Berlinale", con una conferenza stampa dei giurati internazionali e la cerimonia di apertura, preceduta dalla consueta passerella di ospiti illustri.Seguiremo con un breve riassunto giornaliero (almeno questa sarebbe l'intenzione…) gli undici giorni che ci separano dalla premiazione e dalla cerimonia di chiusura, il 23 febbraio. Non sarà un resoconto dettagliato, ma più uno spunto per far nascere un po' di curiosità attorno ad uno di grandi festival cinematografici europei.Quindi, non ci resta che dire: "Andiamo a Berlino!" 😊 Conferenza stampa giuria internazionaleIn tarda mattinata si è svolta la conferenza stampa iniziale, alla quale, oltre al presidente di giuria Todd Haynes, erano presenti gli altri membri, che ricordiamo essere:- Todd Haynes (regista - presidente di giuria)- Nabil Ayouch (regista)- Rodrigo Moreno (regista)- Maria Schrader (regista)- Bina Daigeler (costumista)- Fan Bingbing (attrice)- Amy Nicholson (critica cinematografica)Todd Haynes ha scherzato sul fatto di non aver ancora visto "A complete unknown" (il film su Bob Dylan, lui che diresse "Io non sono qui", il film con molti Bob Dylan, interpretati da attori del calibro di Richard Gere, Cate Blanchett e Heath Ledger) ma che non ha dubbi sul fatto che ci sia spazio per ancora altri Bob Dylan, oltre ai suoi!Più seriamente ha poi parlato del suo successo, con film che si ispiravano al movimento queer ("Velvet Goldmine"), ma non solo. La nascita di un nuovo linguaggio cinematografico era la risposta ai bisogni sociali e politici di quel periodo. In qualche modo, il cinema indipendente anche oggi sta creando modi diversi di espressività, con registi che, per esempio, filmano attraverso il loro telefonino, cercando sempre nuovi mezzi espressivi. Passerella e cerimonia di aperturaPasserella di rito per le star internazionali, sotto una copiosa nevicata. Gli animi del pubblico però

Rael70 FILMAMO AWARDS BEST FILMS 2024: LA MARATONA VIDEO DI TUTTI I FILM VINCITORI

FILMAMO AWARDS BEST FILMS 2024: LA MARATONA VIDEO DI TUTTI I FILM VINCITORI

E' trascorso meno di un mese da quando i nostri “Filmamo Awards" sono terminati ma l'evento non è ancora giunto a conclusione.Nei commenti all'articolo relativo alla manifestazione avevo scritto che era in progetto la realizzazione di uno “Speciale 2024” in cui alcune Top Voices avrebbero riassunto gli “Awards” tramite un video. Dalle parole siamo passati ai fatti e il suddetto video è diventato una realtà ben oltre quello che immaginavamo… Con una lunga maratona durata circa 4 ore e mezza, 3 giurati hanno discusso e riassunto il meglio di ogni singola categoria, esprimendo il loro parere senza timidezza, senza peli sulla lingua ma, al tempo stesso, motivandolo in maniera esaustiva. Il video inerente la rassegna dei vari finalisti e vincitori, per ovvi motivi pratici, è stata suddiviso in 4 video della durata media di 1 ora e per facilitare al massimo la fruibilità da parte del pubblico, per ogni video, dall'inizio alla fine, viene mostrata la categoria di cui stiamo parlando e le locandine dei vari film che commentiamo, questo al fine di permettere ad ogni spettatore di saltare a piè pari tutte quelle parti ritenute di scarso interesse personale. PARTE 1 di 4Pubblicato il primo video che affronta le seguenti categorie: “Best Comedy”, “Best Italian”, “Best Action” e la prima parte della “Best Sci-Fi”: PARTE 2 di 4Pubblicato il secondo video inerente le seguenti categorie: “Best Sci-Fi (seconda parte)”, “Best Animation”, “Best Thriller” e “Best Drama (prima parte)”:PARTE 3 di 4Pubblicato il terzo video inerente le seguenti categorie: Best Drama (seconda parte)", “Best Horror”, “Best Not distributed” e “Best Film (prima parte)”:PARTE 4 di 4Pubblicato il quarto ed ultimo video inerente le seguenti categorie: “Best Film (seconda parte)" e la “Best Director”, terminando con le conclusioni e i saluti da parte dei 3 giurati. Guardando i video speriamo che

Francesca Arca CINQUE BELLISSIME SCENE INIZIALI DELLA STORIA DEL CINEMA

CINQUE BELLISSIME SCENE INIZIALI DELLA STORIA DEL CINEMA

Quanto siamo condizionati dai primi minuti di un film? Personalmente molto. In genere ciò che accade nei primi dieci minuti di pellicola è quello che mi spinge a guardare il resto. L'incipit di un film, così come quello di un libro, dovrebbe essere in grado non solo di catturare l'attenzione dello spettatore ma dargli già gli strumenti necessari per comprendere che cosa sta per guardare, a volte sviandolo, sconcertandolo o semplicemente accompagnandolo dentro al mondo descritto. Il cinema è zeppo di incipit grandiosi io ne ho indicati cinque tra i tantissimi che mi sono rimasti negli occhi. Questa non è una classifica ma solo un piccolo elenco al quale vi invito ad aggiungere anche i vostri incipit del cuore! LE IENE di Quentin Tarantino (1992) Una tavola calda americana qualsiasi. Attorno al tavolo fa colazione un gruppo di uomini particolarmente ben vestiti. Abiti neri e cravatta. In realtà a pensarci bene sembrano quasi in divisa. Potrebbero essere impiegati in pausa. La prima voce che si sente è quella di Tarantino stesso. Il personaggio che interpreta sta parlando di Madonna. In particolare riflette sul significato della prima hit più famosa della cantante, Like a Virgin. Ognuno dice la propria, le voci si accavallano, si perde il punto della conversazione e poi si ritorna al fulcro. Di che parla Like a Virgin? Quentin Mr. Brown Tarantino non ha alcun dubbio. Parla di una ragazza disinibita che è stata con una marea di uomini finché non incontra uno con le dimensioni del pene simili a John Holmes. A quel punto la ragazza prova le stesse sensazioni di quando era ancora una verginella. La conclusione è che la canzone di Madonna non è altro che una “metafora della fava grossa”. Tra dispute sulle mance e riflessioni sul lavoro delle cameriere gli uomini escono dalla

Cinemaserietv I MIGLIORI HORROR CHE PARLANO DI RELIGIONE: QUANDO IL TERRORE DIVENTA ERESIA

I MIGLIORI HORROR CHE PARLANO DI RELIGIONE: QUANDO IL TERRORE DIVENTA ERESIA

Religione e orrore sono due facce della stessa medaglia: entrambi parlano di fede, di forze invisibili e di ciò che si cela oltre la nostra comprensione. Se la prima promette salvezza, il secondo insinua il dubbio, trasformando il sacro in qualcosa di oscuro e inquietante. Da sempre, il cinema horror ha sfruttato questo contrasto, dando vita a storie in cui la spiritualità si intreccia con il terrore, tra possessioni demoniache, sette fanatiche e crisi di fede dai risvolti spaventosi.In questa selezione, esploriamo i migliori horror che parlano di religione, sei film che hanno saputo declinare l’orrore religioso in modi unici, portandoci faccia a faccia con le nostre paure più profonde. L'esorcista (1973) Se c’è un film che ha definito il sottogenere dell’horror religioso, è senza dubbio L'esorcista di William Friedkin. Basato sull’omonimo romanzo di William Peter Blatty (che ne scrisse anche la sceneggiatura), il film racconta la terrificante possessione della dodicenne Regan MacNeil (Linda Blair) e il disperato tentativo della madre (Ellen Burstyn) di salvarla con l’aiuto dei sacerdoti Padre Karras (Jason Miller) e Padre Merrin (Max von Sydow). La pellicola colpisce per la sua crudezza: Friedkin adottò un approccio quasi documentaristico, rendendo l’orrore più tangibile e realistico. Il contrasto tra il sacro e il profano è devastante, con scene ormai iconiche che hanno letteralmente scioccato il pubblico dell’epoca (come il crocifisso usato in modo blasfemo). Ma L'esorcista è più di un semplice horror, è un’opera sulla crisi di fede, sul senso di colpa e sul sacrificio e, ancora oggi, resta una delle pellicole più spaventose e influenti di sempre. The Witch (2015)Robert Eggers, con il suo The Witch, ci porta nel New England del 1630, in una comunità profondamente religiosa che crede nel peccato originale e nella presenza costante del demonio. La storia segue una famiglia di coloni inglesi

Screencrash 75° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI BERLINO - BERLINALE 2025

75° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI BERLINO - BERLINALE 2025

Dal 13 al 23 febbraio, il cielo sopra Berlino si tinge di un arcobaleno di film. Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento (l'edizione è la numero 75) con uno dei grandi festival internazionali di cinema del vecchio continente. Da sempre, il meno glamour dei tre maggiori (con Cannes e Venezia) ma anche quello da cui emergono solitamente opere e temi non banali e di grande impatto emotivo. La giuria sarà guidata dal regista Todd Haynes ("Velvet Goldmine", "Io non sono qui") ed avrà altri nomi di spicco, tra cui Maria Schrader (autrice de "Il corsetto dell’imperatrice") e Bina Daigeler (costumista per "Tár" e "La stanza accanto"). L'orso d'oro onorario verrà consegnato durante la cerimonia di apertura a Tilda Swinton, vista recentemente nel film di Pedro Almodovar, vincitore della scorsa edizione della Mostra del cinema di Venezia.Le sezioni di quest'anno sono sei, ognuna con film che promettono, già dai nomi, grande qualità e alcuni che saranno, inevitabilmente, le nuove scoperte.Fra i titoli di rilievo spiccano certamente i nomi di Richard Linklater (che in "Blue Moon" ha riunito Ethan Hawke, Margaret Qualley e Andrew Scott), Michel Franco (che ritrova Jessica Chastain in "Dreams") e Bong Joon-ho (presente nella sezione Perspectives con "Mickey 17", con un "multiplo" Robert Pattinson). Altre attese importanti sono per il titolo d’apertura "The Light" di Tom Tykwer, per Justin Kurzel ("The Order", visto lo scorso anno a Venezia) con il nuovo "The Narrow Road to the Deep North" (con Jacob Elordi) e per il rumeno Radu Jude, che vinse nel 2021 con "Sesso sfortunato o follie porno", e che presenterà quest'anno "Kontinental ’25".Da segnalare anche la premiere tedesca di "A complete unknown", il film di James Mangold sulla vita di Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet.Sul fronte degli esordi, il primo film dell’autrice teatrale Rebecca Lenkiewicz ("Hot Milk") e

Valentina 27 VOLTE IN BIANCO: LA COMMEDIA CHE CELEBRA L’AMORE IN TUTTE LE SUE FORME

27 VOLTE IN BIANCO: LA COMMEDIA CHE CELEBRA L’AMORE IN TUTTE LE SUE FORME

Cari lettori, benvenuti e bentornati al nuovo appuntamento con la rubrica “Cuori sullo schermo”. Ci siamo lasciati alle spalle le vacanze natalizie e i film a tema che ci hanno fatto compagnia, e, come si dice in gergo televisivo, ora torniamo alla nostra regolare programmazione.Desidero inaugurare questa nuova “Season Of Love” con un film che sono sicura essere nella classifica degli appassionati di Rom-Com come la sottoscritta e che, dalla sua uscita nel 2008, ci ha fatto ridere e sognare, ci ha fatto innamorare di quella che io definisco la Meg Ryan degli anni 2000, la bellissima Katherine Heigl…e ci ha fatto riflettere sugli spazi degli arredi delle case americane. Oggi vi parlo di “27 Volte In Bianco” (“27 Dresses”).Le Rom-Com con protagonista la Heigl hanno accompagnato i miei anni 2000. Attrice che ho personalmente sempre adorato, la cui bellezza è pari al suo talento, in quegli anni cavalcava l’onda del successo globale. Gli amanti delle Serie TV l’hanno sicuramente scoperta grazie a “Grey’s Anatomy”, ma i miei coetanei forse la ricorderanno in uno dei suoi primi ruoli cinematografici, accanto a Gérard Depardieu, nella commedia “Ma Dov’è Andata La Mia Bambina” del 1994, per poi ritrovarla qualche anno dopo sul piccolo schermo, nella Serie Tv “Roswell” del 1999. Era evidente ai più, che la Heigl avesse il famoso “X Factor”, possedendo davvero tutto ciò che serviva per essere consacrata come la nuova “American Sweetheart”. Ma, purtroppo alcune scelte discutibili e conflitti pubblici hanno penalizzato la sua carriera. Nonostante ciò, a noi appassionati rimangono film deliziosi come “27 Volte In Bianco” , che ci ricordano il motivo per cui ci siamo innamorati di Katherine Heigl e del genere delle commedie romantiche. Questo film, con la sua leggerezza, il suo humor e il suo cuore, ci invita a credere che l’amore può