La durata è il risultato di un processo di trasformazione, di evoluzione. Le 10 ore e mezza di questo vero e proprio colosso della settima arte mostrano proprio questo, la trasformazione di una famiglia durante gli oltre dieci anni di legge marziale imposta dal dittatore Marcos a cavallo tra anni '70 ed '80. La evoluzione (o, forse, involuzione?) di una famiglia che funge da sineddoche per l'intero Paese natio di Lav Diaz. L'aspetto sociale è quello fondamentale, come in molta parte della produzione diaziana, qui ancor più marcato dal ricorso a footage giornalistici delle guerriglie cittadine, dei proclami di Marcos. La realtà che penetra nella finzione cinematografica, il cinema che diviene un po' più reale, anche grazie ad una messa in scena quasi documentaristica, a tratti debitrice del primo Béla Tarr, quello di Nido Famigliare e di Rapporti Prefabbricati, per esempio.A fronte di alcuni limiti tecnici, dettati anche da problemi nei finanziamenti, ed errori registici, quali scavalcamenti di campi, la sperimentazione stilistica portata avanti da Diaz, invero ancora ad uno stato imperfetto, presenta ancora un certo attaccamento al linguaggio proprio ed esclusivo del cinema, come il ricorso al montaggio, al decoupage tradizionale (molti ma non moltissimi i veri e propri piani-sequenza, mentre spesso si trovano tagli interni ad una stessa scena) e ai movimenti di macchina, esclusivamente a mano. Tuttavia, lo spirito del film e dell'artista-Diaz è già ben definito, è lo stesso che permeerà i suoi veri capolavori come Florentina Hubaldo, CTE e Melancholia. La disperazione dei protagonisti, sempre rappresentazioni microcosmiche del macrocosmo del Paese filippino, non è un flusso che, come spesso accade nel cinema tradizionale, esce dalla pellicola per investire lo spettatore ma è un virus sottocutaneo che si muove all'interno del film stesso e che ingloba il pubblico, non risultando mai uno "strumento" narrativo ma, piuttosto,
Un road movie leggero ma intenso che tratta uno dei problemi più gravi per un genitore, la diversità mentale.Il sentimento predominante del film è l'amore, che riesce ad uscire e a fluire libero sia nel rapporto padre/figlio che negli altri personaggi che fanno da cornice in questa storia.Una delle frasi:La felicità, purtroppo, non è un diritto, è un colpo di culo! Mio voto personale 9
Il palloncino bianco di Jafar Panahi è un incantevole e delicato ritratto dell'infanzia e della determinazione. Con una regia semplice ma potente, Panahi racconta la storia di una bambina di Teheran che cerca disperatamente di acquistare un palloncino bianco, affrontando una serie di ostacoli lungo il cammino. Il film esplora temi di innocenza, speranza e disillusione con un'umanità sincera e toccante. La performance della giovane protagonista è straordinaria, e la narrazione fluida e priva di fronzoli crea una sensazione di realismo che rende ogni scena affascinante. Un piccolo capolavoro che riesce a emozionare con eleganza e semplicità.
Appuntamento a Land's end di Gillies MacKinnonAppuntamento a Land's end è un film d'amore: di amore coniugale, e di amore per la vita. L'eccezionale protagonista si carica sulla propria persona, oltre che gli anni e i gravi malanni, anche tutti gli spettatori, e li porta con sé, nel suo meraviglioso viaggio.Si parte, rigorosamente su di un bus, da John o'Groats per arrivare a Land's End: praticamente le punte estreme della Gran Bretagna. Il viaggio è un modo per omaggiare la memoria della moglie e della figlia, quest'ultima prematuramente venuta a mancare, ma anche per sé stesso, per perdersi nei ricordi di tempi passati. Molto bravo, e anche molto british, Timothy Spall nel ruolo del protagonista. Splendidi i panorami: non posso però non menzionare anche i caratteristici bus inglesi (viva il trasporto pubblico). Forse la pecca di quello che comunque nel complesso è un bel film, sono alcune scene durante il viaggio eccessivamente edulcorate ( il mondo, ahimè, è popolato da persone più brutte e ciniche di quelle che compaiono come occasionali compagni di viaggio nel film). Un punto in più perché è piaciuto molto alla moglie.
Purtroppo, soprattutto per il cast che mi piace molto, male male. Già dai primi momenti del film ho avuto la sensazione che questo cercasse, senza riuscirci, di ricalcare i grandi classici d'autore italiani: peccato che manchi totalmente di anima. Il protagonista dovrebbe essere, credo nelle intenzioni del regista, come un personaggio di Antonioni, ma da impotente diventa inutile; trama che sta nel mezzo tra le trame classiche e quelle post-moderne, ma devo dire soprattutto col finale risulta insapore. La regia diventa buona in qualche scena, come quella della festa clandestina, mentre ho trovato grottesca la citazione, che mi è sembrata lampante, a Apocalipse Now nella scena della sauna. Insomma un film che vorrebbe essere ma che non è: prova ad essere intelletuale ma ne ha solo la forma, neanche troppo definita.
Adoro questo film…. È uno dei pochi che mi commuove e non sono solita…Interpretazioni strepitose davvero…. Che dire…Zingaretti e buy meravigliosi e il bambino ha questo sguardo e modo che strappano il cuore. Peccato non lo abbiano riproposto …
"Yellowstone" is a modern Western masterpiece that blends family drama, political intrigue, and stunning landscapes. At its heart is the powerful Dutton family, with Kevin Costner delivering a commanding performance as John Dutton, a patriarch navigating the complex world of land, power, and legacy. The ensemble cast, including Kelly Reilly, Luke Grimes, and Wes Bentley, brings depth and authenticity to the family dynamics. The show excels in portraying the clash between traditional values and modern challenges, with sharp writing and intense drama that keeps viewers on the edge of their seats. It explores the darker sides of power, politics, and sacrifice, with the breathtaking cinematography of Yellowstone serving as both a character and a stunning backdrop to the narrative. "Yellowstone" is a riveting, emotionally charged experience that seamlessly blends classic Western themes with contemporary storytelling. With its stellar cast, breathtaking visuals, and gripping plot, the series stands as a modern classic deserving of a solid 10/10.
Devo dire che più passano gli anni e più riconsidero Body Of Evidence, come un grande esempio di film erotico!Insomma: negli ultimi anni abbiamo celebrato la trilogia di 50 sfumature di grigio; come l'apice dell'erotismo... Che diavolo! Rispetto a BOE, sembra un film Disney...Certo, non è un capolavoro di triller; è inferiore al capostipite per eccellenza Basic Instinct; (come tensione e suspense, ma non come erotismo): la regia è affidata a un inconpetente come Uli Edel; forse ci sono troppe scene in tribunale; alcuni dialoghi sono un po' superficiali e ridicoli; la sceneggiatura ha delle lacune e il finale è abbastanza ovvio; comunque... nel complesso ha un cast eccezionale, con attori eccellenti!Molti dicono che non c'è chimica tra Willem Dafoe e Madonna durante le scene di sesso; ma non è così! Madonna ha scelto personalmente Willem come partner e loro hanno provato tutte le scene di sesso rinchiusi in una stanza d'albergo per circa due settimane (fonte IMDB) e lascio spazio all'immaginazione...Nel film Madonna non usa controfigure e le scene di sesso (che sono la parte più interessante del film) sono assolutamente al limite dell esplicito; come nel famigerato Candle-Champagne, scena in cui Madonna sta per montare a smorzacandela sul vecchio Willem e poi comincia a cavalcarlo, godendo e ansimando di piacere; si vede chiaramente che Dafoe è eccittato e si nota l'erezione del suo pene!È chiaro che la protagonista principale è la Material Girl: bellissima, sexy e assolutamente erotica e disinibita, come ci si aspetta da una femme fatale come Rebecca (il personaggio interpretato da Madonna).Willem Dafoe, forse non sarà il massimo del sex appeal, ma è funzionale nel ruolo dell'avvocato ingenuo che si fa conquistare dalla figa e dalle bocce di Rebecca. Se leggi la carriera di questo fantastico attore, noterai che è anche un certo erotomane; (come
Magic Mike - The last dance uscito il 9 febbraio 2023, ultimo film di una trilogia di Steven Soderbergh, è un film nel complesso divertente. All'inizio il racconto è lento ed ambiguo, ma trascorsi i primi minuti la storia diventa interessante ed originale considerato il particolarissimo carattere della protagonista ( Salma Hayek) che nei panni di Maxandra Mendoza vuole gestire un teatro senza avere alcuna competenza in materia e l'interesse del protagonista a risolvere i problemi economici sfruttando il suo talento di ballerino (Channing Tatum). Le situazioni comiche si moltiplicano tra crisi di nervi e scenate, intervallate da piacevoli coreografie, qualche volta un po' spinte, considerato anche che il film gioca sul tema dello spogliarello maschiele riecheggiando in qualche tratto il film "Full monthy".Lodevole l'interpretazione dei protagonisti che in tutto il film si fronteggiano portando sullo schermo in modo ironico il conflitto tra classi sociali ed in particolare tra due mondi poco inclini al dialogo, quello dei multimilionari e degli artisti squattrinati. Eccezionale l'interpretazione del maggiordomo, l'attrice giovane dimostra di avere talento, anche, se le sue battute non sono molte. Nell'insieme un film gradevole che nel finale riscatta l'inizio un po' lento ed ambiguo. Musiche e coreografie veramente originali, esplosiva la scena finale del ballo sulle scale.
Rifacimento di un precedente film del 1962, vicenda tratta da un romanzo noir di James Hadley Chase. C'è un drammaturgo che è diventato famoso grazie ad una pièce non sua ("rubata" per così dire ad un suo amico morente). In crisi di idee, non trova di meglio che cercare di scrivere dialoghi per un nuovo spettacolo, servendosi della storia di Eva, escort di lusso, conosciuta per caso. In aggiunta, sembra anche cercare di Eva l'amore, lui per conto suo fidanzato e lei molto poco disposta a dare qualcosa di più oltre al corpo, anche perché sposata con un uomo ufficialmente in giro per il mondo. Quando quest'uomo finalmente si potrà congiungere con la moglie, il nostro drammaturgo resterà senza storia.Lo spunto non è, come si vede, particolarmente nuovo. La realizzazione è problematica, sicuramente gli attori danno il meglio di sé e Isabelle Huppert sopporta degnamente ciò che è chiamata a fare, con una freddezza ammirevole. Ma alla fine, visto che compiangere il drammaturgo senza idee non importa a nessuno, la storia (che probabilmente nel romanzo ha un suo appeal) qui appare scontata e poco interessante.
This was my most anticipated movie of the year, but it wasn’t what I expected. It’s much more comical than anticipated, with forced laughs dragging for 45 minutes before turning serious again.The pacing is awkward, with scenes feeling overly long and in need of tighter editing.There’s little at stake, it’s no Uncut Gems-style adrenaline rush.Vanya, the main character, is a spoiled brat with no arc, making him hard to watch.Some supporting actors are weak, and certain characters lack depth, though Madison’s Anora stands out with her complex, unsympathetic portrayal.It’s extremely explicit, so choose your viewing companion wisely. While the nudity is excessive, it mostly gets its point across, though calling this a feminist movie feels misguided.Cinematography is stunning, but the music choices, especially early on, are odd and inconsistent.The last scene—just three minutes long—is exceptional, with perfect acting and a memorable one-take shot that elevates the film significantly.Despite its flaws, the film has its moments. Madison shines, Baker’s eccentricity shows, but it’s a mixed bag overall.
N.20 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 11 DI 15: ALIENS).
Siamo arrivati ad un momento fondamentale per l'intero universo di Alien in quanto l'“Aliens” di James Cameron, uscito nel 1986, è probabilmente il film più importante tra tutti quelli che abbiamo affrontato finora e che affronteremo successivamente perché è quello che fa nascere la saga (prima di esso esisteva solo il film del ’79) e che farà diventare gli Xenomorfi e l’eroina Ellen Ripley due icone della cultura di massa degli anni ottanta-novanta, due figure che entreranno nell’immaginario collettivo e che a tutt’oggi possono vantare decine di milioni di appassionati in tutto il mondo.Il successo mondiale della pellicola che lancerà, definitivamente, Cameron nell'Olimpo di Hollywood, permetterà di dare vita a tutta una serie di videogiochi, fumetti e romanzi (non sempre validi e/o importanti) che contribuiranno a dare vita alla saga e al suo canone.Da quel momento, tutto il materiale che verrà prodotto in seguito dovrà comunque rispettare la coerenza narrativa con gli eventi del film dell'86.Da prassi invito il lettore a non andare oltre nella lettura se non si è visto il film. Perché è così importante “Aliens” rispetto ad "Alien"?Il film di Scott, concretamente, non spiega nulla oltre ciò che mostra: una astronave carica di minerali, un messaggio di soccorso, un equipaggio che decide di andare ad indagare, l'incontro con una misteriosa ed aggressiva forma di vita aliena, un computer centrale che deve rispettare un particolare ordine di una fantomatica Compagnia…Non c'è altro, nessuna spiegazione del contesto, nessun approfondimento del passato dei personaggi, niente di niente: è proprio questo mistero perenne ad affascinare terribilmente gli spettatori. Cameron, che viene dal successo di “Terminator” di due anni prima, decide d’imbarcarsi in una impresa molto complessa e ad elevato tasso di fallimento: fare un sequel dell’”Alien” di Scott perché la storia del tenente Ripley, secondo lui, merita una continuazione.Continuazione si ma
MAMMA HO PERSO L’AEREO: IL FILM CHE HA RESO ICONICO IL NATALE
Se c’è una cosa che un’ inguaribile romantica come me ama tanto quanto le Rom-Com, sono senza dubbio i film natalizi. Che siano ad alto budget, con un cast stellare, o i classici “Hallmark Movies” che sono sostanzialmente tutti uguali, ma non importa…non ne posso fare a meno, è tradizione e le tradizioni vanno sempre onorate e rispettate! E così, mi sono detta che sicuramente, tra gli utenti di FilmAmo, ci sarà qualcuno che condivide questa mia passione o magari, potrei coinvolgere qualcuno di voi nella mia follia! Da qui nasce l’idea di questa nuova rubrica a tema natalizio, “Cinema sotto l'albero”, dove settimanalmente, vi accompagnerò fino al giorno di Natale, raccontandovi dei film natalizi che amo di più, e ovviamente, non mancheranno le curiosità sul dietro le quinte! Tutti pronti? Se l’urlo più famoso della storia dell’arte è quello di Munch, nel mondo del cinema, dopo quello iconico Janet Leigh in Psycho, troviamo l’urlo altrettanto carico di terrore di Catherine O'Hara quando il suo personaggio, Kate McCallister, realizza che il figlio di 8 anni, Kevin, è rimasto a casa da solo, mentre lei si trova sopra un aereo, in viaggio verso Parigi con tutta la famiglia… - 1. Questa la premessa del mitico, unico e intramontabile: Mamma, ho perso l’aereo (Home Alone). Questo è Il film natalizio che ogni anno ci ricorda che lasciare un bambino a casa da solo non è solo irresponsabile, ma anche esilarante. Kevin McCallister, interpretato dal geniale Macaulay Culkin, è il ragazzino che tutti avremmo voluto essere a 8 anni: astuto, creativo, e con una casa piena di trappole da far invidia a un film di Indiana Jones. Sono sincera, da bambina l’effetto che mi suscitava il film era opposto al sentimento di Kevin, perchè se lui ha desiderato ardentemente che la sua famiglia
FILM VINCITORI RIFF AWARDS 2024
ROME INDEPENDENT FILM FESTIVAL XXIII EDIZIONERIFF AWARDS 2024 Annunciati i vincitori della XXIII edizione“Tre regole infallibili” di Marco Gianfreda - Miglior Lungometraggio Italiano“Salli” di Lien Chien Hung - Miglior Lungometraggio Internazionale “Non chiudete quella porta” di Francesco Banesta & Matteo Vicentini Orgnani Miglior Documentario“After the Odissey” di Helen Doyle Miglior Documentario InternazionalePremio Rai Cinema Channel al Miglior Corto Italiano “Sommersi” di Gian Marco Pezzoli“Un lavoretto facile facile” di Giovanni Boscolo Miglior Corto Italiano“Transformation” di Marcel Barsotti Miglior Corto Internazionale“Better so” di Jaakko Ylitalo miglior corto studenti“The Strange Case of the Human Cannonball” di Roberto Valencia Miglior Corto Animato Con l’annuncio dei vincitori termina la XXIII edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival diretto da Fabrizio Ferrari che, al Nuovo Cinema Aquila di Roma, dal 13 al 22 novembre, ha visto programmate oltre 80 opere molte delle quali in anteprima italiana, europea o mondiale e suddivise in 13 sezioni nazionali e internazionali: opere prime e seconde di lungometraggio, documentari, cortometraggi, film sperimentali e animazioni, soggetti e sceneggiature contraddistinte per l’originalità e l’innovazione dei contenuti e delle tecniche utilizzate.Queste le varie sezioni in concorso: Feature film,International documentary, National documentary, International short, National short, Animation short, Student short e per le sceneggiature (lungometraggio e cortometraggio) e soggetti.La giuria composta da: Cristian Casella produttore, esperto di media e comunicazione, Sophie Chiarello, regista italo-francese, la produttrice e ispettrice di produzione Sonia Cilia, il regista, commediografo e attore Pietro De Silva, la produttrice Delegata Emma Esposito, il supervisor di visual effects Francesco Grisi, la production supervisor Carolina Iorio, le giornaliste Antonia Matarrese e Miriam e Mauti, il Produttore Esecutivo Andrea Passalacqua e Nicola Sganga esperto di VFX, ha assegnato i seguenti premi:Il Premio Feature film - Miglior Lungometraggio Italiano va a Tre regole infallibilidi Marco Gianfreda: “Per la sua capacità di raccontare, con delicatezza, la
COME FARSI LASCIARE IN 10 GIORNI: AMORE, RISATE E UNA FELCE
Cari lettori, benvenuti e bentornati al nuovo appuntamento con la rubrica “Cuori sullo schermo”. Scegliere di quale film parlarvi quest’oggi, non è stata una scelta facile, i titoli cari al mio cuore sono tanti e tutti meritano di essere discussi e celebrati. Ma la scelta è caduta su una delle mie rom com preferite: Come Farsi Lasciare in 10 Giorni (How To Lose A Guy In 10 Days). L’iconica pellicola che ci ha regalato una delle coppie meglio assortite del grande schermo, Kate Hudson e Matthew McConaughey è un’ assoluta delizia classe 2003. Ottimo cast, tra cui spicca una giovane e già bravissima Kathryn Hahn, una sceneggiatura brillante, un perfetto mix di ironia, emozione e romanticismo che ha definito una nuova era del genere della commedia romantica anni 2000. Personalmente, è stato il comfort movie che mi ha rallegrato le giornate quando ero un pò giù di morale, quando si sperimentano le prime delusioni d’amore dei vent’anni e sembra che la tua vita amorosa sia arrivata al capolinea (i ventenni e il pessimismo leopardiano cosmico), e mi ritrovavo a sognare che, quando sarei entrata nel mondo degli adulti, avrei fatto di tutto per diventare come Andie Anderson, una giovane donna con un lavoro figo, amiche vere con cui dividere le giornate lavorative e il tempo libero, con un look sempre di tendenza, con grandi aspirazioni di vita e lavorative e, ciliegina sulla torta, avrei trovato anch’io il mio Benjamin Barry. Spoiler Alert: Niente di tutto questo (o quasi) è accaduto, ma Come farsi lasciare in 10 giorni, tutt’oggi, ha la stessa funzione nella mia vita, rallegrarmi e coccolarmi e penso che, se una pellicola di 21 anni fa, riesce ancora a fare “il suo dovere”, significa che ha decisamente passato il test di qualità a pieni voti. Ma andiamo alla
QUANDO LA FANTASCIENZA ARRIVA IN TV: LE MIGLIORI SERIE DA RECUPERARE
Dune: ProphecyAmbientata 10.000 anni prima degli eventi del romanzo del 1965, la serie approdata questa settimana su HBO e, in Italia, su Sky, segue le sorelle Valya e Tula Harkonnen mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell'umanità e creano la leggendaria setta nota come Bene Gesserit. Il progetto amplia con maestria l'epica eredità dell'universo di Dune, offrendo una narrazione avvincente, visivamente straordinaria e intellettualmente stimolante. “Prophecy” riesce a coniugare il rispetto per i complessi temi dell'opera originale di Frank Herbert con l'aggiunta di nuovi strati di profondità narrativa, distinguendosi per il suo mix di spettacolarità, tensione drammatica e segreti intriganti. Al contempo, esplora con incisività una tematica cardine della fantascienza, ovvero la sfiducia nei confronti del potere, di chi lo detiene e dei sistemi di credenze dove la devozione religiosa si intreccia con la manipolazione politica. SiloTra le più recenti serie sci-fi di Apple TV+ e basata sulla trilogia di romanzi di Hugh Howey, Silo racconta la vita degli ultimi diecimila abitanti della Terra in un mondo post-apocalittico, confinati in un misterioso bunker di oltre 140 livelli. Pur ignorando il passato, questa società ha sviluppato tradizioni e sistemi di ordine propri; tuttavia, le rigide regole e i segreti che le sostengono vengono messi in discussione da chi osa sfidare il sistema. Con Rebecca Fergueson alla guida, questa serie cattura il pubblico grazie al suo enigma centrale, alle interpretazioni carismatiche del cast e a una produzione visivamente imponente. Al centro della trama, anche in questo caso, riflessioni tipiche del genere, come la sorveglianza, l'oppressione e la lotta per la libertà, intrecciati in un racconto avvincente e ricco di tensione.WestworldWestworld è un parco divertimenti futuristico e ipertecnologico, gestito dal dottor Robert Ford (Anthony Hopkins), dove androidi dall’aspetto umano permettono ai visitatori di vivere qualsiasi tipo di avventura o fantasia, anche
N.19 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 10 DI 15: ALIEN ROMULUS FILM E FUMETTO).
Dopo la parentesi letteraria ritorniamo all’interno della cronologia narrativa e pertanto è venuto il momento di parlare di “Alien Romulus” del 2024, scritto e diretto dal regista uruguaiano Federico Alvarez.La storia si svolge nel 2142 ossia 20 anni dopo gli eventi di “Alien” e 37 anni prima di quelli di “Aliens” (mettiamoci anche 5 anni dopo “Alien Isolation” e 17 anni dopo “Alien: Out of the Shadows”) e pertanto s’inserisce nella saga in mezzo ai Capolavori di Scott e Cameron (e nel frattempo Ripley e Jones fanno sogni d'oro…).Nell’era post-Prometheus, inizialmente era stato il noto regista Neill Blomkamp (District 9) che nel 2015 aveva scritto “Alien 5” e tutto sembrava dare l’idea che nel 2017 il film sarebbe uscito nelle sale ma, all’improvviso, la 20th Century Fox cancellò la produzione (a causa dell’accavallarsi della produzione di “Alien Covenant”) e la sceneggiatura non fu mai più ripresa successivamente e di questo il regista sudafricano è sempre rimasto molto deluso. La storia di Blomkamp sarebbe entrata in conflitto con il canone della saga in quanto avrebbe avuto come protagonisti il sergente Hicks e un’adulta Newt (entrambi personaggi che conosceremo in “Aliens”) insieme a Ripley.Alvarez, fan della saga, nei primi mesi del 2021, sottopose a Ridley Scott l’idea di un suo “Alien” e il regista inglese fu entusiasta della proposta e si dichiarò pronto a produrre la pellicola. Parallelamente Alvarez chiese a James Cameron se era disposto a fare da consulente (ruolo non accreditato ufficialmente) e il regista americano accettò.Alvarez, dopo molteplici indecisioni, alla fine decise di far svolgere gli eventi in mezzo ai due film-icona della saga, sicuro che con due collaboratori come Scott e Cameron non avrebbe commesso alcun errore di coerenza narrativa, rispettando le due pellicole e il canone.Le cose però non furono così facili ed immediate per il regista:
IRIS FILM FESTIVAL
Festival DirectorFabrizio Fazio Official PresenterElena Rossetto Relationship ManagerAlessandra Pappadà Event CoordinatorMichelangelo Miranda General SecretaryManuela Rossi Location dell'eventoTeatro 7 OffVia Monte Senario, 81a00141 Roma📩 info@irisfilmfestival.it IL SALUTO SUL PALCO AGLI AMICI DI FILMAMO ! 🎬 SELEZIONE UFFICIALE : https://www.irisfilmfestival.it/selezione-ufficiale.html 🎬 ISCRIZIONI E REGOLAMENTO : https://www.irisfilmfestival.it/iscrizioni.html
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA 23ESIMA EDIZIONE DELRIFF AWARDS – ROME INDIPENDENT FESTIVAL.
Il programma del festival è reperibile su https://riff.it/il-festival/programma/ Le informazioni sui singoli film sono presenti al seguente indirizzohttps://riff.it/il-festival/film-in-concorso/ Infine ecco l’elenco dei vari eventi legati al festivalhttps://riff.it/il-festival/eventi-masterclass/ Si è tenuta a Roma la conferenza stampa di apertura della 23esima edizione del RIFF Awards – Rome Indipendent Festival del quale Filmamo è partner.Il festival si svolgerà dal dal 15 al 22 novembre presso il Nuovo cinema Aquila.In totale avremo 80 titoli, selezionati tra gli oltre 2000 arrivati agli organizzatori della manifestazione, divisi in 13 sezioni.Molti gli autori presenti alla conferenza che hanno permesso di illustrare brevemente alcune delle opere presenti, focalizzandosi sopratttutto su quelle italiane. Feature film festival.Per questa sezione sono state scelti come sempre esordi oppure opere seconde.Tre regole infallibili di Marco Gianfreda sabato 16 novembre alle 19e30.Settimo grado di Massimo Cappelli, sempre sabato 16 novembre alle 22. Un thriller che nasce dalla voglia di provare a raccontare una storia ambientata in un unico ambiente.Ambientazione unica anche per l’autoprodotto Di noi 4 di Emanuele Gaetano Forte. Stavolta si tratta di un’opera seconda che, partendo da un’esperienza autobiografica, racconta di due coppie che vorrebbero dei figli ma si rendono conto di non poterselo permettere economicamente.National documentary competitionRenzo Chiesa, Chiesa Renzo, il 16 novembre alle 18; ritratto di uno dei più famosi fotografi della musica italiana, autore ad esempio dell’iconica copertina di Dalla (1980). The Erasmus generation di Vincent Imperato il 21 novembre alle 18e45, sull’omonimo programma di studio all’estero.Non chiudete quella porta di Francesco Banesta e Matteo Vicentini Ognani, il 20 novembre alle 20; dedicato al mercato romano di Porta Portese.Infine Arcadia America di Raffaele Manco, il 17 novembre alle 18.Un viaggio in 10 stati degli USA, compiuto partendo dal 2017 nel quale, come ha dichiarato il regista, “più viaggiavo più mi sembrava di andare indietro nel tempo”. Documentariff (International documentary
N.18 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 9 DI 15: IL POST-ISOLATION E LA TRILOGIA DEL 2014).
Dopo la parentesi ludica di “Alien Isolation”, questa volta ne faremo una letteraria abbastanza ampia. Come è facile immaginare, il gioco della CA crea una sorta di snodo narrativo all’interno della saga: troppo importante il personaggio di Amanda per abbandonarla al termine dell’avventura mozzafiato su Sevastapol e, contemporaneamente, fin troppo ampio è il periodo di 57 anni di ipersonno di Ellen Ripley, che funge da anello di congiunzione tra “Alien” e “Aliens”, per non scrivere qualcosa d’interessante per gli appassionati. Di fatto quindi nascono due linee narrative che, di volta in volta, s’intersecano tra loro: da una parte quella lineare cinematografica, dall’altra quella formata da libri, videogiochi e fumetti.In realtà le linee sarebbero quattro: la terza quella interlacciata con la saga di “Predator”, la quarta teoricamente in relazione con l’universo di “Blade Runner”. Come da prassi, rinnovo l’invito a non continuare la lettura se non si è giocato ad “Isolation” e/o non si è visto il film “Aliens”.Nel 2017 viene pubblicata una serie di 12 fumetti intitolata “Aliens: Defiance” che, sostanzialmente, inizia con il post-Isolation. La storia infatti si svolge nello stesso anno della missione di Amanda su Sevastapol (2137) e vede protagonista Zula Hendricks, colonello dei Marines e amica della figlia della Ripley.Nella successiva serie di 4 fumetti uscita nel 2019 e intitolata “Aliens: Resistance”, avremo il sequel di “Defiance” dove le due amiche si ritroveranno per combattere i loschi piani della Weyland-Yutani il cui fine ultimo è trovare l’arma biologica definitiva per usarla per scopi militari. Oltre alla linea narrativa post-Isolation esiste anche, come ho scritto, quella ben più nota ossia quella cinematografica ma il periodo di 57 anni tra la fine di “Alien” e l'inizio di “Aliens” era troppo lungo per non scatenare l'appetito e la fantasia degli scrittori (possibile che in un universo dove accadono tanti
N.17 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 8 DI 15: ALIEN ISOLATION: VIDEOGIOCO, ROMANZO E SERIE DIGITALE).
IL VIDEOGIOCODopo la parentesi del tributo al quarantennale di “Alien”, riprendiamo rigidamente la cronologia narrativa della saga.Come da prassi, rinnovo l’invito a non continuare la lettura se non si sono visti i film della saga per evitare di rovinarsi determinati colpi di scena o di conoscere alcuni contesti narrativi che verranno svelati, gradualmente, nel gioco e nei film successivi. Dove eravamo rimasti?Anno 2122, Ellen Ripley tenente del cargo “Nostromo” di proprietà della Weyland-Yutani, riesce ad espellere, dalla capsula di salvataggio “Narcissus”, l’alieno protagonista del film che aveva ucciso tutti i componenti della “Nostromo”. Terminato lo scontro, il tenente, insieme al gatto Jones, si mette in ipersonno dopo aver impostato la rotta verso la Terra. Da un punto di vista strettamente cinematografico, la storia continuerà con “Aliens” che riprende esattamente la storia dal ritrovamento della capsula dove ci sono Ripley e Jones (in mezzo a tutto questo però c’è quello che accade nel libro “Alien: Out of the Shadows”, anch’esso canonico e che spiegherà alcune cose inerenti l'errante viaggio di Ripley nello spazio profondo…).Da un punto di vista narrativo però le cose stanno in maniera differente: tra “Alien” che si svolge nel 2122 e “Aliens” che si svolge nel 2179, si colloca la storia di Amanda Ripley-McClaren, figlia di Ellen Ripley-McClaren e di un certo Alan.Amanda sarà la protagonista di “Alien: Isolation”, videogioco che esce nel 2014, realizzato dalla software house inglese “Creative Assembly”, fondata nel 1987, la quale, nel 2005, viene assorbita dalla Sega, la più grande software house di videogiochi giapponese e, per tale motivo, entra a far parte della Sega Europa.Nel 2006 la Sega acquista i diritti per produrre videogiochi tratti dalla saga cinematografica della 20th Century Fox e pertanto, a sua volta, la software house giapponese incarica la Creative Assembly di realizzare un gioco multipiattaforma (Pc, Playstation