Film documentario estremamente interessante del 2012, nel quale Lele Mora si racconta e ci racconta del tristemente worlwide noto Bunga Bunga. Idea vincente la narrazione strabordante dell'agente dello spettacolo che si alterna a quella semplice e composta di una ragazza filippina, creando un forte contrasto di valori e di idee. Scene di repertorio con provini di aspiranti starlette, che si dichiarano disposte a tutto pur di raggiungere il successo, si alternano ad installazioni viventi di donne avvolte nel cellophane, bellissima carne ammucchiata ad arte in un bidone della spazzatura...immagini irritanti che rimangono fortemente impresse, simbolo della mercificazione del corpo della donna. Mala tempora currunt...
Come ricordare i mitici Beatles attraverso un escamotage geniale in chiave comica…ricorda la scena di quell’Immenso Film “Non ci resta che piangere” in cui trovandosi misteriosamente nel passato Troisi cantava le canzoni dei Beatles a una donzella che voleva conquistare, che giustamente rimaneva affascinata non avendole mai ascoltate :) Guardatelo, grazie Filmamo
Il palloncino bianco di Jafar Panahi è un incantevole e delicato ritratto dell'infanzia e della determinazione. Con una regia semplice ma potente, Panahi racconta la storia di una bambina di Teheran che cerca disperatamente di acquistare un palloncino bianco, affrontando una serie di ostacoli lungo il cammino. Il film esplora temi di innocenza, speranza e disillusione con un'umanità sincera e toccante. La performance della giovane protagonista è straordinaria, e la narrazione fluida e priva di fronzoli crea una sensazione di realismo che rende ogni scena affascinante. Un piccolo capolavoro che riesce a emozionare con eleganza e semplicità.
un bel film visto su Timvision il 03/11/2024diretto da Luciano Ligabuecon Stefano Accorsi e Kasia
I've watched it on Plex. A very interesting documentary that gives very good advices on how to prepare yourself to cope up with pandemics. Good interviwes to very good scientists like the Italian virologist Pregliasco. I've discovered this film thanks to Filmamo. Thank you guys!
CONTIENE SPOILER! Il film, scritto e diretto da Argyris Papadimitropoulos narra la storia di Kostis (Makis Papadimitriou), un medico capitato sulla piccola isola di Antiparos. L'inverno scorre monotono, con i suoi ottocento abitanti che attendono la bella stagione, quando l'isola si popola di giovani disinibiti.Proprio in estate Kostis incontra Anna (Elli Tringou), a cui presta le prime cure per una ferita ad una gamba, rimanendone subito ammaliato.Inizia così a frequentare la spiaggia dove lei passa il tempo in compagnia di alcuni amici. Kostis è sovrappeso, calvo e piuttosto introverso, quindi a disagio in una spiaggia per nudisti.Ma i giovani lo accolgono e iniziano così a frequentarsi. Nel corso di un party in piscina Kostis soffre nel vedere la disinvoltura con cui Anna si comporta con gli altri uomini: si sente un pesce fuor d'acqua. Ciò nonostante i due hanno un rapporto sessuale, ma Anna si allontana da lui, gettandolo nella più profonda disperazione. Come se non bastasse il comportamento di Kostis viene stigmatizzato dalla comunità locale, a causa delle sue frequentazioni e della leggerezza con cui affronta il suo lavoro. Alla fine viene licenziato. Sedotto e abbandonato l'uomo perde definitivamente la testa, e quando affronta la ragazza in modi bruschi, viene buttato fuori da un locale. Completamente privo di autocontrollo, rapisce un'amica di Anna, la droga e cerca di abusare di lei, ma desiste, rendendosi conto dell'efferatezza di ciò che sta facendo. Si prende cura della malcapitata, lacerato dal senso di colpa e dalla frustrazione. L'epilogo vede il protagonista inghiottito da un vortice che lo trascina nell'abisso di emozioni distruttive. Potremmo definire Kostis un moderno Antiulisse, d'altra parte siamo nell'arcipelago greco con un cast prevalentemente greco. Tuttavia, contrariamente all'eroe omerico che esercita il fascino del naufrago straniero sulle figure femminili delle isole in cui approda, la prospettiva di Suntan è
Eddie isn’t very convincing with a weapon. He shakes while aiming the printed rifle and flinches when the handgun discharges in the car, more training would have helped. Otherwise, he performs well. The domestic scenes are underwhelming and don’t add much, despite the impressive house and location. In the novel, we learned almost nothing about Carlos. As for Lashana Lynch, her portrayal as an intelligence officer who also operates in the field feels unrealistic, especially given her unfit appearance. It's hard to believe someone juggling an office job could perform fieldwork at such a level without regular and intensive training. Why not separate these roles into distinct characters, a 'Smiley' for intelligence and a 'Bond' for fieldwork—rather than blending them?Also, how does Lynch’s character manage to fire about 150 rounds from an assault rifle in the final scene of episode 5? That said, the story in the first five episodes is engaging, the acting is solid, and the pacing is decent. Overall, it’s an enjoyable series (so far) and worth watching.
"Diamond Island" di Davy Chou è un film che incarna il sogno e l'illusione di una prosperità inaccessibile per molti, celando dietro l'immagine scintillante dell'opulenza la povertà e la disuguaglianza. Ambientato in Cambogia, il film segue la storia di Bora, un giovane che lascia la campagna e la madre malata per lavorare come operaio edile nella lussuosa isola artificiale in costruzione, un luogo pensato per l'élite del Paese. Dietro la facciata luccicante dell'isola, un simbolo del sogno americano trasposto nel sud-est asiatico, si nascondono le baraccopoli in cui vivono i lavoratori, che affrontano ogni giorno condizioni di vita precarie, mossi dal desiderio di migliorare la propria situazione e quella delle loro famiglie. Il richiamo delle proprie origini e la nostalgia degli affetti sono potenti, ma la speranza di un futuro migliore sembra risiedere altrove, in Malesia, dove pagano di più, o in America. L'incontro con il fratello partito da casa e mai più tornato da a Bora la possibilità di entrare nella ipnotica Phnom Penh dei ricchi, illuminata dall'onnipresente bagliore dei neon, dove vivrà la fine dell'adolescenza e l'ingresso nell'età adulta.
La casa dei Rothschild (1934), diretto da Alfred L. Werker e Sidney Lanfield è un dramma storico che narra le vicende della leggendaria dinastia bancaria dei Rothschild, un nome che, attraverso il secolo XIX, ha rappresentato potere, ricchezza e influenza. Il film, prodotto da 20th Century Fox, si inserisce nel filone di film biografici e storici che mirano a ricostruire la grandezza e le complessità delle famiglie che hanno plasmato la storia economica europea. TRAMA E CONTESTO STORICOIl film segue la storia di Mayer Amschel Rothschild, il patriarca che getta le basi per l’impero bancario dei Rothschild a Francoforte. Attraverso un abile gioco di alleanze politiche, strategie economiche e intrighi, Mayer riesce a costruire un impero che resisterà alla prova del tempo e che avrà un impatto determinante nella finanza mondiale.La trama si concentra sul conflitto tra la famiglia Rothschild e le autorità politiche, in particolare i governi europei, che vedono con sospetto la crescente influenza economica della dinastia. La narrazione segue il giovane Mayer mentre affronta avversità economiche e politiche, la sua crescita come imprenditore e la sua lotta per guadagnarsi la fiducia dei potenti. La sua storia si intreccia con quella dei figli che, sotto la sua guida, porteranno avanti l’opera della famiglia. TEMI E RAPPRESENTAZIONE STORICAIl film si inserisce in un periodo storico molto delicato, segnato da tensioni sociali ed economiche, e offre una visione romanzata ma interessante della vita dei Rothschild. La dinastia è spesso stata al centro di leggende e teorie del complotto, e La casa dei Rothschild non sfugge a questa aura di mistero. Nonostante la sua natura romanzata, il film cerca di esprimere un'immagine di grande ambizione e pragmatismo, evidenziando il genio imprenditoriale di Mayer Rothschild.Il tema del potere finanziario e delle sue implicazioni politiche è al centro della narrazione. Vengono esplorati anche
When I can't sleep, I often watch underwater or shark movies, they make me feel cozy in the dark. These films are tough to make and often unfairly criticized, especially given the challenges of filming underwater. After experiencing a personal tragedy and battling insomnia, finding this hidden gem was a blessing.The claustrophobic atmosphere is genius, and while it’s no Jaws, it surpassed my expectations, especially the practical effects and realistic gore. The ending is satisfying, despite a few rushed moments and CGI sharks (which were mostly well-hidden). I’ll definitely rewatch this one day. Not an Oscar-winner, but one of the better shark movies in years!!!!
Magic Mike - The last dance uscito il 9 febbraio 2023, ultimo film di una trilogia di Steven Soderbergh, è un film nel complesso divertente. All'inizio il racconto è lento ed ambiguo, ma trascorsi i primi minuti la storia diventa interessante ed originale considerato il particolarissimo carattere della protagonista ( Salma Hayek) che nei panni di Maxandra Mendoza vuole gestire un teatro senza avere alcuna competenza in materia e l'interesse del protagonista a risolvere i problemi economici sfruttando il suo talento di ballerino (Channing Tatum). Le situazioni comiche si moltiplicano tra crisi di nervi e scenate, intervallate da piacevoli coreografie, qualche volta un po' spinte, considerato anche che il film gioca sul tema dello spogliarello maschiele riecheggiando in qualche tratto il film "Full monthy".Lodevole l'interpretazione dei protagonisti che in tutto il film si fronteggiano portando sullo schermo in modo ironico il conflitto tra classi sociali ed in particolare tra due mondi poco inclini al dialogo, quello dei multimilionari e degli artisti squattrinati. Eccezionale l'interpretazione del maggiordomo, l'attrice giovane dimostra di avere talento, anche, se le sue battute non sono molte. Nell'insieme un film gradevole che nel finale riscatta l'inizio un po' lento ed ambiguo. Musiche e coreografie veramente originali, esplosiva la scena finale del ballo sulle scale.
Cosa accadrebbe se un ragazzino di 12 anni cresciuto a pane e blockbusters di azione e fantascienza vincesse la lotteria e decidesse di realizzare un suo sogno? Questo film.Ad un certo punto ho avuto paura se ne uscissero con qualcosa tipo "e allora io ti sparo con il megasuperultrabazooka spaziale ultrasonico", come i ragazzini che giocavano in cortile.Grazie ai milioni di Sharknado (la lotteria, appunto) Edward Drake ha potuto realizzare quello che pare fosse un suo sogno.Speriamo almeno lui sia felice.
L’AMORE NON VA IN VACANZA": UNA MAGIA NATALIZIA DA VIVERE E RIVIVERE
Cari lettori, benvenuti e bentornati al nuovo appuntamento con la rubrica “Cinema sotto l'albero”. Dopo avervi portato indietro al 1990 con “Mamma Ho Perso L’aereo”, facciamo un balzo in avanti, arrivando al 2006 anno in cui i miei sogni cinematografici diventano realtà! Il genere Rom-Com si congiunge al genere natalizio, regalandoci uno dei migliori film natalizi di tutti i tempi: “L’amore Non Va In Vacanza” (“The Holiday”). Nancy Meyers, non è solo una regista, ma un’artista che dipinge il mondo con i colori dell’amore, del calore e della bellezza, con il suo tocco unico, ha trasformato le commedie romantiche in veri e propri rifugi per l’anima. Le sue scenografie impeccabili, i dialoghi brillanti e i personaggi autentici creano universi in cui vorremmo vivere per sempre. Ogni suo film è una dichiarazione d’amore per le emozioni umane e “L’amore Non Va In Vacanza” non è da meno. Di questo film non amo solo il mix della magia del Natale che si fonde con la dolcezza delle due storie d'amore, ma ciò che ho adorato sopra ogni altra cosa, è il personaggio che è diventato il guru della mia vita, Iris Simpkins, interpretata dalla divina Kate Winslet. Iris è la donna che tutti vorremmo abbracciare, consolare e poi portare fuori per un brindisi a base di riscatto personale. È la dolcezza fatta persona, la romantica sognatrice intrappolata in un amore non corrisposto, eppure mai piegata del tutto. Con i suoi occhioni pieni di speranza, ci ricorda quanto sia umano aggrapparsi a ciò che ci fa soffrire, sperando che un giorno cambi. Ma Iris non è solo lacrime e cuore spezzato: è una guerriera silenziosa. Quando scambia la sua accogliente casetta inglese per la villa californiana da sogno, inizia il suo viaggio verso l’autenticità. E che viaggio! Tra risate, nuove amicizie e un’irresistibile
N.20 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 11 DI 15: ALIENS).
Siamo arrivati ad un momento fondamentale per l'intero universo di Alien in quanto l'“Aliens” di James Cameron, uscito nel 1986, è probabilmente il film più importante tra tutti quelli che abbiamo affrontato finora e che affronteremo successivamente perché è quello che fa nascere la saga (prima di esso esisteva solo il film del ’79) e che farà diventare gli Xenomorfi e l’eroina Ellen Ripley due icone della cultura di massa degli anni ottanta-novanta, due figure che entreranno nell’immaginario collettivo e che a tutt’oggi possono vantare decine di milioni di appassionati in tutto il mondo.Il successo mondiale della pellicola che lancerà, definitivamente, Cameron nell'Olimpo di Hollywood, permetterà di dare vita a tutta una serie di videogiochi, fumetti e romanzi (non sempre validi e/o importanti) che contribuiranno a dare vita alla saga e al suo canone.Da quel momento, tutto il materiale che verrà prodotto in seguito dovrà comunque rispettare la coerenza narrativa con gli eventi del film dell'86.Da prassi invito il lettore a non andare oltre nella lettura se non si è visto il film. Perché è così importante “Aliens” rispetto ad "Alien"?Il film di Scott, concretamente, non spiega nulla oltre ciò che mostra: una astronave carica di minerali, un messaggio di soccorso, un equipaggio che decide di andare ad indagare, l'incontro con una misteriosa ed aggressiva forma di vita aliena, un computer centrale che deve rispettare un particolare ordine di una fantomatica Compagnia…Non c'è altro, nessuna spiegazione del contesto, nessun approfondimento del passato dei personaggi, niente di niente: è proprio questo mistero perenne ad affascinare terribilmente gli spettatori. Cameron, che viene dal successo di “Terminator” di due anni prima, decide d’imbarcarsi in una impresa molto complessa e ad elevato tasso di fallimento: fare un sequel dell’”Alien” di Scott perché la storia del tenente Ripley, secondo lui, merita una continuazione.Continuazione si ma
MAMMA HO PERSO L’AEREO: IL FILM CHE HA RESO ICONICO IL NATALE
Se c’è una cosa che un’ inguaribile romantica come me ama tanto quanto le Rom-Com, sono senza dubbio i film natalizi. Che siano ad alto budget, con un cast stellare, o i classici “Hallmark Movies” che sono sostanzialmente tutti uguali, ma non importa…non ne posso fare a meno, è tradizione e le tradizioni vanno sempre onorate e rispettate! E così, mi sono detta che sicuramente, tra gli utenti di FilmAmo, ci sarà qualcuno che condivide questa mia passione o magari, potrei coinvolgere qualcuno di voi nella mia follia! Da qui nasce l’idea di questa nuova rubrica a tema natalizio, “Cinema sotto l'albero”, dove settimanalmente, vi accompagnerò fino al giorno di Natale, raccontandovi dei film natalizi che amo di più, e ovviamente, non mancheranno le curiosità sul dietro le quinte! Tutti pronti? Se l’urlo più famoso della storia dell’arte è quello di Munch, nel mondo del cinema, dopo quello iconico Janet Leigh in Psycho, troviamo l’urlo altrettanto carico di terrore di Catherine O'Hara quando il suo personaggio, Kate McCallister, realizza che il figlio di 8 anni, Kevin, è rimasto a casa da solo, mentre lei si trova sopra un aereo, in viaggio verso Parigi con tutta la famiglia… - 1. Questa la premessa del mitico, unico e intramontabile: Mamma, ho perso l’aereo (Home Alone). Questo è Il film natalizio che ogni anno ci ricorda che lasciare un bambino a casa da solo non è solo irresponsabile, ma anche esilarante. Kevin McCallister, interpretato dal geniale Macaulay Culkin, è il ragazzino che tutti avremmo voluto essere a 8 anni: astuto, creativo, e con una casa piena di trappole da far invidia a un film di Indiana Jones. Sono sincera, da bambina l’effetto che mi suscitava il film era opposto al sentimento di Kevin, perchè se lui ha desiderato ardentemente che la sua famiglia
FILM VINCITORI RIFF AWARDS 2024
ROME INDEPENDENT FILM FESTIVAL XXIII EDIZIONERIFF AWARDS 2024 Annunciati i vincitori della XXIII edizione“Tre regole infallibili” di Marco Gianfreda - Miglior Lungometraggio Italiano“Salli” di Lien Chien Hung - Miglior Lungometraggio Internazionale “Non chiudete quella porta” di Francesco Banesta & Matteo Vicentini Orgnani Miglior Documentario“After the Odissey” di Helen Doyle Miglior Documentario InternazionalePremio Rai Cinema Channel al Miglior Corto Italiano “Sommersi” di Gian Marco Pezzoli“Un lavoretto facile facile” di Giovanni Boscolo Miglior Corto Italiano“Transformation” di Marcel Barsotti Miglior Corto Internazionale“Better so” di Jaakko Ylitalo miglior corto studenti“The Strange Case of the Human Cannonball” di Roberto Valencia Miglior Corto Animato Con l’annuncio dei vincitori termina la XXIII edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival diretto da Fabrizio Ferrari che, al Nuovo Cinema Aquila di Roma, dal 13 al 22 novembre, ha visto programmate oltre 80 opere molte delle quali in anteprima italiana, europea o mondiale e suddivise in 13 sezioni nazionali e internazionali: opere prime e seconde di lungometraggio, documentari, cortometraggi, film sperimentali e animazioni, soggetti e sceneggiature contraddistinte per l’originalità e l’innovazione dei contenuti e delle tecniche utilizzate.Queste le varie sezioni in concorso: Feature film,International documentary, National documentary, International short, National short, Animation short, Student short e per le sceneggiature (lungometraggio e cortometraggio) e soggetti.La giuria composta da: Cristian Casella produttore, esperto di media e comunicazione, Sophie Chiarello, regista italo-francese, la produttrice e ispettrice di produzione Sonia Cilia, il regista, commediografo e attore Pietro De Silva, la produttrice Delegata Emma Esposito, il supervisor di visual effects Francesco Grisi, la production supervisor Carolina Iorio, le giornaliste Antonia Matarrese e Miriam e Mauti, il Produttore Esecutivo Andrea Passalacqua e Nicola Sganga esperto di VFX, ha assegnato i seguenti premi:Il Premio Feature film - Miglior Lungometraggio Italiano va a Tre regole infallibilidi Marco Gianfreda: “Per la sua capacità di raccontare, con delicatezza, la
COME FARSI LASCIARE IN 10 GIORNI: AMORE, RISATE E UNA FELCE
Cari lettori, benvenuti e bentornati al nuovo appuntamento con la rubrica “Cuori sullo schermo”. Scegliere di quale film parlarvi quest’oggi, non è stata una scelta facile, i titoli cari al mio cuore sono tanti e tutti meritano di essere discussi e celebrati. Ma la scelta è caduta su una delle mie rom com preferite: Come Farsi Lasciare in 10 Giorni (How To Lose A Guy In 10 Days). L’iconica pellicola che ci ha regalato una delle coppie meglio assortite del grande schermo, Kate Hudson e Matthew McConaughey è un’ assoluta delizia classe 2003. Ottimo cast, tra cui spicca una giovane e già bravissima Kathryn Hahn, una sceneggiatura brillante, un perfetto mix di ironia, emozione e romanticismo che ha definito una nuova era del genere della commedia romantica anni 2000. Personalmente, è stato il comfort movie che mi ha rallegrato le giornate quando ero un pò giù di morale, quando si sperimentano le prime delusioni d’amore dei vent’anni e sembra che la tua vita amorosa sia arrivata al capolinea (i ventenni e il pessimismo leopardiano cosmico), e mi ritrovavo a sognare che, quando sarei entrata nel mondo degli adulti, avrei fatto di tutto per diventare come Andie Anderson, una giovane donna con un lavoro figo, amiche vere con cui dividere le giornate lavorative e il tempo libero, con un look sempre di tendenza, con grandi aspirazioni di vita e lavorative e, ciliegina sulla torta, avrei trovato anch’io il mio Benjamin Barry. Spoiler Alert: Niente di tutto questo (o quasi) è accaduto, ma Come farsi lasciare in 10 giorni, tutt’oggi, ha la stessa funzione nella mia vita, rallegrarmi e coccolarmi e penso che, se una pellicola di 21 anni fa, riesce ancora a fare “il suo dovere”, significa che ha decisamente passato il test di qualità a pieni voti. Ma andiamo alla
QUANDO LA FANTASCIENZA ARRIVA IN TV: LE MIGLIORI SERIE DA RECUPERARE
Dune: ProphecyAmbientata 10.000 anni prima degli eventi del romanzo del 1965, la serie approdata questa settimana su HBO e, in Italia, su Sky, segue le sorelle Valya e Tula Harkonnen mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell'umanità e creano la leggendaria setta nota come Bene Gesserit. Il progetto amplia con maestria l'epica eredità dell'universo di Dune, offrendo una narrazione avvincente, visivamente straordinaria e intellettualmente stimolante. “Prophecy” riesce a coniugare il rispetto per i complessi temi dell'opera originale di Frank Herbert con l'aggiunta di nuovi strati di profondità narrativa, distinguendosi per il suo mix di spettacolarità, tensione drammatica e segreti intriganti. Al contempo, esplora con incisività una tematica cardine della fantascienza, ovvero la sfiducia nei confronti del potere, di chi lo detiene e dei sistemi di credenze dove la devozione religiosa si intreccia con la manipolazione politica. SiloTra le più recenti serie sci-fi di Apple TV+ e basata sulla trilogia di romanzi di Hugh Howey, Silo racconta la vita degli ultimi diecimila abitanti della Terra in un mondo post-apocalittico, confinati in un misterioso bunker di oltre 140 livelli. Pur ignorando il passato, questa società ha sviluppato tradizioni e sistemi di ordine propri; tuttavia, le rigide regole e i segreti che le sostengono vengono messi in discussione da chi osa sfidare il sistema. Con Rebecca Fergueson alla guida, questa serie cattura il pubblico grazie al suo enigma centrale, alle interpretazioni carismatiche del cast e a una produzione visivamente imponente. Al centro della trama, anche in questo caso, riflessioni tipiche del genere, come la sorveglianza, l'oppressione e la lotta per la libertà, intrecciati in un racconto avvincente e ricco di tensione.WestworldWestworld è un parco divertimenti futuristico e ipertecnologico, gestito dal dottor Robert Ford (Anthony Hopkins), dove androidi dall’aspetto umano permettono ai visitatori di vivere qualsiasi tipo di avventura o fantasia, anche
N.19 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 10 DI 15: ALIEN ROMULUS FILM E FUMETTO).
Dopo la parentesi letteraria ritorniamo all’interno della cronologia narrativa e pertanto è venuto il momento di parlare di “Alien Romulus” del 2024, scritto e diretto dal regista uruguaiano Federico Alvarez.La storia si svolge nel 2142 ossia 20 anni dopo gli eventi di “Alien” e 37 anni prima di quelli di “Aliens” (mettiamoci anche 5 anni dopo “Alien Isolation” e 17 anni dopo “Alien: Out of the Shadows”) e pertanto s’inserisce nella saga in mezzo ai Capolavori di Scott e Cameron (e nel frattempo Ripley e Jones fanno sogni d'oro…).Nell’era post-Prometheus, inizialmente era stato il noto regista Neill Blomkamp (District 9) che nel 2015 aveva scritto “Alien 5” e tutto sembrava dare l’idea che nel 2017 il film sarebbe uscito nelle sale ma, all’improvviso, la 20th Century Fox cancellò la produzione (a causa dell’accavallarsi della produzione di “Alien Covenant”) e la sceneggiatura non fu mai più ripresa successivamente e di questo il regista sudafricano è sempre rimasto molto deluso. La storia di Blomkamp sarebbe entrata in conflitto con il canone della saga in quanto avrebbe avuto come protagonisti il sergente Hicks e un’adulta Newt (entrambi personaggi che conosceremo in “Aliens”) insieme a Ripley.Alvarez, fan della saga, nei primi mesi del 2021, sottopose a Ridley Scott l’idea di un suo “Alien” e il regista inglese fu entusiasta della proposta e si dichiarò pronto a produrre la pellicola. Parallelamente Alvarez chiese a James Cameron se era disposto a fare da consulente (ruolo non accreditato ufficialmente) e il regista americano accettò.Alvarez, dopo molteplici indecisioni, alla fine decise di far svolgere gli eventi in mezzo ai due film-icona della saga, sicuro che con due collaboratori come Scott e Cameron non avrebbe commesso alcun errore di coerenza narrativa, rispettando le due pellicole e il canone.Le cose però non furono così facili ed immediate per il regista:
IRIS FILM FESTIVAL
Festival DirectorFabrizio Fazio Official PresenterElena Rossetto Relationship ManagerAlessandra Pappadà Event CoordinatorMichelangelo Miranda General SecretaryManuela Rossi Location dell'eventoTeatro 7 OffVia Monte Senario, 81a00141 Roma📩 info@irisfilmfestival.it IL SALUTO SUL PALCO AGLI AMICI DI FILMAMO ! 🎬 SELEZIONE UFFICIALE : https://www.irisfilmfestival.it/selezione-ufficiale.html 🎬 ISCRIZIONI E REGOLAMENTO : https://www.irisfilmfestival.it/iscrizioni.html
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA 23ESIMA EDIZIONE DELRIFF AWARDS – ROME INDIPENDENT FESTIVAL.
Il programma del festival è reperibile su https://riff.it/il-festival/programma/ Le informazioni sui singoli film sono presenti al seguente indirizzohttps://riff.it/il-festival/film-in-concorso/ Infine ecco l’elenco dei vari eventi legati al festivalhttps://riff.it/il-festival/eventi-masterclass/ Si è tenuta a Roma la conferenza stampa di apertura della 23esima edizione del RIFF Awards – Rome Indipendent Festival del quale Filmamo è partner.Il festival si svolgerà dal dal 15 al 22 novembre presso il Nuovo cinema Aquila.In totale avremo 80 titoli, selezionati tra gli oltre 2000 arrivati agli organizzatori della manifestazione, divisi in 13 sezioni.Molti gli autori presenti alla conferenza che hanno permesso di illustrare brevemente alcune delle opere presenti, focalizzandosi sopratttutto su quelle italiane. Feature film festival.Per questa sezione sono state scelti come sempre esordi oppure opere seconde.Tre regole infallibili di Marco Gianfreda sabato 16 novembre alle 19e30.Settimo grado di Massimo Cappelli, sempre sabato 16 novembre alle 22. Un thriller che nasce dalla voglia di provare a raccontare una storia ambientata in un unico ambiente.Ambientazione unica anche per l’autoprodotto Di noi 4 di Emanuele Gaetano Forte. Stavolta si tratta di un’opera seconda che, partendo da un’esperienza autobiografica, racconta di due coppie che vorrebbero dei figli ma si rendono conto di non poterselo permettere economicamente.National documentary competitionRenzo Chiesa, Chiesa Renzo, il 16 novembre alle 18; ritratto di uno dei più famosi fotografi della musica italiana, autore ad esempio dell’iconica copertina di Dalla (1980). The Erasmus generation di Vincent Imperato il 21 novembre alle 18e45, sull’omonimo programma di studio all’estero.Non chiudete quella porta di Francesco Banesta e Matteo Vicentini Ognani, il 20 novembre alle 20; dedicato al mercato romano di Porta Portese.Infine Arcadia America di Raffaele Manco, il 17 novembre alle 18.Un viaggio in 10 stati degli USA, compiuto partendo dal 2017 nel quale, come ha dichiarato il regista, “più viaggiavo più mi sembrava di andare indietro nel tempo”. Documentariff (International documentary
N.18 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 9 DI 15: IL POST-ISOLATION E LA TRILOGIA DEL 2014).
Dopo la parentesi ludica di “Alien Isolation”, questa volta ne faremo una letteraria abbastanza ampia. Come è facile immaginare, il gioco della CA crea una sorta di snodo narrativo all’interno della saga: troppo importante il personaggio di Amanda per abbandonarla al termine dell’avventura mozzafiato su Sevastapol e, contemporaneamente, fin troppo ampio è il periodo di 57 anni di ipersonno di Ellen Ripley, che funge da anello di congiunzione tra “Alien” e “Aliens”, per non scrivere qualcosa d’interessante per gli appassionati. Di fatto quindi nascono due linee narrative che, di volta in volta, s’intersecano tra loro: da una parte quella lineare cinematografica, dall’altra quella formata da libri, videogiochi e fumetti.In realtà le linee sarebbero quattro: la terza quella interlacciata con la saga di “Predator”, la quarta teoricamente in relazione con l’universo di “Blade Runner”. Come da prassi, rinnovo l’invito a non continuare la lettura se non si è giocato ad “Isolation” e/o non si è visto il film “Aliens”.Nel 2017 viene pubblicata una serie di 12 fumetti intitolata “Aliens: Defiance” che, sostanzialmente, inizia con il post-Isolation. La storia infatti si svolge nello stesso anno della missione di Amanda su Sevastapol (2137) e vede protagonista Zula Hendricks, colonello dei Marines e amica della figlia della Ripley.Nella successiva serie di 4 fumetti uscita nel 2019 e intitolata “Aliens: Resistance”, avremo il sequel di “Defiance” dove le due amiche si ritroveranno per combattere i loschi piani della Weyland-Yutani il cui fine ultimo è trovare l’arma biologica definitiva per usarla per scopi militari. Oltre alla linea narrativa post-Isolation esiste anche, come ho scritto, quella ben più nota ossia quella cinematografica ma il periodo di 57 anni tra la fine di “Alien” e l'inizio di “Aliens” era troppo lungo per non scatenare l'appetito e la fantasia degli scrittori (possibile che in un universo dove accadono tanti