Random reviews

Recensione di   La Prof Dell' Horror La Prof Dell' Horror

The Collection

(Film, 2012)

Seguito di The Collector, diretto sempre da Marcus Dunstan. Avevamo lasciato Arkin, (Josh Stewart), rapito dal famigerato killer mascherato. Lo ritroviamo rinchiuso in quella scatola, liberato da Elena, una ragazza che, recatasi a una festa segreta, dopo un litigio si allontana e finisce proprio in quella stanza. La liberazione innesca un meccanismo micidiale, pronto a evolversi in un massacro fatale. Elena riesce a scamparla, ma finisce per essere la nuova prigioniera del collezionista, mentre Arkin, fugge, ma verrà rintracciato da un gruppo di mercenari al soldo del padre della ragazza, che lo obbligheranno ad aiutarli per scovare il nascondiglio del malfattore.Rispetto al primo capitolo, molto ricco di tensione, qui viene dato ben più spazio a un gore esagerato, incappando credo volutamente in una mancanza di logica reale, che tuttavia, non è poi così male. Dunstan, autore di alcuni script di Saw, lo omaggia con trappole squisitamente deliranti, e strizza l'occhio a Hellraiser con un'atmosfera surreale e con la maschera in pelle del villain stile cenobita. Un pelo inferiore a The Collector, però, grazie all'ottimo splatter, la visione risulta comunque soddisfacente per chi, come me, è amante di una sublime violenza esagerata, e anche un po'amplificata.

Recensione di   Frank Dulaney Frank Dulaney

Body of Evidence - Il corpo del reato

(Film, 1993)

Guardando questo film capisco tante cose: perchè Madonna non sia una grande cantante con una grande voce, ma una ottima manager di se stessa. Quindi è una donna con poco talento (il solo talento che ha...è quello di aver scopato con tutti gli uomini che hanno favorito la sua carriera).Qualcuno l'ha definita: la più grande puttana del mondo dello spettacolo! E forse ha ragione! Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera ha saputo vendere la sua immagine ipersessualizzata per fare soldi e diventare quello che è oggi: una vera icona del sesso.E allora perchè ci sorprendiamo di questo film? In fondo è un film erotico, dove le scene più belle sono quelle dove Madonna appare nuda, con le sue bellissime tette e la sua figa cespugliosa; che prima monta il vecchio Andrew Marsh e poi decide di farsi montare dall'eccittato Goblim-Frank Dulaney. E allora è inutile scandalizzarci e montare critiche inutili su questo film; chiunque l'abbia visto l'ha fatto solo per vedere Madonna nuda che scopa! Perchè cosa pensate che gli abbia chiesto De Laurentiis quando ha chiamato lei per il film? " Madonna, tu devi sorridere, fare battute stupide, ma principalmente ti devi devi spogliare, mostrare le tette e il culo e scopare con Willem Dafore ! Perchè il pubblico vuole solo questo da te !" Perchè è questo che è Madonna: una polposa, burrosa, bambola del sesso creata per dare piacere agli uomini...

Recensione di   Ilaria S. P. Ilaria S. P.

Contagion

(Film, 2011)

Un film assolutamente da guardare, anche se per curiosita` soltanto. Tante coincidenze, tra finzione, nove anni prima, e realta`, nove anni dopo. Sfera di cristallo o… ( aggiungete voi )

Recensione di   Bongo Bongo

A Dark Song

(Film, 2016)

Ho scoperto questo film per caso, mi capitava spesso di leggerne il titolo in pagine di discussioni tra appassionati di horror. Mi ha ricordato un pò "The Autopsy of Jane Doe" (sebbene la storia sia completamente diversa e qui il ricorso al gore è quasi nullo), per un motivo : ci sono praticamente solo due personaggi chiusi in un ambiente confinato alle prese con un'operazione complessa: un'autopsia nel caso del primo film , un complesso rituale occulto nel caso di “A dark song”. Ed infatti il film ha lo stesso difetto de “L'Autopsia…” : il ritmo lentissimo (che a me piace molto) alla lunga finisce per diluire l'idea di partenza e trasformare la pellicola in una sorta di documentario.Il film parla di una donna che decide di rivolgersi ad un occultista piuttosto stravagante (nell'aspetto e nei modi, non c'è alcuno spazio per la commedia in questo film) per eseguire un rito tramite il quale otterrà un favore da un angelo. Per compiere tale rito si chiudono in una casa isolata per mesi (in realtà si intuisce appena il passare del tempo, l'ho capito più che altro leggendo alcune recensioni dopo aver visto la pellicola per chiarirmi alcuni punti). Ho lasciato sedimentare un po' le idee e ho scritto la recensione qualche giorno dopo averlo visto e devo dire che, a distanza, mi ha lasciato un'ottima impressione. Gli attori sono davvero bravi a rendere le emozioni dei personaggi (visto che quasi la totalità del film non succede quasi nulla, quindi si tratta di un viaggio nelle loro emozioni e motivazioni) e, diversamente da quanto in genere mi capita, l'ultima parte del film mi è piaciuta molto (sebbene non mi abbia convinto pienamente: non posso dire cosa per non spoilerare il finale, ma qualche dubbio mi è rimasto) . Il problema è,

Recensione di   roberto caione roberto caione

Oppenheimer

(Film, 2023)

Nel 1955 Richard Feynman tenne un discorso su “Il valore della scienza”. Esordì con un proverbio buddista che aveva appreso durante un viaggio a Honolulu:“Ad ogni uomo viene data la chiave delle porte del paradiso; la stessa chiave apre le porte dell’inferno”. Potrebbe essere questa la sintesi estrema di un capolavoro cinematografico che indubbiamente ha riportato all’attenzione mondiale una discussione spinosa dal punto di vista etico e morale. Il focus principale del film è stato il processo ad Oppenheimer, il capo del progetto Manhattan, non l’inventore della bomba atomica. Alla luce di questo non è difficile capire come la narrazione storica di un fatto realmente accaduto sia stata l’occasione d’oro per processare ancora una volta la scienza e le sue responsabilità tecniche e politiche. Dal momento che è veramente difficile trovare dei difetti in questo capolavoro cinematografico, dal momento che non sono un esperto di cinema o di storia e considerando che ormai tutti hanno recensito Oppenheimer, mi limiterò ad esprimere 3 considerazioni di carattere personale. Iniziamo proprio da Feynman. Nel 1955 erano passati 10 anni dallo sgancio delle due bombe, il pubblico riunitosi per ascoltare il futuro premio Nobel (1965) aveva di fronte una personalità molto più matura rispetto al giovane genio; ingaggiato nel progetto Manhattan prima ancora di prendere una laurea, lui stesso si definì un “signor nessuno” per poi divenire un punto di riferimento come pochi. Un cambio di prospettiva che non ha interessato solo le menti più giovani e ferventi del progetto. Chi lo ha capito con il Trinity Test, chi ne ha avuto la conferma con Hiroshima, chi la certezza con Nagasaki, tutti erano consapevoli che era iniziata una nuova epoca ed era necessario prendere una posizione netta. Non c’era più un Hitler da battere sul tempo, ma un’umanità da salvaguardare. È facile capire chi

Recensione di   Naechan Naechan

Ballata macabra

(Film, 1976)

Il recupero d'annata di oggi è un film dell'orrore di quelli che piacciono a me, col sangue ridotto al minimo che prima di tutto sono interessati a raccontarti la loro storia, e pazienza se con il senno di poi - e decenni di film su case stregate - non sembra particolarmente originale. E quindi ecco la nostra tipica famiglia americana, intenta a infrangere la regola cardine di ogni transazione d'affari: se sembra troppo bello per essere vero, è abbastanza certamente una truffa. Ma i nostri ignorano ogni campanello d'allarme (prezzo troppo basso? Padroni di casa inquietanti? Un'anziana madre lasciata in casa da sola con dei perfetti sconosciuti?) e si tuffano dritti verso la catastrofe - d'altronde è un po' difficile prevedere quale sia esattamente il, ehm tipo di truffa di cui stanno per cadere vittime. Non è particolarmente originale, dicevo, ma si fa seguire con interesse, raccontando una storia semplice ma efficace - e se è vero che molti colpi di scena li vediamo arrivare molto in anticipo è perchè vengono costruiti con la consapevolezza che uno snodo di trama ben costruito vale quattro jumpscares buttati lì a casaccio. Il cast è adeguato, quello femminile soprattutto.

Recensione di   Luigi Pastore Luigi Pastore

The Well

(Film, 2024)

Il film di Federico Zampaglione è il vero rilancio dell’horror italiano, come quel bel cinema che ci ha fatto innamorare dei nostri grandi maestri. Ad una prima visione non ti rendi subito conto di ciò che stai guardando; lo vedi proprio come un viaggio sulla giostra degli orrori, una danza macabra di scene brutali e sanguinarie in una narrazione gotica in cui echeggiano i fantasmi dell’immaginario collettivo. Solo ad una seconda visione scopri quelle chiavi di lettura che fanno comprendere la sua vera essenza.Federico Zampaglione, il regista di film dell’orrore che canta canzoni romantiche, qui ci racconta davvero il suo smisurato amore per il genere, specialmente quello italiano. Il suo romanticismo dark ci accompagna per mano in questa fiaba oscura, dove il mostro forse è qualcosa di diverso da come ci appare. L’abilità del regista sta proprio nel disorientare lo spettatore, mostrando solo una faccia della luna, mentre dietro essa si nasconde una poetica di fondo che contrasta con la crudeltà di un horror spietato, fino alla fine, che lascia intendere che la vera mostruosità è nell’animo umano, e che le vittime e i carnefici possono anche scambiarsi di ruolo. THE WELL è senza dubbio l’horror italiano che aspettavamo da tempo, che è già diventato un fenomeno mediatico, che ha coinvolto tanti appassionati del cinema indipendente di genere, e che si fa apprezzare proprio per quel suo gusto sanguinario che solo un vero appassionato come il regista riesce a rappresentare con una messa in scena di respiro internazionale.È il capolavoro di Federico Zampaglione? Probabilmente sì, visti anche i risultati al botteghino italiano, che alla seconda settimana di programmazione continua a restare nella top ten e, quasi contemporaneamente, esce nei cinema di New York e Los Angeles, tanto da far esplodere un entusiasmo contagioso ribattezzato subito la THE WELL MANIA. Sui

Recensione di   Isabel Isabel

Blackwater Lane

(Film, 2024)

The plot of this movie had potential, but it wasn't executed well. While there were some strong elements, the storyline didn’t come together in a convincing or believable way. There were numerous inconsistencies, and the film took some unnecessary liberties. Minka Kelly is undeniably beautiful, but her character was poorly developed. Still, I enjoyed watching her, despite the lack of realism.The supernatural aspects were even more absurd than expected, and the weak love story didn’t help. Moreover, the murder seemed pointless.Overall, the character motivations were poorly executed. The script was weak, the direction subpar, and the dialogue unconvincing. On the positive side, the production quality was decent.

Recensione di   Cap Cap

C'era una volta in Bhutan

(Film, 2024)

Dopo "Lunana", Dorji racconta un'altra favola sull'incontro/scontro fra la modernità, qui impersonificata da un trafficante d'armi, e la tradizione bhutanese, stavolta meno immacolata e già intaccata dalla globalizzazione. La critica al materialismo occidentale è graffiante e divertente (soprattutto nella concezione del commercio) e il fucile diventa il simbolo dei diversi valori delle due culture: per gli uni fonte di ricchezza materiale grazie al possesso, per gli altri fonte di ricchezza spirituale grazie alla privazione.

Recensione di   Parapoldo N. Parapoldo N.

Machete

(Film, 2010)

MACHETE Film d'azione che mescola violenza esagerata, umorismo nero e uno stile volutamente pulp. Con Danny Trejo nel ruolo di protagonista, il film segue la storia di un ex federale messicano che si vendica contro i suoi nemici in un turbinio di sangue e battaglie. La trama, semplice e lineare, non cerca di essere sofisticata, ma il suo obiettivo è chiaro: intrattenere con azione senza freni e dialoghi volutamente grotteschi.La regia di Rodriguez mantiene il tono sopra le righe, ma a volte il film appare un po’ ripetitivo e manca di profondità. La sceneggiatura gioca sui cliché del genere, ma senza mai prendersi troppo sul serio. Nonostante alcune scelte stilistiche poco efficaci, il film resta godibile grazie alle sue performance sopra le righe e al suo ritmo veloce. Con una colonna sonora coinvolgente e un uso esagerato degli effetti speciali, Machete riesce comunque a divertire, pur non essendo un capolavoro.

Recensione di   Filippo Margionti Filippo Margionti

Vortex

(Film, 2021)

(Pensieri liberi su VORTEX di Gaspar Noé dal punto di vista del personaggio interpretato da Dario Argento)SPOILER OVUNQUE E FIN DA SUBITO"On est bien peu de chose..." - Mon amie la rose, Françoise Hardy"Siamo così poca cosa..."E' così. Ci diciamo che arriverà, un giorno, e alla fine anche per me è arrivata, e ha fatto così in fretta che non mi sembra vero che ci abbia messo così tanti anni. Il mio cuore si è fermato mentre dormivo. Sono uscito di scena in silenzio, mentre fuori dalla porta aspettavate che tornassi da voi, per abbracciarmi e riportarmi in quella casa dove ci siamo visti invecchiare. Ho così tanti ricordi che non voglio dimenticare. La testa mi scoppia.Così sto facendo una delle mie liste. Ci metterò quello che ho dovuto abbandonare e che per me aveva un significato, profondo, non profondo, non importa. Ci sarà molto di quello che, pero, continuerà a riecheggiare fra quelle mura, ora che non ci sono più.Appunti sparsi per un libro. Un romanzo lasciato a metà sul comodino. Il solco rimasto sul cuscino della mia parte del letto. Il modo in cui parlavo ad alta voce. Ogni mattina in cui mi sono svegliato con lo stesso programma alla radio. La casa piena di riviste e simboli impolverati delle nostre piccole vite. Tutte le volte in cui mi affacciavo da quella finestra e vedevo te. Ogni volta che ti ho dato per scontata. Quand'eri spaventata e ti ho stretto le mani e ti ho detto Mon amour. Quando mi isolavo nel mio studio e parlavo con lei al telefono, implorandola di amarmi, implorandola di liberarmi. Gli errori irreparabili. Quelli che avrei voluto ancora fare. E poi il nostro figlio amato, nonostante i dispiaceri che ci ha dato. E poi nostro nipote. I mille progetti sul mio libro

Recensione di   Stefano Tacconi Stefano Tacconi

La fiera delle illusioni

(Film, 2021)

presentato come il "The Prestige" di Del Toro, dell'opera di Nolan ha poco o nulla, mentre dell'arte del cineasta messicano ha tutto. I colori (virati al verde negli interni proprio come ne "la Forma dell'acqua"), il periodo storico, i mostri/freaks, la cura dell'inquadratura, dell'architettura degli interni, beh questa Fiera è l'Expo di Del Toro. Un film che, visivamente, è un costante piacere e anche le sequenze più crude o le immagini più disturbanti sono sempre curatissime e ricercate. Il cast al femminile (Colette, Mara, Blanchett) sempre ammaliato dal bel Cooper aggiunge raffinatezza ad un'ambientazione che nulla ha di accogliente, mentre il protagonista illude tutti con carisma e giochi "mentalisti" che sembrano uscire dallo schermo e influenzare anche noi spettatori. Un Noir d'altri tempi, perso nel fumo ossessivo, nel clima sempre piovoso o nevoso, con flashback evocativi (che mi hanno un po' tradito portandomi su evoluzioni che non ci sono state) e ... caratterizzazioni dei personaggi ben riconoscibili. A fine visione ho la sensazione che qualcosa sia mancato, ma a conti fatti è più colpa mia per un trama aspettata e mai arrivata dove credevo. Immagino diverse candidature ai prossimi Oscar.EDIT: non conoscevo l'originale e mi mancavano dei riferimenti. Il caso vuole che quel senso di "assenza" che percepivo e non sapevo spiegare era proprio nella scelta del regista di non raccontare il passato del protagonista, se non attraverso evocative immagini spesso riprese nei flashback. Mancava anche un po' di maggior sessualità, qui troppo patinata, mai torbida, mai volgare (anzi l'ho sopra definita raffinata).

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Rael70 FILMAMO AWARDS BEST FILMS 2024: LA MARATONA VIDEO DI TUTTI I FILM VINCITORI

FILMAMO AWARDS BEST FILMS 2024: LA MARATONA VIDEO DI TUTTI I FILM VINCITORI

E' trascorso meno di un mese da quando i nostri “Filmamo Awards" sono terminati ma l'evento non è ancora giunto a conclusione.Nei commenti all'articolo relativo alla manifestazione avevo scritto che era in progetto la realizzazione di uno “Speciale 2024” in cui alcune Top Voices avrebbero riassunto gli “Awards” tramite un video. Dalle parole siamo passati ai fatti e il suddetto video è diventato una realtà ben oltre quello che immaginavamo… Con una lunga maratona durata circa 4 ore e mezza, 3 giurati hanno discusso e riassunto il meglio di ogni singola categoria, esprimendo il loro parere senza timidezza, senza peli sulla lingua ma, al tempo stesso, motivandolo in maniera esaustiva. Il video inerente la rassegna dei vari finalisti e vincitori, per ovvi motivi pratici, è stata suddiviso in 4 video della durata media di 1 ora e per facilitare al massimo la fruibilità da parte del pubblico, per ogni video, dall'inizio alla fine, viene mostrata la categoria di cui stiamo parlando e le locandine dei vari film che commentiamo, questo al fine di permettere ad ogni spettatore di saltare a piè pari tutte quelle parti ritenute di scarso interesse personale. PARTE 1 di 4Pubblicato il primo video che affronta le seguenti categorie: “Best Comedy”, “Best Italian”, “Best Action” e la prima parte della “Best Sci-Fi”: PARTE 2 di 4Pubblicato il secondo video inerente le seguenti categorie: “Best Sci-Fi (seconda parte)”, “Best Animation”, “Best Thriller” e “Best Drama (prima parte)”: Nei giorni successivi saranno pubblicati le restanti tre parti: Parte 3 di 4 che tratterà della seconda parte della “Best Drama”, la “Best Horror", la “Best Not Distributed” e la prima parte della “Best Film”;Parte 4 di 4 concluderà la rassegna con la seconda parte della “Best Film” e la “Best Director”, terminando con le conclusioni e i saluti da parte

Cinemaserietv I MIGLIORI HORROR CHE PARLANO DI RELIGIONE: QUANDO IL TERRORE DIVENTA ERESIA

I MIGLIORI HORROR CHE PARLANO DI RELIGIONE: QUANDO IL TERRORE DIVENTA ERESIA

Religione e orrore sono due facce della stessa medaglia: entrambi parlano di fede, di forze invisibili e di ciò che si cela oltre la nostra comprensione. Se la prima promette salvezza, il secondo insinua il dubbio, trasformando il sacro in qualcosa di oscuro e inquietante. Da sempre, il cinema horror ha sfruttato questo contrasto, dando vita a storie in cui la spiritualità si intreccia con il terrore, tra possessioni demoniache, sette fanatiche e crisi di fede dai risvolti spaventosi.In questa selezione, esploriamo i migliori horror che parlano di religione, sei film che hanno saputo declinare l’orrore religioso in modi unici, portandoci faccia a faccia con le nostre paure più profonde. L'esorcista (1973) Se c’è un film che ha definito il sottogenere dell’horror religioso, è senza dubbio L'esorcista di William Friedkin. Basato sull’omonimo romanzo di William Peter Blatty (che ne scrisse anche la sceneggiatura), il film racconta la terrificante possessione della dodicenne Regan MacNeil (Linda Blair) e il disperato tentativo della madre (Ellen Burstyn) di salvarla con l’aiuto dei sacerdoti Padre Karras (Jason Miller) e Padre Merrin (Max von Sydow). La pellicola colpisce per la sua crudezza: Friedkin adottò un approccio quasi documentaristico, rendendo l’orrore più tangibile e realistico. Il contrasto tra il sacro e il profano è devastante, con scene ormai iconiche che hanno letteralmente scioccato il pubblico dell’epoca (come il crocifisso usato in modo blasfemo). Ma L'esorcista è più di un semplice horror, è un’opera sulla crisi di fede, sul senso di colpa e sul sacrificio e, ancora oggi, resta una delle pellicole più spaventose e influenti di sempre. The Witch (2015)Robert Eggers, con il suo The Witch, ci porta nel New England del 1630, in una comunità profondamente religiosa che crede nel peccato originale e nella presenza costante del demonio. La storia segue una famiglia di coloni inglesi

Screencrash 75° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI BERLINO - BERLINALE 2025

75° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI BERLINO - BERLINALE 2025

Dal 13 al 23 febbraio, il cielo sopra Berlino si tinge di un arcobaleno di film. Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento (l'edizione è la numero 75) con uno dei grandi festival internazionali di cinema del vecchio continente. Da sempre, il meno glamour dei tre maggiori (con Cannes e Venezia) ma anche quello da cui emergono solitamente opere e temi non banali e di grande impatto emotivo. La giuria sarà guidata dal regista Todd Haynes ("Velvet Goldmine", "Io non sono qui") ed avrà altri nomi di spicco, tra cui Maria Schrader (autrice de "Il corsetto dell’imperatrice") e Bina Daigeler (costumista per "Tár" e "La stanza accanto"). L'orso d'oro onorario verrà consegnato durante la cerimonia di apertura a Tilda Swinton, vista recentemente nel film di Pedro Almodovar, vincitore della scorsa edizione della Mostra del cinema di Venezia.Le sezioni di quest'anno sono sei, ognuna con film che promettono, già dai nomi, grande qualità e alcuni che saranno, inevitabilmente, le nuove scoperte.Fra i titoli di rilievo spiccano certamente i nomi di Richard Linklater (che in "Blue Moon" ha riunito Ethan Hawke, Margaret Qualley e Andrew Scott), Michel Franco (che ritrova Jessica Chastain in "Dreams") e Bong Joon-ho (presente nella sezione Perspectives con "Mickey 17", con un "multiplo" Robert Pattinson). Altre attese importanti sono per il titolo d’apertura "The Light" di Tom Tykwer, per Justin Kurzel ("The Order", visto lo scorso anno a Venezia) con il nuovo "The Narrow Road to the Deep North" (con Jacob Elordi) e per il rumeno Radu Jude, che vinse nel 2021 con "Sesso sfortunato o follie porno", e che presenterà quest'anno "Kontinental ’25".Da segnalare anche la premiere tedesca di "A complete unknown", il film di James Mangold sulla vita di Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet.Sul fronte degli esordi, il primo film dell’autrice teatrale Rebecca Lenkiewicz ("Hot Milk") e

Valentina 27 VOLTE IN BIANCO: LA COMMEDIA CHE CELEBRA L’AMORE IN TUTTE LE SUE FORME

27 VOLTE IN BIANCO: LA COMMEDIA CHE CELEBRA L’AMORE IN TUTTE LE SUE FORME

Cari lettori, benvenuti e bentornati al nuovo appuntamento con la rubrica “Cuori sullo schermo”. Ci siamo lasciati alle spalle le vacanze natalizie e i film a tema che ci hanno fatto compagnia, e, come si dice in gergo televisivo, ora torniamo alla nostra regolare programmazione.Desidero inaugurare questa nuova “Season Of Love” con un film che sono sicura essere nella classifica degli appassionati di Rom-Com come la sottoscritta e che, dalla sua uscita nel 2008, ci ha fatto ridere e sognare, ci ha fatto innamorare di quella che io definisco la Meg Ryan degli anni 2000, la bellissima Katherine Heigl…e ci ha fatto riflettere sugli spazi degli arredi delle case americane. Oggi vi parlo di “27 Volte In Bianco” (“27 Dresses”).Le Rom-Com con protagonista la Heigl hanno accompagnato i miei anni 2000. Attrice che ho personalmente sempre adorato, la cui bellezza è pari al suo talento, in quegli anni cavalcava l’onda del successo globale. Gli amanti delle Serie TV l’hanno sicuramente scoperta grazie a “Grey’s Anatomy”, ma i miei coetanei forse la ricorderanno in uno dei suoi primi ruoli cinematografici, accanto a Gérard Depardieu, nella commedia “Ma Dov’è Andata La Mia Bambina” del 1994, per poi ritrovarla qualche anno dopo sul piccolo schermo, nella Serie Tv “Roswell” del 1999. Era evidente ai più, che la Heigl avesse il famoso “X Factor”, possedendo davvero tutto ciò che serviva per essere consacrata come la nuova “American Sweetheart”. Ma, purtroppo alcune scelte discutibili e conflitti pubblici hanno penalizzato la sua carriera. Nonostante ciò, a noi appassionati rimangono film deliziosi come “27 Volte In Bianco” , che ci ricordano il motivo per cui ci siamo innamorati di Katherine Heigl e del genere delle commedie romantiche. Questo film, con la sua leggerezza, il suo humor e il suo cuore, ci invita a credere che l’amore può

Filmamo Friends :-) FILMAMO PODCAST : INTERVISTA AL REGISTA EDGARDO PISTONE

FILMAMO PODCAST : INTERVISTA AL REGISTA EDGARDO PISTONE

FilmAmo PODCAST 🎙️ Linda Simeone intervista il Regista Edgardo Pistone “Ciao Bambino”Diretto da Edgardo Pistone, Miglior Opera Prima alla Festa del Cinema di Roma e vincitore del Premio della Critica al Tallin Black Night Film Festival Distribuzione a cura di Filmclub Distribuzione by Minerva Pictures Esce nelle sale dal 23 gennaio 2025, distribuito da Filmclub Distribuzione by Minerva Pictures, “Ciao Bambino” opera prima di Edgardo Pistone prodotto da Bronx Film, Anemone Film, Mosaicon Film, Minerva Pictures Group e realizzata con il sostegno del Mic – Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e Regione Campania – Fondo Cinema e Audiovisivo, in collaborazione con Film Commission Regione Campania. Presentato in anteprima nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma 2024, dove ha vinto ex aequo (giuria presieduta dalla regista e sceneggiatrice Francesca Comencini) il Premio Miglior Opera Prima, “Ciao Bambino” ha già avviato un tour in vari festival nazionali e internazionali, collezionando prestigiosi premi, tra cui il Premio Speciale della Giuria al Tallinn Black Nights Film Festival 2024 nella categoria Concorso Opere Prime e la Menzione Speciale nella sezione Spazio Campania al Laceno d’Oro International Film Festival. Il film, per cui è stato scelto il bianco e nero tipico del realismo che rende universali i sentimenti raccontati, è scritto e sceneggiato dallo stesso regista con Ivan Ferone e vanta nel cast giovani attori scelti dopo un lungo e faticoso street casting come Marco Adamo, Anastasia Kaletchuk, Luciano Pistone, Pasquale Esposito, Salvatore Pelliccia, Sergio Minucci, Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo e Rosalia Zinno. Sul finire dell’estate dei suoi diciannove anni, Attilio, un ragazzo che vive in un rione Popolare di Napoli, viene incaricato di proteggere una giovane prostituta dell’Est. Senza poterlo ammettere apertamente, se ne innamora. Quando, però, il padre esce dal carcere ed è costretto a ripagare

Rael70 FILMAMO AWARDS: I TOP VOICES SCELGONO I MIGLIORI FILM DEL 2024.

FILMAMO AWARDS: I TOP VOICES SCELGONO I MIGLIORI FILM DEL 2024.

Filmamo è diventata, nell'anno appena trascorso, una realtà conosciuta a livello nazionale che negli ultimi tempi si sta facendo apprezzare anche all'estero.Merito di questa crescita costante come numero di utenti, di traffico e di contenuti è unicamente degli utenti che, pian piano, hanno iniziato a credere che dietro a questo progetto c'è tanta passione unita a tantissimo lavoro e per tale motivo hanno cominciato, in maniera del tutto spontanea, ad arricchire il database di recensioni presenti nella piattaforma. Il 2025 sarà un anno cruciale per tutti noi perché ci stiamo preparando ad un balzo verso l'alto che porterà Filmamo a diventare qualcosa di più ampio e completo rispetto alla realtà attuale. Una delle novità è costituita dalla I edizione dei "Filmamo Awards" dove i “Top Voices” si sono uniti in una sorta di “giuria” fornendo ognuno le proprie preferenze al fine di arrivare a determinare dei vincitori in ben 10 categorie. In realtà le categorie sono 11 ma l'ultima è stata volutamente istituita non per fornire un vincitore, quanto per dare consigli agli operatori del settore di cercare di distribuire nel mercato nazionale (sala, home-video e/o streaming) dei film che sono stati reputati decisamente interessanti dai "giurati". Per procedere in modo sufficientemente serio abbiamo adottato un regolamento interno che prevede due regole fondamentali: sono stati presi in considerazione tutti i film usciti dal 1 gennaio al 31 dicembre e, in aggiunta, che quest'ultimi siano stati distribuiti sul territorio nazionale in qualsiasi modo.La prima categoria è la “Best Film” dove verrà premiata la pellicola ritenuta maggiormente attraente ed interessante senza fare distinzioni tra film nazionali o esteri, prescindendo da qualsiasi forma di fruizione (dalla sala allo streaming passando per l'home-video).La seconda categoria è la "Best Director” dove verrà indicato il regista il cui lavoro è stato indicato come quello più incisivo

Diego Cineriflessi SGUARDI DAL MONDO: JACQUES AUDIARD

SGUARDI DAL MONDO: JACQUES AUDIARD

Figlio d'arte, prima di sedersi sulla sedia del regista ha fatto il montatore e lo sceneggiatore. Insomma Audiard è un uomo che respira cinema da tutta la vita e col passare del tenpo i risultati si sono visti diventando uno degli autori più ecclettici del panorama francese. Esordisce nel 1994 con Regard les hommes tomber immediatamente selezionato per il Festival di Cannes in una sezione collaterale e protagonista dei Premi Cesar. Prime prove di thriller e poliziesco e collaborazione con Trentignant e Kassovitz. Nel 1996 arriva il primo concorso a Cannes e il primo premio. Un heros tres discret porta a casa il premio per la Miglior sceneggiatura ed è proprio un'opera che parla di racconto, di capacità affabulatorie che sanno nascondere bugie. Forse uno dei suoi film meno riusciti, ma che mette in evidenza la sua capacità di aggirarsi tra i generi. Torna nel 2001 con Sulle mie labbra, film che lo porta al grande pubblico. Un thriller teso che esce dagli schemi parlando di disabilità, di pregiudicati e di un riscatto non propriamente canonico. Protagonisti Vincent Cassell e una straordinaria Emmanuelle Devos che si muovono ai margini della società francese. Nel 2005 porta al Festival di Berlino De battre mon coeur s'arrêté (scusatemi, ma trovo completamente errato quello scelto dalla distribuzione italiana Tutti i battiti del mio cuore). Il racconto di un uomo che in tenera età è costretto ad abbandonare la musica, ma che la riscopre con un insegnante vietnamita che non parla francese è travolgente. In piena controtendenza è il remake di un film statunitense, ma Audiard affina la sua regia e il suo stile e ben lo incastona nella società francese. Un piccolo gioiellino poco conosciuto. Il profeta è il film che lo rende grande in tutto il mondo. La sua corsa parte da Cannes

Valentina IL DIARIO DI BRIDGET JONES: LA COMMEDIA ROMANTICA CHE CI FA SENTIRE MENO SOLI

IL DIARIO DI BRIDGET JONES: LA COMMEDIA ROMANTICA CHE CI FA SENTIRE MENO SOLI

Cari lettori, benvenuti e bentornati al nuovo appuntamento con la rubrica “Cinema sotto l'albero”. Siamo giunti all’ultimo appuntamento di quest’anno di questa nuova rubrica nata per caso, ma che tante soddisfazioni ed emozioni mi ha donato, e il merito più grande di tutto questo va naturalmente a tutti coloro che hanno seguito, letto, commentato, o hanno lasciato un like. Grazie di cuore, davvero. L’ultimo film che ho scelto è forse quello che ha davvero, ma davvero tutti gli ingredienti che lo rendono il film natalizio perfetto, soprattutto per gli amanti della combo “Christmas - Rom-Com”, anche se, questo non è decisamente il canonico film di questo filone. Una pellicola che è un inno allo zitellaggio coatto, ma il cui sottotesto è esattamente l’opposto, un film dove ognunA di noi si è in qualche modo identificata ad un certo punto della vita. Il vero cavallo di battaglia della meravigliosa Renée Zellweger: Il Diario di Bridget Jones (Bridget Jones’s Diary). Sfido chiunque, davvero chiunque, a negare di aver vissuto almeno una volta nella vita un momento “Alla Bridget Jones”. Magari avete fatto una figuraccia epica davanti a colleghi o amici, avete inviato un messaggio al destinatario sbagliato, oppure avete vissuto un appuntamento romantico che è finito in un disastro totale. O forse, vi siete innamorati della persona meno adatta, quella che tutti vi avevano sconsigliato, ma a cui non avete saputo resistere. In fondo, le disavventure di Bridget sono universali, e ognuno di noi può ritrovarsi in quelle piccole grandi tragedie quotidiane che, col senno di poi, fanno anche un po’ sorridere. La nostra cara Bridget nasce dalla penna di Helen Fielding, per poi trovare la vera consacrazione nella trasposizione cinematografica del 2001, con la regia di Sharon Maguire. Il successo del primo capitolo ha portato alla realizzazione di “Che pasticcio, Bridget