Serie veramente bella, Jenna Ortega strepitosa! Effetti di scena fatti benissimo, il black humor della serie fa crepare (dal ridere) e la storia molto stile giallo.La scena del ballo interamente coreografata da Jenna, ispiratasi ai vecchi balli gotici è veramente una meraviglia!Spero ci sia una seconda stagione ancora più intrigante.P.S. Super fan di Jenna Ortega♡
Allora... doverosa premessa, parliamo un di uno dei più grandi successi dello scorso anno, a cui mi sono approcciata senza preconcetti perché fare la snob non mi piace mentre invece mi piace l'horror, e tanto, e soprattutto mi piace l' horror “grezzo” senza troppe raffinatezze ne significati nascosti.Alla luce di questo posso dire che “Five nights at Freddy's” non mi e' piaciuto per niente.L'ambizione di “elevarsi” , senza spoiler are troppo diciamo che il personaggio principale è falcidiato da una serie di disgrazie personali senza fine, si schianta sulla cagnaggine di Josh Hutcherson il cui successo planetario mi e' totalmente incomprensibile, sul fronte splatter non pervenuto, gli omicidi dei pupazzoni son tutti fuori campo, maledetto PG13, il finale è telefonatissimo…in pratica spesso e volentieri mi sono abbioccata….sul fronte pupazzoni assassini meglio il “Willie's Wonderland” con Nicolas Cage oppure il trashissimo “Banana Split's show”. Spiace soprattutto vedere la brutta fine fatta da una icona del cinema horror come Matthew Lillard di “Scream…”
Non credo esista un altro film che abbia affrontato il problema degli esodati in Italia in seguito alla riforma Fornero.È un film dalla trama semplice, dove la protagonista, interpretata da una magnifica ed inedita Daniela Poggi in vero stato di grazia, finisce ad elemosinare in una piazza della sua città. Lo fa perchè il governo dei “professori” l'ha ridotta alla fame, dato che a 60 anni non ha improvvisamente diritto alla sua pensione, pur essendosi ormai licenziata a tale proposito.È una storia tenera, che nel dolore che riesce a trasmettere, fa anche apprezzare tanti lati della dignità di una persona che si trova improvvisamente nell'indigenza. Inoltre il rapporto tra la protagonista e la sua nipotina di 16 anni che non immagina ciò che sua nonna ormai è costretta a fare per portare qualche soldo a casa è davvero qualcosa che scalda il cuore.L'ho visto due volte, la prima al cinema e la seconda in tv. Entrambe le volte mi sono commossa ed ho provato un senso di tristezza ma anche di speranza. Consigliatissimo.
Bong Joon Ho da una splendida lezione di filmmaking con questo fantastico film con uno storytelling eccezionale. Un raro pezzo di bravura. Questo film non puo' essere incasellato in un unico genre perche' allo stesso tempo e' commedia, tragedia, crime, horror, satira sociale, il che lo rende, appunto, indefinibile. Un film che trascende le barriere linguistiche perche' tratta di dinamiche e tendenze sociali universali quali la lotta di classe, trattate con intelligente ed acuto umorismo. Parassita: ma chi? La famiglia ricca o quella povera? Una regia sapiente ed irriverente, un production design impeccabile, prove attoriali notevoli plasmano questo film che e' un capolavoro da qualunque punto di vista lo si guardi.
Il film di Federico Zampaglione è il vero rilancio dell’horror italiano, come quel bel cinema che ci ha fatto innamorare dei nostri grandi maestri. Ad una prima visione non ti rendi subito conto di ciò che stai guardando; lo vedi proprio come un viaggio sulla giostra degli orrori, una danza macabra di scene brutali e sanguinarie in una narrazione gotica in cui echeggiano i fantasmi dell’immaginario collettivo. Solo ad una seconda visione scopri quelle chiavi di lettura che fanno comprendere la sua vera essenza.Federico Zampaglione, il regista di film dell’orrore che canta canzoni romantiche, qui ci racconta davvero il suo smisurato amore per il genere, specialmente quello italiano. Il suo romanticismo dark ci accompagna per mano in questa fiaba oscura, dove il mostro forse è qualcosa di diverso da come ci appare. L’abilità del regista sta proprio nel disorientare lo spettatore, mostrando solo una faccia della luna, mentre dietro essa si nasconde una poetica di fondo che contrasta con la crudeltà di un horror spietato, fino alla fine, che lascia intendere che la vera mostruosità è nell’animo umano, e che le vittime e i carnefici possono anche scambiarsi di ruolo. THE WELL è senza dubbio l’horror italiano che aspettavamo da tempo, che è già diventato un fenomeno mediatico, che ha coinvolto tanti appassionati del cinema indipendente di genere, e che si fa apprezzare proprio per quel suo gusto sanguinario che solo un vero appassionato come il regista riesce a rappresentare con una messa in scena di respiro internazionale.È il capolavoro di Federico Zampaglione? Probabilmente sì, visti anche i risultati al botteghino italiano, che alla seconda settimana di programmazione continua a restare nella top ten e, quasi contemporaneamente, esce nei cinema di New York e Los Angeles, tanto da far esplodere un entusiasmo contagioso ribattezzato subito la THE WELL MANIA. Sui
Guardando questo film capisco molte cose: perché Madonna non è una grande cantante con una grande voce, ma un'ottima manager di se stessa.Lei è una donna con pochissimo talento (l'unico talento che ha... è quello di aver scopato tutti gli uomini che hanno favorito la sua carriera). Qualcuno l'ha definita : la più grande puttana del mondo dello spettacolo! E forse ha ragione!Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera è stata in grado di vendere la sua immagine ipersessualizzata per fare soldi e diventare ciò che è oggi: una vera icona del sesso.Allora perché siamo sorpresi da questo film? In fondo è un film erotico, dove le scene più belle sono quelle in cui Madonna appare nuda, con le sue belle tette e la sua figa folta; che prima monta il vecchio Andrew Marsh e poi decide di farsi montare dall'eccitato Goblim-Frank Dulaney.E poi è inutile scandalizzarsi in inutili critiche su questo film; chi l'ha visto l'ha fatto solo per vedere Madonna nuda che scopa!Perché secondo voi cosa le ha chiesto il produttore De Laurentiis quando l'ha chiamata per il film? "Madonna, devi sorridere, fare battute stupide, spalancare i tuoi bei occhi, ma... soprattutto devi spogliarti, mostrare tette e culo e scopare con assoluta convinzione con Willem Dafore! Perché il pubblico vuole solo questo da te!". Ed è stata brava in questo! Perché questo è ciò che è Madonna: una bambola del sesso polposa, burrosa, creata per compiacere gli uomini...
UFO ROBOT GOLDRAKE CONTRO IL GRANDE MAZINGA EDIZIONE RIMASTERIZZATA DA YAMATO VIDEO, PRESENTATA IN QUALITà ULTRA HD 2160p 4K DTS HD+ MASTER AUDIOSINOSSIDeluso dai ripetuti fallimenti di Gandal e Hydargos, Re Vega affida il compito di conquistare la Terra all'astuto e spietato comandante Barendos, che elabora subito un geniale piano per distruggere UFO Robot Goldrake: invece di portare all'attacco i Mostri di Vega più volte dimostratisi inefficaci contro Goldrake, Barendos si impadronisce infatti dell'arma più potente a disposizione dei terrestri: Il Grande Mazinga.Dopo averlo rubato dal Museo dei Robot esposto come simbolo della pace unitamente a Venus Alfa, Mazinga Z, Dianan Alfa e Boss Robot, fa rapire Alcor e lo sottopone al lavaggio del cervello utilizzando la propria macchina infernale, Alcor in balia degli spaziali di Vega viene totalmente sottomesso e rivela a Barendos tutti i segreti dei Super Robot, compresa la potenza combattiva de Il Grande Mazinga.Sfruttando i dati ottenuti, il diabolico ufficiale di Vega, si lancia personalmente all'attacco del Centro per le Ricerche Spaziali diretto dal Dottor Procton e si appresta a scatenare la più titanica delle battaglie; quella tra Il Grande Mazinga e Goldrake!Uno scontro epico che è divenuto un cult dell'animazioneRiuscirà Goldrake a sconfiggere il suo avversario? è come?NOTA: il mediometraggio "UFO Robot Goldrake contro Il Grande Mazinga" ci mostra per la prima volta in assoluto Alcor che pilota Il Grande Mazinga al posto di Tetsuya (ancora convalescente per le gravissime ferite riportate nella guerra contro l'Impero delle Tenebre).#GrandeMazinga #IlGrandeMazinga #greatmazinger #IlGrandeMazinger #Grande #Mazinga #Mazinger #GranMazinger #GrandMazinger #grandemazinger #Goldrake #Goldorak #UFORobotGoldrake #Grendizer #UFORobot #AtlasUFORobot #UFORobotGrendizer #Grandizer #GoNagai #UFOロボグレンダイザー #UFORoboGurendaizā #MazingaControGoldrake #Grīndāyzar #جريندايزر #Gurendaizā #グレンダイザー #GoldorakRymdfantomen
Nel 1955 Richard Feynman tenne un discorso su “Il valore della scienza”. Esordì con un proverbio buddista che aveva appreso durante un viaggio a Honolulu:“Ad ogni uomo viene data la chiave delle porte del paradiso; la stessa chiave apre le porte dell’inferno”. Potrebbe essere questa la sintesi estrema di un capolavoro cinematografico che indubbiamente ha riportato all’attenzione mondiale una discussione spinosa dal punto di vista etico e morale. Il focus principale del film è stato il processo ad Oppenheimer, il capo del progetto Manhattan, non l’inventore della bomba atomica. Alla luce di questo non è difficile capire come la narrazione storica di un fatto realmente accaduto sia stata l’occasione d’oro per processare ancora una volta la scienza e le sue responsabilità tecniche e politiche. Dal momento che è veramente difficile trovare dei difetti in questo capolavoro cinematografico, dal momento che non sono un esperto di cinema o di storia e considerando che ormai tutti hanno recensito Oppenheimer, mi limiterò ad esprimere 3 considerazioni di carattere personale. Iniziamo proprio da Feynman. Nel 1955 erano passati 10 anni dallo sgancio delle due bombe, il pubblico riunitosi per ascoltare il futuro premio Nobel (1965) aveva di fronte una personalità molto più matura rispetto al giovane genio; ingaggiato nel progetto Manhattan prima ancora di prendere una laurea, lui stesso si definì un “signor nessuno” per poi divenire un punto di riferimento come pochi. Un cambio di prospettiva che non ha interessato solo le menti più giovani e ferventi del progetto. Chi lo ha capito con il Trinity Test, chi ne ha avuto la conferma con Hiroshima, chi la certezza con Nagasaki, tutti erano consapevoli che era iniziata una nuova epoca ed era necessario prendere una posizione netta. Non c’era più un Hitler da battere sul tempo, ma un’umanità da salvaguardare. È facile capire chi
This film is based on the true story of Jordan Belfort, charting his journey from a successful, wealthy stockbroker living in luxury to his downfall involving crime, corruption, and clashes with the federal government. In my opinion, the movie is absolutely phenomenal, and DiCaprio definitely deserved an Oscar for his performance. He was incredible, and this is easily one of his best roles. But it’s not just him—there are stellar performances all around. Jonah Hill was fantastic, and Margot Robbie was outstanding, especially considering it was her first major role. I still can’t believe how Martin Scorsese pulled this off. The man’s in his 70s during the creation of this film, yet he directed something so fresh, energetic, and full of life that even younger filmmakers would struggle to match it!!
I've watched it on Plex. A very interesting documentary that gives very good advices on how to prepare yourself to cope up with pandemics. Good interviwes to very good scientists like the Italian virologist Pregliasco. I've discovered this film thanks to Filmamo. Thank you guys!
Honestly, this movie’s a straight 10/10 for me, no cap. Hands down my fave movie of 2021, and it’s not even close. Visually insane, the action was solid, direction on point, and the acting felt real. I haven’t read the book, but I still loved it. Got me curious about the characters and the world, but even as a first part, it hit hard. I bet people who don’t know the story will still get hooked, 'cause I mean, who wouldn’t vibe with epic spaceships and giant sandworms? Also, I think this could win over a bunch of Star Wars fans who’ve been let down recently. Unlike Disney’s Star Wars stuff, Dune is way more grown-up, with deeper lore and way cooler characters.
La calma, gioiosa nella serenità di un pettirosso che canta la sua libertà. Tanto anelata e tanto cercata. La sete di potere, la distruzione nella caccia alla preda designata. Come le ali che si spiegano in volo, come l'imponente aquila inquadrata all'inizio di questo corto, pronta e raccontarci la sua simbologia in un breve attimo di supremazia.Un ragazzo, in trappola, perso in una circostanza disperata, è alla ricerca di quella libertà smarrita, ma tanto bramata. Avvinghiata a quelle manette, smania per trovare una via d'uscita, una qualsiasi occasione per mettersi in salvo da quell'orrida situazione. Occhi spauriti ma nervi d'acciaio, una fugace speranza dipinge l'opportunità di uscire da quel grosso guaio. Non rimane altro che afferrarla e tentare la fuga, tra spari, corse perdifiato, e una valigetta da un contenuto subodorato, mai realmente svelato.Nico è un ladruncolo, in viaggio dentro una volante. Di certo non avrebbe sospettato di finire tra le grinfie della giustizia, e tanto meno avrebbe immaginato di trovarsi tra il classico poliziotto buono, Ștefănescu (Eugen Neagu), e poliziotto cattivo. Uno dei due agenti ha adocchiato la preziosa valigetta del trafficante, affidatagli dal boss Don Vitaliano (Antonio Tentori), ed è disposto a qualunque cosa pur di impossessarsene. David White è decisamente antipatico e irritante nel ruolo di Jack, tifare per Nico è inevitabile.Una risata, e un urlo non ci svelano del tutto la verità, lasciando alla nostra immaginazione qualsivoglia supposizione. Io, personalmente, tendo sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto, quindi, mi son detta che forse la vita è un po' burlona, e talvolta, si diverte a mettere chiunque in situazioni pericolose, lasciandolo poi con un pugno di mosche in mano. Tuttavia, è una mia personale interpretazione, che non trova conferma o negazione.Eugen Neagu ci racconta questa corsa verso la salvezza e un nuovo inizio con una regia
N.12 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 3 DI 15: PROMETHEUS).
Come abbiamo visto nel precedente articolo, l’uscita di “Prometheus” era stata anticipata da ben 4 corti che avevano il preciso scopo di indirizzare gli spettatori all’interno del contesto che avrebbero vissuto nel film: un magnate con ambizioni smisurate, una archeologa speranzosa di realizzare il proprio desiderio (trovare le origini dell’Umanità), un androide che incarnava lo Stato dell’Arte dell’IA (e ricordiamo che ci troviamo ben 40 anni prima della nuova generazione degli androidi che avevamo visto nell'Alien originale).All’epoca i fans della saga si attendevano un vero e proprio prequel di “Alien” ossia scoprire quali erano stati gli eventi accaduti nel pianeta LV-426 che avevano determinato l’invio del segnale di soccorso che stava alla base dell’incipit del film capostipite.Scott, fin dall’anno precedente all’uscita, raggelò tutti quanti: “Prometheus” non costituiva il prequel dell’“Alien” del ’79 ma si spingeva ben prima della storia originale, andando a toccare argomenti quali le origini dell’Umanità e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.Scott parlò subito di una trilogia (che poteva anche diventare tetra) di film che avrebbero indagato a fondo sulle origini della specie degli Xenomorfi e, nel farlo, ci si sarebbe imbattuti anche nelle origini dell’Umanità.Da sx: Guy Pearce, Michael Fassbender, Charlize Theron, Noomi Rapace, Rydley Scott e Logan Marshall-Green La delusione dei fans fu pertanto notevole poiché il film avrebbe trattato delle tematiche che nulla o quasi avevano a che fare con i primi 4 film (e in special modo con l’Alien originale); ciò nonostante la curiosità fu talmente alta che, alla fine dei giochi, “Prometheus” risulterà il film della saga con il maggiore incasso (400 milioni di $). Quello che vi ho tenuto nascosto nel precedente articolo è che i 4 corti non si riferiscono allo stesso periodo temporale: dalla conferenza TED del 2023 da parte di Peter Weyland occorre fare un salto di 54 anni per
10 INCONGRUENZE DI DOPPIAGGIO IN "FRIENDS" CHE (FORSE) NON CONOSCI
Friends, la fortunata sitcom statunitense creata da David Crane e Marta Kauffman è stata una delle comedy series più amate nel suo genere. Vanta infatti numerosi premi e l’affetto costante degli appassionati anche a distanza di vent'anni dal suo ultimo episodio. Innovativa da molti punti di vista, Friends ha saputo anticipare temi importanti che, benché trattati in modi adeguati al sentire degli anni ’90 del vecchio millennio, restano ancora di stretta attualità a ben trent'anni anni di distanza dalla prima messa in onda. E oggi come allora quegli stessi temi (famiglie omogenitoriali, identità di genere, maternità surrogata… solo per citarne alcuni) non mancano di creare polemiche e dibattito sebbene con motivazioni diametralmente opposte rispetto all'origine. Se infatti all'epoca alcuni argomenti furono trovati fuori luogo e troppo anticipatori per una sitcom dedicata ad un pubblico giovanile, a qualche decennio di distanza il giudizio delle nuove generazioni è piuttosto severo riguardo alle modalità con cui certe situazioni vengono affrontate. Ad ogni modo le curiosità sulla serie sono davvero tante e in questo articolo vogliamo soffermarci sulle differenze tra la versione originale e la trasposizione italiana della stessa. In Italia Friends venne trasmessa in chiaro dalla Rai. Del doppiaggio si occupò la CDC Sefit Group che scelse degli interpreti in grado di caratterizzare al meglio i personaggi. Tra i doppiatori ricordiamo Vittorio De Angelis scomparso prematuramente qualche anno fa, che diede magistralmente voce al personaggio di Joey.Come però sempre accade negli adattamenti, ci sono delle discrepanze tra le versioni originali e quelle doppiate: anche Friends non fa eccezione. Iniziamo col dire che l’adattamento italiano è leggermente più edulcorato dell’originale, con meno parolacce e meno battute sessualmente esplicite. Sono inoltre stati eliminati in molte occasioni i riferimenti a brand commerciali o del tutto modificati quelli a personaggi famosi, sostituendoli con nomi più conosciuti al
N.11 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 2 DI 15: PETER WEYLAND E IL PRE-PROMETHEUS).
Nel primo articolo abbiamo esaminato la cronologia cinematografica della saga, dalle origini (Alien) fino all’ultimo lungometraggio rilasciato quest’anno (Alien Romulus) ma, per una buona parte di queste saghe distribuite su vari film, l’inizio della narrazione non sempre corrisponde all’esordio sul grande schermo.Solo per fare alcuni esempi, “Star Wars” inizia con “Guerre Stellari” successivamente rinominato “Episodio IV: una nuova speranza” mentre l’inizio della storia è, come tutti sanno, “Episodio I: la minaccia fantasma” uscito ben 22 anni dopo il film d'esordio del 1977 ed anche per la saga di “Predator”, che approda al cinema nel 1987 con il film omonimo con Schwarzenegger, per risalire all’inizio di tutto occorre attendere il quinto film “Prey” uscito ben 35 anni dopo. Quanto scritto vale ancor di più per la saga che stiamo esaminando: la storia di “Alien”, narrativamente parlando, si dipana per 358 anni (a tutt’oggi) e pertanto si avrebbe l’imbarazzo della scelta nel girare film, corti, creare videogiochi e scrivere romanzi per narrare un così ampio periodo temporale! Occorre quindi fare una scelta: esaminare il tutto rispettando l’ordine cronologico narrativo o quello cinematografico? Prima di procedere occorre stabilire con chiarezza le due grandi strade narrative della saga (che a tutt’oggi non si sono ancora unite). Da una parte la prevista trilogia prequel di Scott, iniziata con “Prometheus”, continuata con “Alien Covenant” e, attualmente, messa in pausa in attesa della terza e ultima fatica che dovrebbe legare, per sempre, i tre film all’”Alien” originale; purtroppo bisognerà fare i conti con la realtà e per un regista che ha 88 anni non sarà così facile trovare il tempo e le forze per terminare il suo progetto. Gli argomenti che caratterizzano i primi due prequel spiazzano lo spettatore se la sua visione rispetta l’ordine cronologico di uscita: il tema biologico-genetico assume una importanza fondamentale così come
N.10 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 1 DI 15: PREFAZIONE).
Sono tante le saghe che hanno fatto la Storia del Cinema: da “Il Signore degli Anelli” a “Ritorno al Futuro”, da “Star Wars” ad “Indiana Jones”, da “Mad Max” a “Matrix” e si potrebbe continuare ancora.La maggior parte di esse, sostanzialmente, vantano due universi narrativi: quello strettamente cinematografico e quello definito “esteso” oppure “espanso” dove alla storia mostrata sul grande schermo si aggiunge (o a volte si affianca) la narrazione letteraria (vedasi libri e/o fumetti) o relativa ad altri media (corti, videogiochi o serie tv).La saga di “Alien” (alla pari di quella Lucasiana di “Star Wars”) rientra proprio in questa categoria: a tutt’oggi sono stati girati 7 film, a partire da “Alien” del 1979 fino ad arrivare ad “Alien Romulus” del 2024 ma ci sono svariati libri, corti e videogiochi che devono essere aggiunti poiché cercano di ampliare la storia e di coprire eventuali linee temporali che non sono state oggetto dei lungometraggi.Da qui nasce il concetto di “canone o canonico”: l’insieme di tutte le storie che sono “certificate” come ufficiali (dalla produzione o dal regista o dallo sceneggiatore) e che contribuiscono, tutte insieme, a creare il cosiddetto “universo narrativo” della saga; ne consegue che le storie “canoniche” non devono entrare in conflitto tra loro od opporsi logicamente e narrativamente con la storia principale pena il non riconoscimento dello status.Occorre dire, per trasparenza, che spesso il canone di una saga viene stravolto (vedasi quello di “Star Wars”) da esigenze commerciali o da decisi cambi nella produzione e nell’orientamento della storia: ne consegue che romanzi che venivano considerati canonici, all’improvviso diventano “legends” ossia storie che non hanno più una forte aderenza con la narrazione principale ma vengono considerate leggende ossia racconti che possono contenere qualche elemento di verità ma che, concretamente, non sono mai accadute realmente all’interno della struttura narrativa principale.Girovagando
N.9 - LA MAESTRIA NEL CORTOMETRAGGIO: "CURVE" DI TIM EGAN.
Nel 2016 il mondo dei corti viene travolto da un fenomeno virale: esce “Curve” del regista australiano Tim Egan il cui video, in pochi mesi, raggiunge i 10 milioni di visualizzazioni. Come se non bastasse, nei vari festival in cui viene presentato, “Curve” accumula vittorie su vittorie: vince lo Sitges Festival, l'Austin Fantastic Fest, il Thess International Short Film Festival di Salonicco, il Made in Melbourne Festival, il Knoxville Horror Film Fest, il Sidney Underground Film Festival e l'iHorror Film Festival nel 2017. “Curve” è un fulgido esempio di come si possa costruire altissima tensione senza nessun jumpscare, senza mostri e senza violenza. Basandosi su l'interpretazione della sola Laura Jane Turner che impersona una donna sull'orlo di un particolare precipizio, il film è una rappresentazione visiva di un sogno che, più o meno, abbiamo fatto tutti nella Vita e tale esperienza si è più volte ripresentata: svegliarci di colpo con la netta sensazione di stare precipitando nel vuoto nonostante siamo perfettamente distesi sul letto. Tim Egan, a questo sogno ricorrente, ha abbinato anche l'esperienza in cui, per miracolo, ha evitato di essere investito da un auto: è riuscito a scansarsi all'ultimo momento ed è caduto a terra semincosciente con gli occhi che potevano vedere solamente il cielo; nonostante avesse compreso che fosse ancora vivo , era cosciente che da un momento all'altro potesse arrivare un altro veicolo ad investirlo e questa esperienza lo ha profondamente segnato. Con “Curve” ha voluto, in qualche modo, esorcizzare questo trauma legandolo all'esperienza onirica del cadere nel vuoto. Più volte è stato proposto ad Egan di realizzare un lungometraggio di “Curve” ma lui ha sempre rifiutato perché, in fin dei conti, ciò che è riuscito a raccontare in 9 tesissimi minuti è molto di più di quello che, solitamente, svariati film Thriller-Horror riescono a dire
N.8 - LA MAESTRIA NEL CORTOMETRAGGIO: "THINGAMAJIG" DI ANDREW ALAN K.
28 anni, americano del Cleveland, Andrew Alan K. è un novello regista che si occupa, a 360°, di tutto quello che è necessario al raggiungimento dell'obiettivo finale: realizzare un corto. Dalla sceneggiatura alla regia, dall'audio al montaggio, dalla colonna sonora alla fotografia, Andrew è riuscito, nel suo esordio del 2022 a realizzare un piccolo gioiellino di tensione, non perfetto ma certamente di alto livello.Si attende il successivo “Eyes” che dovrebbe uscire a breve termine.Per adesso accontentavi di “Thingmajig” (letteralmente qualcosa di non meglio identificato, in italiano diremmo un “coso” o una “cosa”) e dell'ottima gestione della tensione da parte di Andrew. Di seguito alcune foto del “Making of…”:Buona visione a tutti e mi raccomando: non spegnete i fiammiferi…
FILM DISTOPICI DA VEDERE IN STREAMING
Il genere distopico ha sempre esercitato un fascino particolare sugli amanti del cinema, soprattutto grazie alla sua capacità di esplorare universi futuri in cui la società è al collasso, la libertà è compromessa e l’umanità lotta per sopravvivere. I film di questa tipologia, infatti, non solo offrono un alto tasso di adrenalina e numerosi colpi di scena, ma sono in grado di stimolare anche una profonda riflessione sul mondo in cui viviamo, ponendo domande provocatorie su temi come il potere, la tecnologia e la moralità. Dai combattimenti all’ultimo sangue di Hunger Games alla sofisticata critica sociale di Snowpiercer, ecco cinque imperdibili film distopici da vedere in streaming per tutti gli appassionati del genere. 1. La saga di Hunger Games (2012 - 2015)Basata sui romanzi di Suzanne Collins, Hunger Games racconta la storia di Katniss Everdeen (interpretata da Jennifer Lawrence), una giovane donna costretta a prendere parte a una brutale e sanguinosa competizione televisiva in cui i partecipanti - tutti provenienti dai 13 distretti sottomessi alla ricca Capitol City - devono combattere fino alla morte. La saga, composta da quattro pellicole uscite tra il 2012 e il 2015, è ambientata in un futuro distopico in cui il governo totalitario di Panem controlla i propri cittadini attraverso la paura e la propaganda e mette in scena una potente critica alla spettacolarizzazione del dolore, alle disparità sociali e alla manipolazione mediatica. Un vero e proprio must per gli amanti del genere distopico, che vede tra le fila del sul suo cast (oltre alla già citata Lawrence) anche Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Stanley Tucci e i compianti Donald Sutherland e Philip Seymour Hoffman. Dove vederlo: Prime Video, NOW 2. Non lasciarmi (2010)Adattamento del romanzo omonimo scritto da Kazuo Ishiguro, Non lasciarmi si distingue per il suo approccio delicato e poetico alla distopia.
CORNUCOPICA. IL PRIMO ALBUM MUSICALE DI ROBERTO FLAUTO
Cornucopica. Il primo album musicale di Roberto Flauto è stato pubblicato su YouTube 🎤 Roberto Flauto, artista e creativo a tutto tondo: sociologo, scrittore, poeta, conferenziere, autore di recensioni e analisi cinematografiche, libero pensatore… come è nata l’idea di spaziare anche sul mondo musicale? La musica è la dimensione primigenia della poesia, che nella dimensione del canto rappresenta la prima forma di trasmissione e conservazione delle informazioni. La poesia, insomma, nasce in quanto mnemotecnica. E credo che chiunque si avvicini allo studio del dispositivo poetico, e dei processi comunicativi in generale, non possa prescindere da questa considerazione. Sto cercando di dire che la musica accompagna ogni mio passo, anche sul terreno della ricerca scientifica. Dico questo per dare un’idea del mio rapporto quotidiano con la musica, che pervade ogni ambito della mia vita. Credo che ogni poeta, categoria nella quale con un po’ di imbarazzo mi riconosco, in quanto tale, abbia con la musica un rapporto privilegiato. E il passo dalla scrittura in versi alla composizione di testi musicali è stato breve. L’idea di comporre un vero e proprio album è nata per caso, ma nel volgere di poche settimane si è tramutata in realtà. È un progetto che mi ha entusiasmato e divertito, e che mi ha permesso di dare pieno sfogo alla mia creatività. La suggestione di creare canzoni variando sul tema "frutta" è nata per gioco, chiacchierando con un amico al bar in un caldo pomeriggio dello scorso luglio. Ho scritto i testi e li ho musicati con l'aiuto di un programma di intelligenza artificiale. Alcune canzoni le ho realizzate in pochi minuti (Banana nana, Frutti di Bosco), per altre ho impiegato più di una settimana e decine di tentativi (Ananasssss, Tamarindo). Ho esplorato tanti generi, dal jazz al rock, dal k-pop al mariachi, dall'elettronica al rap.
N.7 - LA MAESTRIA NEL CORTOMETRAGGIO: "STORYTIME" DI DYLAN CLARK.
Sono passati più di due anni da quando il giovane regista amatoriale Dylan Clark stupì il mondo con il corto “Portrait of God” ritenuto uno dei migliori corti horror di sempre. Dopo l'intermezzo di “Remains”, Dylan ritorna con “Storytime” e, per la seconda volta, ritorna Sydney Brumfield, la giovane attrice protagonista di “Portrait of God”, nel frattempo laureatasi in sceneggiatura e scrittura per audiovisivi. Anche in questo caso Dylan da sfoggio delle sue notevolissime capacità di creare tensione e paura con pochissimi mezzi e budget a quattro zeri. Di seguito il corto e l'affascinante “Making of”.Continua così Dylan e vedrai che arriverai in alto.
NOT FILM FESTIVAL E FILMAMO VI ASPETTANO A SANTARCANGELO SUBITO DOPO IL FESTIVAL DI VENEZIA
FILMAMO OFFICIAL PARTNER NOT FILM FEST CONFERENZA DELLA 7^ EDIZIONE DEL NÒT FILM FEST 2024Presenti alla conferenza di apertura anche i registi del film di preapertura “The Duel”, Justin Matthews e Luke Spencer Roberts, e il protagonista Dylan Sprouse. La conferenza stampa di apertura della 7^ edizione del Nòt Film Fest si terrà il 4 settembre alle ore 18 presso il Fulgor Cinema di Rimini (Corso d’Augusto, 162). L’edizione del 2024 (6-11 settembre) diventerà il palcoscenico di un festival dedicato a quelle voci coraggiose che celebrano il cinema indipendente. Quest’anno, lo slogan “UNTAMED, UNSEEN, UNSTOPPABLE” racchiude perfettamente l’essenza di ciò che rappresenta il Nòt: un rifugio per le storie audaci e innovative che spesso rimangono nell’ombra del panorama cinematografico tradizionale. La volontà più forte è quella di unire le diverse anime del pubblico, dalla comunità locale agli ospiti internazionali, offrendo un’importante motivo di incontro ai nostri talentuosi filmmakers.In occasione della conferenza, verrà svelato il programma della settima edizione, che include un’affascinante selezione di 100 titoli, di cui ben 98 anteprime 👇 Saranno inoltre presentati tutti gli eventi speciali e gli incontri, come i popolarissimi Nòt Talks, gli incontri che vedono filmmaker e protagonisti dell'industria cinematografica a incontrarsi e scambiare idee e opinioni su temi importanti 👇 https://www.notfilmfest.com/_files/ugd/1410a6_5eb6a7f744044a3eb327edc4126f9ebb.pdf Tra gli ospiti che presiedono la conferenza: il Sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, e l’Assessore alla Cultura di Rimini, Michele Lari, insieme ai nostri direttori artistici, Alizè Latini e Giovanni Labadessa. Presenti alla conferenza di apertura anche i registi del film di preapertura The Duel, Justin Matthews e Luke Spencer Roberts, e il protagonista Dylan Sprouse.A seguire, avrà luogo la proiezione del film di preapertura The Duel di Justin Matthews e Luke Spencer Roberts. La pellicola racconta la storia di Woody, che scopre che il suo migliore amico ha avuto una relazione con