Random reviews

Recensione di   Witchcatcher Witchcatcher

Martyrs

(Film, 2008)

Recuperato di recente, anche perchè avevo visto prima il remake, purtroppo e avevo deciso di non guardare l'originale. Fortunatamente l'ho fatto, regalandomi un grandissimo pezzo di cinema, imperdibile. La sofferenza e le torture in scena, insieme al cinismo più feroce. Shock

Recensione di   Ugo Messina Ugo Messina

Lo chiamavano Trinità...

(Film, 1970)

Un capolavoro immortale, l'iniziatore di un genere nel genere (degli Spaghetti Western). L'ho guardato 10 volte forse più e non mi sono mai stancato. Battute ironiche, irriverenti, geniali. Recitazione stratosferica. Innumerevoli scene iconiche immortalate nella memoria di tutti quelli che, come me, hanno avuto Bud Spencer e Terence Hill come loro eroi di giovinezza.

Recensione di   Giacomo Pescatore Giacomo Pescatore

Un altro ferragosto

(Film, 2024)

Virzì torna quasi trent'anni dopo sull'isola di Ferie d'agosto riportandovi quasi l'intero cast del primo film oltre a qualche new entry. Il film è sempre godibile anche se non ha la freschezza dell'originale, ma forse è anche la conseguenza del fatto che, nel confronto tra le due Italie, quella di oggi appare più dolente e affaticata (come il personaggio principale di Silvio Orlando) e, se possibile, ancora più superficiale di quella fotografata nel film del 1996.

Recensione di   Giovanni R. Giovanni R.

Paganini

(Film, 1989)

Che dire? Paganini e` l'unico film con Klaus Kinski davanti e dietro la videocamera. E` l' ultimo film dove Klaus Kinski appare davanti alla videocamera. Quest' opera rappresenta l' ultima celebrazione di questo artista dopo una carriera cinematografica lunghissima! Che altro dire? Kinski e` Paganini! L' anima di Paganini e`in lui! Klaus ha Paganini nel sangue!Solo lui poteva fare un film del genere, un opera indimenticabile nel bene e nel male: che vi piaccia oppure no, che vi diverta o vi annoi, che vi arrapi o vi disgusti Paganini vi rimarra` in mente in modo perenne come un' ossessione, un' ossessione alla Kinski con: Fans che si strappano le vesti al suono del suo violino;Cavalli arrapati';Una Dalila di Lazzaro da sogno, come 100 Madonne (la cantante);Un amore selvaggio con l’attraente Debora;Un violino da brivido;La Sifilide;Pane secco a colazione, pranzo e cena;Un amore quasi ossessivo e appiccicoso per il figlioletto.Klaus Kinski e` qui con la passione di sempre, ora pure alla regia.

Recensione di   Notjustmovie Notjustmovie

Five Nights at Freddy's

(Film, 2023)

Allora... doverosa premessa, parliamo un di uno dei più grandi successi dello scorso anno, a cui mi sono approcciata senza preconcetti perché fare la snob non mi piace mentre invece mi piace l'horror, e tanto, e soprattutto mi piace l' horror “grezzo” senza troppe raffinatezze ne significati nascosti.Alla luce di questo posso dire che “Five nights at Freddy's” non mi e' piaciuto per niente.L'ambizione di “elevarsi” , senza spoiler are troppo diciamo che il personaggio principale è falcidiato da una serie di disgrazie personali senza fine, si schianta sulla cagnaggine di Josh Hutcherson il cui successo planetario mi e' totalmente incomprensibile, sul fronte splatter non pervenuto, gli omicidi dei pupazzoni son tutti fuori campo, maledetto PG13, il finale è telefonatissimo…in pratica spesso e volentieri mi sono abbioccata….sul fronte pupazzoni assassini meglio il “Willie's Wonderland” con Nicolas Cage oppure il trashissimo “Banana Split's show”. Spiace soprattutto vedere la brutta fine fatta da una icona del cinema horror come Matthew Lillard di “Scream…”

Recensione di   Claudio Golia Claudio Golia

Creators: The Past

(Film, 2020)

Un film che poteva essere sviluppato in maniera molto diversa, salta di palo in frasca e con scenari che a mio avviso non c'entrano assolutamente nulla ed oltre tutto non sono contestualizzati come il fatto di passare in un buco spazio temporale e ritrovarsi in un ambiente stile inferno dantesco con tanto di traghettatore su barca attorniata da cosa? anime? ma che c'azzecca con gli alieni? Avrebbero potuto anche (avvalendosi delle conoscenze storiche e bibliche di Mauro Biglino) impostare tutto il film in un contesto differente come per esempio raccontare quale potrebbe essere stata la creazione e la presenza degli alieni nel passato dell'umanità con ambientazioni stile "Stargate" magari dove l'alieno e i suoi scagnozzi dotati di tecnologie superiori dominava l'umanità.Insomma tutto tranne che quest'accozzaglia di trame su trame, personaggi assurdi e via discorrendo. Peccato, un film su questo filone fantascientifico e fatto in Italia da Italiani con la qualità che ci contraddistingue nella storia cinematografica, mancava e manca tutt'ora.

Recensione di   Amalia Amalia

Woman of the Hour

(Film, 2024)

Anna Kendrick's directorial debut is an outstanding success. Inspired by true events, it tells the story of Cheryl (Kendrick), a struggling actress who lands a spot on a popular 70s TV bachelor show and unwittingly chooses Rodney Alcala. Unbeknownst to her, he is a charming and intelligent serial killer who preys on vulnerable individuals. Kendrick delivers her best performance as Cheryl, showcasing a wide range of emotions that allow us to feel her growing terror as she realizes the truth about Rodney. Her direction is just as impressive, skillfully weaving suspense and humor into a cohesive visual narrative. Ian McDonald's screenplay is excellent, and the writing pairs seamlessly with her direction. Daniel Zovatto is chillingly convincing as the cold-blooded Rodney, potentially earning him an award for this role. Every character leaves a lasting impression, and each line resonates. The hour-and-a-half runtime flies by. The film concludes on a dark note, with a crawl detailing Alcala's gruesome murders over a decade. Everything about this movie works. It’s one of the best films of 2024.

Recensione di   Paola Di Lizia Paola Di Lizia

Rapacità

(Film, 1924)

Un viaggio nell'abisso dell'animo umano

Recensione di   Alessandra Alessandra

The Morning Show

(Serie TV, 2019)

The script, acting, production, and significance of this series are all masterfully done. All of the actors give excellent performances, but Aniston's depiction of a famous figure's collapse is the most impactful of her career. Sharp writing captures the voices of each character and explores the subtleties of workplace abuse, challenging and challenging explanations as it goes. A highlight is the ending, which displays amazing depth and resiliency, especially thanks to Aniston's multi-layered, captivating performance.

Recensione di   Frank Dulaney Frank Dulaney

Body of Evidence - Il corpo del reato

(Film, 1993)

Guardando questo film capisco tante cose: perchè Madonna non sia una grande cantante con una grande voce, ma una ottima manager di se stessa. Quindi è una donna con poco talento (il solo talento che ha...è quello di aver scopato con tutti gli uomini che hanno favorito la sua carriera).Qualcuno l'ha definita: la più grande puttana del mondo dello spettacolo! E forse ha ragione! Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera ha saputo vendere la sua immagine ipersessualizzata per fare soldi e diventare quello che è oggi: una vera icona del sesso.E allora perchè ci sorprendiamo di questo film? In fondo è un film erotico, dove le scene più belle sono quelle dove Madonna appare nuda, con le sue bellissime tette e la sua figa cespugliosa; che prima monta il vecchio Andrew Marsh e poi decide di farsi montare dall'eccittato Goblim-Frank Dulaney. E allora è inutile scandalizzarci e montare critiche inutili su questo film; chiunque l'abbia visto l'ha fatto solo per vedere Madonna nuda che scopa! Perchè cosa pensate che gli abbia chiesto De Laurentiis quando ha chiamato lei per il film? " Madonna, tu devi sorridere, fare battute stupide, ma principalmente ti devi devi spogliare, mostrare le tette e il culo e scopare con Willem Dafore ! Perchè il pubblico vuole solo questo da te !" Perchè è questo che è Madonna: una polposa, burrosa, bambola del sesso creata per dare piacere agli uomini...

Recensione di   Nikylisa82 Nikylisa82

Damsel

(Film, 2024)

Un bel fantasy carino in stile fiabesco con tanto di drago.... carino ma cose già viste e stra-riviste!

Recensione di   Merlida S. Merlida S.

65 - Fuga dalla Terra

(Film, 2023)

“65 - Fuga dalla Terra” è un film che riesce a combinare azione adrenalinica e una profonda esplorazione dei legami umani. Diretto da Scott Beck e Bryan Woods, la pellicola segue la storia di Mills, un pilota spaziale interpretato da Adam Driver, che si ritrova bloccato sulla Terra preistorica dopo un incidente. In questo contesto, Mills incontra Koa, una giovane ragazza che diventa la sua compagna di avventure.Una delle qualità più affascinanti del film è la costruzione del rapporto tra Mills e Koa. La loro interazione è il cuore pulsante della storia, offrendo momenti di vulnerabilità e connessione autentica. Mills, inizialmente un uomo segnato dal dolore e dalla solitudine, trova in Koa una fonte di speranza e motivazione. La giovane, interpretata da Ariana Greenblatt, rappresenta l'innocenza e la resilienza, portando un equilibrio emotivo a un mondo altrimenti spietato.La dinamica tra i due personaggi è splendidamente sviluppata; mentre inizialmente si trovano in una situazione di emergenza, il loro legame si evolve in una sorta di partnership, in cui entrambi si sostengono a vicenda. Le scene in cui condividono storie e momenti di tenerezza sono tra le più toccanti del film, dimostrando che anche nei contesti più estremi l’umanità può prevalere.Visivamente, "65" è un ottimo film. Gli effetti speciali e la rappresentazione del mondo preistorico sono di alta qualità, rendendo credibili le minacce rappresentate dai dinosauri e dalle insidie naturali. Ogni sequenza d’azione è ben coreografata, mantenendo alta la tensione e coinvolgendo lo spettatore.Per concludere quest' opera è più di un semplice film di fantascienza; è una storia di legami, sopravvivenza e riscoperta di sé. Il rapporto tra Mills e Koa è al centro della narrazione, portando un calore umano a un contesto altrimenti ostile. Con una trama avvincente, ottimi effetti visivi e una profonda caratterizzazione dei personaggi, il film riesce ad

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Rael70 N.18 - LA SAGA DI

N.18 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 9 DI 15: IL POST-ISOLATION E LA TRILOGIA DEL 2014).

Dopo la parentesi ludica di “Alien Isolation”, questa volta ne faremo una letteraria abbastanza ampia. Come è facile immaginare, il gioco della CA crea una sorta di snodo narrativo all’interno della saga: troppo importante il personaggio di Amanda per abbandonarla al termine dell’avventura mozzafiato su Sevastapol e, contemporaneamente, fin troppo ampio è il periodo di 57 anni di ipersonno di Ellen Ripley, che funge da anello di congiunzione tra “Alien” e “Aliens”, per non scrivere qualcosa d’interessante per gli appassionati. Di fatto quindi nascono due linee narrative che, di volta in volta, s’intersecano tra loro: da una parte quella lineare cinematografica, dall’altra quella formata da libri, videogiochi e fumetti.In realtà le linee sarebbero quattro: la terza quella interlacciata con la saga di “Predator”, la quarta teoricamente in relazione con l’universo di “Blade Runner”. Come da prassi, rinnovo l’invito a non continuare la lettura se non si è giocato ad “Isolation” e/o non si è visto il film “Aliens”.Nel 2017 viene pubblicata una serie di 12 fumetti intitolata “Aliens: Defiance” che, sostanzialmente, inizia con il post-Isolation. La storia infatti si svolge nello stesso anno della missione di Amanda su Sevastapol (2137) e vede protagonista Zula Hendricks, colonello dei Marines e amica della figlia della Ripley.Nella successiva serie di 4 fumetti uscita nel 2019 e intitolata “Aliens: Resistance”, avremo il sequel di “Defiance” dove le due amiche si ritroveranno per combattere i loschi piani della Weyland-Yutani il cui fine ultimo è trovare l’arma biologica definitiva per usarla per scopi militari. Oltre alla linea narrativa post-Isolation esiste anche, come ho scritto, quella ben più nota ossia quella cinematografica ma il periodo di 57 anni tra la fine di “Alien” e l'inizio di “Aliens” era troppo lungo per non scatenare l'appetito e la fantasia degli scrittori (possibile che in un universo dove accadono tanti

Rael70 N.17 - LA SAGA DI

N.17 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 8 DI 15: ALIEN ISOLATION: VIDEOGIOCO, ROMANZO E SERIE DIGITALE).

IL VIDEOGIOCODopo la parentesi del tributo al quarantennale di “Alien”, riprendiamo rigidamente la cronologia narrativa della saga.Come da prassi, rinnovo l’invito a non continuare la lettura se non si sono visti i film della saga per evitare di rovinarsi determinati colpi di scena o di conoscere alcuni contesti narrativi che verranno svelati, gradualmente, nel gioco e nei film successivi. Dove eravamo rimasti?Anno 2122, Ellen Ripley tenente del cargo “Nostromo” di proprietà della Weyland-Yutani, riesce ad espellere, dalla capsula di salvataggio “Narcissus”, l’alieno protagonista del film che aveva ucciso tutti i componenti della “Nostromo”. Terminato lo scontro, il tenente, insieme al gatto Jones, si mette in ipersonno dopo aver impostato la rotta verso la Terra. Da un punto di vista strettamente cinematografico, la storia continuerà con “Aliens” che riprende esattamente la storia dal ritrovamento della capsula dove ci sono Ripley e Jones (in mezzo a tutto questo però c’è quello che accade nel libro “Alien: Out of the Shadows”, anch’esso canonico e che spiegherà alcune cose inerenti l'errante viaggio di Ripley nello spazio profondo…).Da un punto di vista narrativo però le cose stanno in maniera differente: tra “Alien” che si svolge nel 2122 e “Aliens” che si svolge nel 2179, si colloca la storia di Amanda Ripley-McClaren, figlia di Ellen Ripley-McClaren e di un certo Alan.Amanda sarà la protagonista di “Alien: Isolation”, videogioco che esce nel 2014, realizzato dalla software house inglese “Creative Assembly”, fondata nel 1987, la quale, nel 2005, viene assorbita dalla Sega, la più grande software house di videogiochi giapponese e, per tale motivo, entra a far parte della Sega Europa.Nel 2006 la Sega acquista i diritti per produrre videogiochi tratti dalla saga cinematografica della 20th Century Fox e pertanto, a sua volta, la software house giapponese incarica la Creative Assembly di realizzare un gioco multipiattaforma (Pc, Playstation

Rael70 N.16 - LA SAGA DI

N.16 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 7 DI 15: I CORTI DEL XL ANNIVERSARIO).

Nel 2019 “Alien” compie 40 anni e per festeggiare l'evento la 20th Century Fox, in collaborazione con lo studio californiano Tongal, offre la possibilità ai fan più capaci e meritevoli di pubblicare dei corti ispirati alla saga.Al termine di questa selezione/concorso, la Century Fox pubblicherà i 6 migliori corti con cui i registi hanno dimostrato di usare al meglio il budget di $ 35.000 messo a loro disposizione. Il primo corto esce il 29 marzo 2019, trattasi di “Alien: Containment”, sceneggiato e diretto da Chris Reading, che racconta gli ultimi momenti di 4 superstiti che si sono rinchiusi in una capsula di salvataggio dopo che è scoppiata una epidemia mortale sulla loro nave:Dopo pochi giorni viene rilasciato il corto “Alien: Specimen”, scritto e diretto da Kelsey Taylor, che si svolge in una serra di una colonia dove una botanica rimarrà intrappolata…provate ad immaginare insieme a chi:Il 12 aprile 2019 viene rilasciato “Alien: Night Shfit”, diretto da Aidan Brezonick e scritto nientemeno che da O' Bannon e Shusett in persona;Una settimana dopo esce “Alien: Ore”, diretto da Sam e Kailey Spear (fratello e sorella) e scritto da Don O' Bannon:Il 26 aprile 2019 esce “Alien: Harvest”, diretto da Benjamin Howdeshell e scritto da O' Bannon e Shusett:Per ultimo, il 26 aprile 2019, esce “Alien: Alone”, diretto da Noah Miller e scritto sempre dalla coppia O' Bannon/Shusett:Si è discusso molto sulla decisione di considerare canonici o meno i 6 corti ma, generalmente, si considerano tali poiché la sceneggiatura, nella maggioranza dei casi, è scritta da O' Bannon e Shusett. Questo articolo è da considerarsi una parentesi "rilassante" ma dal prossimo riprenderemo la cronologia narrativa.

Rael70 N.15 - LA SAGA DI

N.15 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 6 DI 15: ALIEN).

Il 25 maggio 1979 (in seguito vi renderete conto che la data non sarà casuale), nei cinema americani venne proiettato, per la prima volta, “Alien”, il film della 20th Century Fox diretto dal quasi inesperto Ridley Scott (che aveva esordito appena due anni prima con “I duellanti”), che si basava sulla sceneggiatura di Don O’ Bannon e Ronald Shusett e la cui colonna sonora era opera del famoso compositore Jerry Goldsmith.Non sono solo questi professionisti che entreranno nella Storia del Cinema: l’italiano Carlo Rambaldi realizzerà l’esoscheletro del mostro che, a sua volta, si basava sull’arte tecnologica dello svizzero Hansi Ruedi Giger e questi due, insieme al tecnico degli SFX Brian Johnson, vinceranno il premio Oscar 1980 per gli Effetti Speciali.Un contributo notevole lo daranno anche la fotografia di Derek Vanlint…… e le magnifiche scenografie di Ron Cobb.Ad onor del vero occorre dire che l’idea di “Alien” nasce nel 1974 quando negli USA viene proiettato “Dark Star”, un fantafilm a basso budget ideato da due studenti universitari, Dan O’ Bannon e John Carpenter, che costituiva, di fatto, la loro tesi di laurea alla USC School of Cinematic Arts di Los Angeles dipendente dalla University of Southern California. Per chi ha visto il film, l’alieno presente nell’astronave è rappresentato da un pallone da spiaggia e questo era dovuto alla mancanza di fondi da parte dei due studenti che erano stati costretti ad arrangiarsi come meglio potevano.O’ Bannon però, in cuor suo, nutriva il sogno di riuscire a scrivere una storia che parlasse di un essere alieno che avrebbe procurato un orrore cosmico mai visto prima. La sceneggiatura prese forma e fu chiamata “Star Beast”, ufficialmente la prima sceneggiatura di “Alien”, scritta da O’ Bannon in collaborazione con Ronald Shusett: https://www.dailyscript.com/scripts/alien_early.html Fu O’ Bannon che, in seguito, modificò il titolo in “Alien” ma

Cinemaserietv MIGLIORI HORROR CON SERIAL KILLER

MIGLIORI HORROR CON SERIAL KILLER

Con l'uscita nelle sale del film Longlegs, acclamato dalla critica e diretto da Osgood Perkins, molti appassionati del genere horror/thriller sono rimasti colpiti dalla sua astuta campagna marketing, che prometteva una storia tremendamente inquietante sul serial killer interpretato da Nicolas Cage, mai mostrato nella sua interezza prima che la pellicola venisse ufficialmente rilasciata. L’ultima fatica di Perkins dietro la macchina da presa rappresenta un altro ottimo esempio di come l’esplorazione della mente criminale possa dare vita a narrazioni uniche, che sfruttano ogni comparto tecnico per regalarci un’esperienza di visione indimenticabile e che, probabilmente, dominerà i nostri incubi, come i film che vi raccontiamo in questo articolo. SevenSeven, tra i film più acclamati di David Fincher, è considerato un capolavoro del genere thriller psicologico e tra i migliori film sui serial killer mai realizzati. L'atmosfera opprimente e cupa di una città senza nome aleggia sulla storia di due detective, interpretati da Brad Pitt e Morgan Freeman, impegnati nella caccia a un assassino che costruisce ogni delitto intorno ai sette peccati capitali, trasformando ognuno di essi in un macabro rituale di morte. La pellicola ha consacrato Fincher come maestro della macchina da presa, grazie al senso di inquietante ineluttabilità che è riuscito a confezionare per trasportare lo spettatore in un’esperienza emotivamente devastante. Ogni visione di Seven mantiene infatti la stessa intensità della prima, dall’inizio alla fine di questo viaggio negli inferi, tra tensione, oscurità e simbolismi.Funny GamesIl regista austriaco Michael Haneke ha diretto questo home invasion conosciuto in particolare per il suo tono sadico, di cui è meglio non svelare troppo. Basti sapere che, alla sua presentazione al Festival di Cannes nel 1997, il film suscitò reazioni forti e scioccanti, con alcuni spettatori che abbandonarono addirittura la sala, turbati dalla sua rappresentazione della violenza. In effetti, Funny Games si discosta notevolmente dai

Diego Cineriflessi SGUARDI DAL MONDO: PAUL THOMAS ANDERSON

SGUARDI DAL MONDO: PAUL THOMAS ANDERSON

Se penso ad uno sguardo originale, sempre diverso, fresco e capace di stupire proveniente dagli Stati Uniti il primo nome che mi salta in mente è quello di Paul Thomas Anderson. È probabilmente il più versatile e coinvolgente della sua generazione, incapace di rifare se stesso, ma capace di addentrarsi in epoche, generi e stili completamente diversi con una maestria rara. Autore da Festival e da Oscar (anche se non ne ha mai vinto uno) è la pietra miliare della sua generazione. Esordisce nel lungometraggio nel 1996 con Sidney, noir classico che si dipana tra gioco d'azzardo, prostituzione e visione senile. Nonostante il passaggio in una sezione collaterale di Cannes il film non ebbe grande visibilità e venne riscoperto solo dopo l'affermazione internazionale di critica e di pubblico dei film seguenti. Alcuni attori utilizzati diventeranno presenze fisse come il compianto Philip Seymour Hoffman, John C. Reilly e Philip Baker Hall. È con Boogie nights che arriva la fama internazionale. L'apertura del film con un piano sequenza di 3 minuti cattura la critica e il racconto dell'industria del cinema porno fine anni Settanta si dimostra un tema succulento. Provocazioni nella sceneggiatura e rischi stilistici funzionano. Un cast di attori indipendenti di contorno come Julianne Moore, e i citati Hoffman e Reilly in ascesa rendono fresco il risultato finale. Il film che lo consacra definitivamente è Magnolia. Orso d'Oro al Festival di Berlino per un'opera corale fluviale in cui Anderson dimostra di non avere paura di nulla. Regia solida, sceneggiatura che intreccia la vita di nove californiani di diverse generazioni ed estrazioni sociali, inserimento di canzoni di Aimee Mann a spezzare il ritmo ansiogeno e interpretazioni portentose di Julianne Moore, Tom Cruise e Philip Seymour Hoffman. Finale che chi ha visto il film non può scordare. Un'opera maestosa per chiudere lo scorso

Rael70 N.14 - LA SAGA DI

N.14 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 5 DI 15: ALIEN COVENANT…E OLTRE).

Nel 2017 arriva nelle sale il sequel di “Prometheus”, questo “Alien Covenant” con il quale, fin dai primissimi giorni di programmazione, si assiste ad un fenomeno evidente: dai 15 milioni di $ d’incassi del primo giorno si arriverà ad 1,7 milioni di $ dopo solo 6 giorni; l’attesa e la curiosità sono svanite dopo neanche una settimana.Scott, coerentemente, continua sulla sua strada realizzando la continuazione lineare della storia ma questa volta effettua delle scelte che, con il senno di poi, potrebbero aver avuto il loro peso sul successo della pellicola. Anche stavolta dovrò necessariamente rivelare, in parte, alcuni particolari del film e di “Prometheus” pertanto rinnovo caldamente l’invito a terminare la lettura qui se non si fossero ancora viste entrambe le pellicole.Il film, pur svolgendosi nell’anno 2104 (dieci anni dopo la fine di “Prometheus”), inizia venticinque anni prima nel 2079, l’anno in cui l’androide David era apparso sul mercato ed era il vanto delle industrie Weyland.Già dal prologo s’intuisce l’ambizione di David rivolgendosi al suo padrone: “Se tu mi hai creato, chi ha creato te?”E’ proprio la domanda che Peter si era sempre posto per una vita intera e che darà vita alla missione “Prometheus” e la risposta da parte dell’umano è semplice: “Lo cercheremo insieme”. David successivamente fa una riflessione ineccepibile ed insindacabile che si può esplicitare nel seguente modo: tu umano mi ha creato quindi io sono inferiore a te però tu morirai mentre io sarò immortale.David ha fatto scacco matto: ferendo l’orgoglio di Weyland, quest’ultimo reagisce ordinando di versargli del the: tu sei immortale ma sei uno schiavo, gli fa intendere Weyland.Il film fa un balzo al 2104 dove l’astronave “Covenant”, con un equipaggio di 15 membri, è in viaggio verso il pianeta Origae-6 trasportando un preziosissimo carico: 2000 coloni in ipersonno e 1400 embrioni umani.Della missione

Rael70 N.13 - LA SAGA DI

N.13 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 4 DI 15: DAVID E IL PRE-COVENANT).

Nella terza parte abbiamo imparato a conoscere le tante novità che Scott aveva inserito in “Prometheus”: i primi quattro film ci avevano abituato allo scontato scontro tra il tenente Ripley e l'orda di alieni mentre con il successivo quinto lavoro Scott riprende le redini della saga cercando di affrontare i massimi sistemi come il significato della Vita, l'Immortalità e i limiti dell'Intelligenza Artificiale. Tra l'uscita di "Prometheus" e quella di "Alien Covenant" passano cinque lunghi anni densi di lavoro per Scott che vuole continuare lungo la strada già battuta nel 2012: il nuovo film sarà il sequel diretto di “Prometheus” e quindi gli spettatori e i fan si attendono che nel nuovo lavoro saranno presenti determinati personaggi. Come era già stato fatto per "Prometheus", Scott decide di preparare il pubblico al nuovo film attraverso dei corti che vengono rilasciati a distanza di qualche mese l'uno dall'altro. In questa sede seguirò rigidamente l'ordine cronologico narrativo per evitare qualsiasi equivoco o ambiguità. Voglio subito mettere in chiaro che dovrò necessariamente rivelare importanti momenti chiave precedenti a Covenant e inerenti a Prometheus, pertanto chi non ha visto entrambi i film dovrebbe smettere di leggere arrivati fino a qui. Il secondo corto rilasciato è “Alien Covenant: The Crossing” che però, narrativamente parlando, si svolge esattamente un anno dopo gli eventi di “Prometheus”, quindi voglio affrontarlo per primo.E' il corto che ha più infastidito i fan perché è il perfetto anello mancante tra il finale di “Prometheus” e l'inizio di “Alien Covenant” e tutti si attendevano che il sequel iniziasse esattamente come mostrato da “The Crossing” ed invece Scott decide di tagliare questo momento fondamentale della trama, riservando la successiva spiegazione all'interno del film stesso.Quello che viene mostrato è il seguito del film precedente: la dottoressa Shaw, insieme a David semidistrutto, prende il comando della

Cinemaserietv QUANDO L'ORRORE SI DIFFONDE COME UNA MALATTIA: 5 HORROR IN CUI IL MALE È CONTAGIOSO

QUANDO L'ORRORE SI DIFFONDE COME UNA MALATTIA: 5 HORROR IN CUI IL MALE È CONTAGIOSO

Nel cinema horror, uno dei temi più inquietanti e al tempo stesso affascinanti è sicuramente quello del male che si diffonde come un'epidemia e che, invece di essere confinato a un luogo o a una persona specifica, si trasmette da un individuo all'altro, scatenando un ciclo di orrore senza fine. Questa dinamica si rivela particolarmente disturbante, soprattutto perché richiama il concetto di contagio: un male invisibile che può colpire chiunque, senza alcun preavviso o motivazione. Esattamente come un virus, infatti, il terrore si insinua nelle vite dei protagonisti, lasciando lo spettatore con uno scomodo senso di smarrimento. In questo articolo esploreremo cinque film horror in cui il male si diffonde come una malattia, alimentando la paura e amplificando la tensione della narrazione. 1) It Follows (2014)Diretto da David Robert Mitchell, It Follows ha rapidamente conquistato un posto di rilievo tra i cult moderni dell'horror grazie alle sue premesse originali e angoscianti. Il film segue Jay (Maika Monroe), una giovane ragazza che, dopo un incontro sessuale, scopre di essere perseguitata da una misteriosa entità. Questo essere si rivela in grado di cambiare continuamente forma, assumendo l'aspetto di chiunque e inseguendo la vittima fino a ucciderla, a meno che essa non riesca a trasmettere la maledizione a qualcun altro attraverso un rapporto sessuale.L’idea che il male si trasferisca da una persona all'altra, proprio come una malattia sessualmente trasmissibile, è ciò che rende l’atmosfera del film così incredibilmente soffocante, ma non solo. Ciò che infatti fa di It Follows un prodotto tanto efficace, è la costante sensazione di minaccia, accompagnata da un commento sociale sottilmente inserito su tematiche come la sessualità, il senso di colpa e le conseguenze delle proprie azioni. A completare il quadro, una regia minimalista ma evocativa e la colonna sonora ipnotica di Disasterpeace. 2) La casa - Il risveglio