*Canary Black*, directed by Pierre Morel with Kate Beckinsale as CIA agent Avery Graves, aspires to deliver a gripping spy thriller but falls short of reaching true narrative depth. The storyline has promise: Graves must save her kidnapped husband from terrorists while navigating a global cyber conspiracy. However, despite the high stakes, the film’s potential is diluted by overused action tropes and predictable twists, which fail to provide the emotional impact or originality that the plot could have offered. Morel, known for *Taken*, seems to strive for the same gritty intensity here, and while the direction gives us fast-paced, well-executed action scenes, the movie feels like a rehash of familiar espionage setups. The script is packed with scenarios we've seen many times in the genre, with no fresh perspective or suspenseful buildup to keep the audience engaged. This leaves the film feeling more like a checklist of action sequences than a compelling narrative, sacrificing the tension and suspense that would elevate the story. Beckinsale, in impressive physical form at 50, delivers a solid performance as the determined agent, but the character is boxed into repetitive action scenes and generic dialogue that leave little room for emotional growth. Avery’s relationship with her kidnapped husband, intended to be a driving emotional force, is barely developed, which weakens the impact of her motivations and makes it harder for audiences to truly connect with her struggles. The “Canary Black” file itself serves as a standard MacGuffin—a plot device that lacks a clear purpose beyond fueling the action. While MacGuffins are common in espionage films, here it feels like an excuse for a series of chases, shootouts, and explosions that grow increasingly repetitive and excessive. Rather than building suspense, this structure creates a sense of narrative staleness, culminating in an ending that feels more telegraphed
La calma, gioiosa nella serenità di un pettirosso che canta la sua libertà. Tanto anelata e tanto cercata. La sete di potere, la distruzione nella caccia alla preda designata. Come le ali che si spiegano in volo, come l'imponente aquila inquadrata all'inizio di questo corto, pronta e raccontarci la sua simbologia in un breve attimo di supremazia.Un ragazzo, in trappola, perso in una circostanza disperata, è alla ricerca di quella libertà smarrita, ma tanto bramata. Avvinghiata a quelle manette, smania per trovare una via d'uscita, una qualsiasi occasione per mettersi in salvo da quell'orrida situazione. Occhi spauriti ma nervi d'acciaio, una fugace speranza dipinge l'opportunità di uscire da quel grosso guaio. Non rimane altro che afferrarla e tentare la fuga, tra spari, corse perdifiato, e una valigetta da un contenuto subodorato, mai realmente svelato.Nico è un ladruncolo, in viaggio dentro una volante. Di certo non avrebbe sospettato di finire tra le grinfie della giustizia, e tanto meno avrebbe immaginato di trovarsi tra il classico poliziotto buono, Ștefănescu (Eugen Neagu), e poliziotto cattivo. Uno dei due agenti ha adocchiato la preziosa valigetta del trafficante, affidatagli dal boss Don Vitaliano (Antonio Tentori), ed è disposto a qualunque cosa pur di impossessarsene. David White è decisamente antipatico e irritante nel ruolo di Jack, tifare per Nico è inevitabile.Una risata, e un urlo non ci svelano del tutto la verità, lasciando alla nostra immaginazione qualsivoglia supposizione. Io, personalmente, tendo sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto, quindi, mi son detta che forse la vita è un po' burlona, e talvolta, si diverte a mettere chiunque in situazioni pericolose, lasciandolo poi con un pugno di mosche in mano. Tuttavia, è una mia personale interpretazione, che non trova conferma o negazione.Eugen Neagu ci racconta questa corsa verso la salvezza e un nuovo inizio con una regia
Film spaventoso con un sottofondo di sovrannaturale
BLACK PANTHERin loving memory of Chadwick BosemanC’era una volta un re di un regno nascosto nel continente africano .Il suo regno era ricco e tecnologicamente avanzato grazie agli immensi giacimenti di vibrano.Un misterioso metallo probabilmente di origine aliena caduto su quel posto molti anni prima sotto forma di meteorite.Il buon re teneva nascosta la vera ricchezza del suo popolo agli occhi del mondo circostante.Per proteggerlo come fa un buon re.Il buon re aveva un figlio e si prodigò per farlo studiare nelle scuole migliori del mondo oltre a trasmettergli le tradizioni , gli insegnamenti e i segreti dei suoi avi.Perché un domani sarebbe diventato re .Quel domani arrivò prima del previsto perché il buon re mori’ tradito dal suo stesso fratello e il giovane figlio sali’ al trono ma non prima di aver superato pericolose prove che il suo lignaggio gli imponeva.Questa favola potrebbe riassumere brevemente la storia di Pantera Nera .Il primo supereroe nero della Marvel.Max Rece completa su IL GUARDAROBA DEL BUIO IN SALA
I've watched it on Plex. A very interesting documentary that gives very good advices on how to prepare yourself to cope up with pandemics. Good interviwes to very good scientists like the Italian virologist Pregliasco. I've discovered this film thanks to Filmamo. Thank you guys!
Un vero capolavoro della cinematografia Italiana, per sempre tra i miei film preferiti. Da notare la sceneggiatura di Federico Fellini. Fellini-Rossellini! che dream team! Ne avessimo oggi in Italia di tali accoppiate virtuose! Torneremmo ad essere il centro cinematografico del mondo, come lo eravamo un tempo. Un film verista, struggente ed appassionante, vero pilastro intramontabile.
Un film che poteva essere sviluppato in maniera molto diversa, salta di palo in frasca e con scenari che a mio avviso non c'entrano assolutamente nulla ed oltre tutto non sono contestualizzati come il fatto di passare in un buco spazio temporale e ritrovarsi in un ambiente stile inferno dantesco con tanto di traghettatore su barca attorniata da cosa? anime? ma che c'azzecca con gli alieni? Avrebbero potuto anche (avvalendosi delle conoscenze storiche e bibliche di Mauro Biglino) impostare tutto il film in un contesto differente come per esempio raccontare quale potrebbe essere stata la creazione e la presenza degli alieni nel passato dell'umanità con ambientazioni stile "Stargate" magari dove l'alieno e i suoi scagnozzi dotati di tecnologie superiori dominava l'umanità.Insomma tutto tranne che quest'accozzaglia di trame su trame, personaggi assurdi e via discorrendo. Peccato, un film su questo filone fantascientifico e fatto in Italia da Italiani con la qualità che ci contraddistingue nella storia cinematografica, mancava e manca tutt'ora.
Woyzeck, diretto da Werner Herzog, è un film straordinariamente potente e visionario che trascende i confini del semplice adattamento cinematografico, portando sulla scena un'opera di grande intensità emotiva e riflessione filosofica. Ispirato all'omonima opera teatrale incompleta di Georg Büchner, questo film esamina la follia umana, la povertà, la disuguaglianza sociale e il senso di alienazione, con una profondità psicologica che lascia un'impressione indelebile.La regia di Werner HerzogHerzog, come sempre, dimostra il suo talento unico nel trattare tematiche esistenziali e nella capacità di fondere il dramma umano con l’ambiente naturale e sociale. In Woyzeck, il regista tedesco riesce a combinare il realismo crudo con un surrealismo inquietante, conferendo alla pellicola un'aura di inevitabilità tragica. La sua scelta di girare il film in ambientazioni desolate, come la campagna tedesca e i freddi paesaggi urbani, rispecchia la solitudine e la decadenza psicologica del protagonista. Ogni fotogramma è curato con una precisione da pittore, con l'uso di spazi vuoti e composizioni simboliche che enfatizzano la condizione di Woyzeck, un uomo schiacciato dal peso delle sue circostanze e dalla sua stessa psiche. Herzog non si limita a raccontare una storia, ma ci immerge nel suo mondo, una realtà dove l'individuo è intrappolato in un destino oscuro e ineluttabile.Klaus Kinski: un'interpretazione straordinariaLa performance di Klaus Kinski nel ruolo di Woyzeck è il cuore pulsante di questo film. Kinski, già noto per le sue interpretazioni cariche di tensione e inquietudine, dà vita a un personaggio che è al contempo fragile e minaccioso, tormentato e disperato. La sua capacità di esprimere la psicologia complessa del protagonista è straordinaria: Woyzeck non è solo un soldato di bassa classe sociale che soffre per le sue difficili condizioni economiche, ma è un uomo che sta perdendo il contatto con la realtà, schiacciato dalla società che lo sfrutta e manipola. Kinski non
Un road movie leggero ma intenso che tratta uno dei problemi più gravi per un genitore, la diversità mentale.Il sentimento predominante del film è l'amore, che riesce ad uscire e a fluire libero sia nel rapporto padre/figlio che negli altri personaggi che fanno da cornice in questa storia.Una delle frasi:La felicità, purtroppo, non è un diritto, è un colpo di culo! Mio voto personale 9
Film documentario estremamente interessante del 2012, nel quale Lele Mora si racconta e ci racconta del tristemente worlwide noto Bunga Bunga. Idea vincente la narrazione strabordante dell'agente dello spettacolo che si alterna a quella semplice e composta di una ragazza filippina, creando un forte contrasto di valori e di idee. Scene di repertorio con provini di aspiranti starlette, che si dichiarano disposte a tutto pur di raggiungere il successo, si alternano ad installazioni viventi di donne avvolte nel cellophane, bellissima carne ammucchiata ad arte in un bidone della spazzatura...immagini irritanti che rimangono fortemente impresse, simbolo della mercificazione del corpo della donna. Mala tempora currunt...
Allora... doverosa premessa, parliamo un di uno dei più grandi successi dello scorso anno, a cui mi sono approcciata senza preconcetti perché fare la snob non mi piace mentre invece mi piace l'horror, e tanto, e soprattutto mi piace l' horror “grezzo” senza troppe raffinatezze ne significati nascosti.Alla luce di questo posso dire che “Five nights at Freddy's” non mi e' piaciuto per niente.L'ambizione di “elevarsi” , senza spoiler are troppo diciamo che il personaggio principale è falcidiato da una serie di disgrazie personali senza fine, si schianta sulla cagnaggine di Josh Hutcherson il cui successo planetario mi e' totalmente incomprensibile, sul fronte splatter non pervenuto, gli omicidi dei pupazzoni son tutti fuori campo, maledetto PG13, il finale è telefonatissimo…in pratica spesso e volentieri mi sono abbioccata….sul fronte pupazzoni assassini meglio il “Willie's Wonderland” con Nicolas Cage oppure il trashissimo “Banana Split's show”. Spiace soprattutto vedere la brutta fine fatta da una icona del cinema horror come Matthew Lillard di “Scream…”
SGUARDI DAL MONDO: NURI BILGE CEYLAN
Se giriamo lo sguardo verso la Turchia incontriamo uno dei maestri del cinema contemporaneo mondiale: Nury Bilge Ceylan, uno dei registi più contemplativi e antispettacolari del cinema di oggi, ma con una fluidità di racconto e di immagini che incanta ed abbaglia. Sin dal suo primo lungometraggio, Kasaba, già un racconto di quattro stagioni, si intuisce lo stile contemplativo che caratterizzerà gran parte delle sue produzioni. È il primo film della Trilogia provinciale e si nutre anche di diversi ricordi dello stesso regista. Il secondo film è Nuvole di Maggio, l'opera più autobiografica di Ceylan che in pura chiave autoriale racconta la storia di un regista che torna nel suo paese per girare un film sui ricordi. Già da questo film si vede l'amore del regista per il dialogo colloquiale che sviscera temi filosofici. L'affermazione internazionale però arriva con Uzak opera che gli vale il Gran Premio della Giuria a Cannes e il premio per la Miglior interpretazione maschile ai due protagonisti. È il racconto della convivenza di due cugini profondamente diversi costretti dalla necessità (una separazione e la disoccupazione) ad Istanbul. Ma è soprattutto nella forza delle immagini, nei silenzi e nell'ambientazione sotto la neve che si definisce l'originalità dello sguardo del regista turco. Nel 2006 arriva Il piacere e l'estasi, nuovo concorso a Cannes e premio Fipresci. La storia di una separazione raccontata in stagioni diverse. Nuovamente estate e neve, Istanbul e provincia questa volta per raccontare la fine di una storia d'amore con tutti i dubbi e le frustrazioni. Il Premio per la Regia al 61esimoFestival di Cannes gli arriva per Le tre scimmie, opera che si discosta in parte dalle precedenti per l'ambientazione completamente cittadina e la presenza di personaggi abbienti. Per la prima volta si affaccia esplicitamente la politica e i dilemmi etici si fanno
L’AMORE NON VA IN VACANZA": UNA MAGIA NATALIZIA DA VIVERE E RIVIVERE
Cari lettori, benvenuti e bentornati al nuovo appuntamento con la rubrica “Cinema sotto l'albero”. Dopo avervi portato indietro al 1990 con “Mamma Ho Perso L’aereo”, facciamo un balzo in avanti, arrivando al 2006 anno in cui i miei sogni cinematografici diventano realtà! Il genere Rom-Com si congiunge al genere natalizio, regalandoci uno dei migliori film natalizi di tutti i tempi: “L’amore Non Va In Vacanza” (“The Holiday”). Nancy Meyers, non è solo una regista, ma un’artista che dipinge il mondo con i colori dell’amore, del calore e della bellezza, con il suo tocco unico, ha trasformato le commedie romantiche in veri e propri rifugi per l’anima. Le sue scenografie impeccabili, i dialoghi brillanti e i personaggi autentici creano universi in cui vorremmo vivere per sempre. Ogni suo film è una dichiarazione d’amore per le emozioni umane e “L’amore Non Va In Vacanza” non è da meno. Di questo film non amo solo il mix della magia del Natale che si fonde con la dolcezza delle due storie d'amore, ma ciò che ho adorato sopra ogni altra cosa, è il personaggio che è diventato il guru della mia vita, Iris Simpkins, interpretata dalla divina Kate Winslet. Iris è la donna che tutti vorremmo abbracciare, consolare e poi portare fuori per un brindisi a base di riscatto personale. È la dolcezza fatta persona, la romantica sognatrice intrappolata in un amore non corrisposto, eppure mai piegata del tutto. Con i suoi occhioni pieni di speranza, ci ricorda quanto sia umano aggrapparsi a ciò che ci fa soffrire, sperando che un giorno cambi. Ma Iris non è solo lacrime e cuore spezzato: è una guerriera silenziosa. Quando scambia la sua accogliente casetta inglese per la villa californiana da sogno, inizia il suo viaggio verso l’autenticità. E che viaggio! Tra risate, nuove amicizie e un’irresistibile
N.20 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 11 DI 15: ALIENS).
Siamo arrivati ad un momento fondamentale per l'intero universo di Alien in quanto l'“Aliens” di James Cameron, uscito nel 1986, è probabilmente il film più importante tra tutti quelli che abbiamo affrontato finora e che affronteremo successivamente perché è quello che fa nascere la saga (prima di esso esisteva solo il film del ’79) e che farà diventare gli Xenomorfi e l’eroina Ellen Ripley due icone della cultura di massa degli anni ottanta-novanta, due figure che entreranno nell’immaginario collettivo e che a tutt’oggi possono vantare decine di milioni di appassionati in tutto il mondo.Il successo mondiale della pellicola che lancerà, definitivamente, Cameron nell'Olimpo di Hollywood, permetterà di dare vita a tutta una serie di videogiochi, fumetti e romanzi (non sempre validi e/o importanti) che contribuiranno a dare vita alla saga e al suo canone.Da quel momento, tutto il materiale che verrà prodotto in seguito dovrà comunque rispettare la coerenza narrativa con gli eventi del film dell'86.Da prassi invito il lettore a non andare oltre nella lettura se non si è visto il film. Perché è così importante “Aliens” rispetto ad "Alien"?Il film di Scott, concretamente, non spiega nulla oltre ciò che mostra: una astronave carica di minerali, un messaggio di soccorso, un equipaggio che decide di andare ad indagare, l'incontro con una misteriosa ed aggressiva forma di vita aliena, un computer centrale che deve rispettare un particolare ordine di una fantomatica Compagnia…Non c'è altro, nessuna spiegazione del contesto, nessun approfondimento del passato dei personaggi, niente di niente: è proprio questo mistero perenne ad affascinare terribilmente gli spettatori. Cameron, che viene dal successo di “Terminator” di due anni prima, decide d’imbarcarsi in una impresa molto complessa e ad elevato tasso di fallimento: fare un sequel dell’”Alien” di Scott perché la storia del tenente Ripley, secondo lui, merita una continuazione.Continuazione si ma
MAMMA HO PERSO L’AEREO: IL FILM CHE HA RESO ICONICO IL NATALE
Se c’è una cosa che un’ inguaribile romantica come me ama tanto quanto le Rom-Com, sono senza dubbio i film natalizi. Che siano ad alto budget, con un cast stellare, o i classici “Hallmark Movies” che sono sostanzialmente tutti uguali, ma non importa…non ne posso fare a meno, è tradizione e le tradizioni vanno sempre onorate e rispettate! E così, mi sono detta che sicuramente, tra gli utenti di FilmAmo, ci sarà qualcuno che condivide questa mia passione o magari, potrei coinvolgere qualcuno di voi nella mia follia! Da qui nasce l’idea di questa nuova rubrica a tema natalizio, “Cinema sotto l'albero”, dove settimanalmente, vi accompagnerò fino al giorno di Natale, raccontandovi dei film natalizi che amo di più, e ovviamente, non mancheranno le curiosità sul dietro le quinte! Tutti pronti? Se l’urlo più famoso della storia dell’arte è quello di Munch, nel mondo del cinema, dopo quello iconico Janet Leigh in Psycho, troviamo l’urlo altrettanto carico di terrore di Catherine O'Hara quando il suo personaggio, Kate McCallister, realizza che il figlio di 8 anni, Kevin, è rimasto a casa da solo, mentre lei si trova sopra un aereo, in viaggio verso Parigi con tutta la famiglia… - 1. Questa la premessa del mitico, unico e intramontabile: Mamma, ho perso l’aereo (Home Alone). Questo è Il film natalizio che ogni anno ci ricorda che lasciare un bambino a casa da solo non è solo irresponsabile, ma anche esilarante. Kevin McCallister, interpretato dal geniale Macaulay Culkin, è il ragazzino che tutti avremmo voluto essere a 8 anni: astuto, creativo, e con una casa piena di trappole da far invidia a un film di Indiana Jones. Sono sincera, da bambina l’effetto che mi suscitava il film era opposto al sentimento di Kevin, perchè se lui ha desiderato ardentemente che la sua famiglia
FILM VINCITORI RIFF AWARDS 2024
ROME INDEPENDENT FILM FESTIVAL XXIII EDIZIONERIFF AWARDS 2024 Annunciati i vincitori della XXIII edizione“Tre regole infallibili” di Marco Gianfreda - Miglior Lungometraggio Italiano“Salli” di Lien Chien Hung - Miglior Lungometraggio Internazionale “Non chiudete quella porta” di Francesco Banesta & Matteo Vicentini Orgnani Miglior Documentario“After the Odissey” di Helen Doyle Miglior Documentario InternazionalePremio Rai Cinema Channel al Miglior Corto Italiano “Sommersi” di Gian Marco Pezzoli“Un lavoretto facile facile” di Giovanni Boscolo Miglior Corto Italiano“Transformation” di Marcel Barsotti Miglior Corto Internazionale“Better so” di Jaakko Ylitalo miglior corto studenti“The Strange Case of the Human Cannonball” di Roberto Valencia Miglior Corto Animato Con l’annuncio dei vincitori termina la XXIII edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival diretto da Fabrizio Ferrari che, al Nuovo Cinema Aquila di Roma, dal 13 al 22 novembre, ha visto programmate oltre 80 opere molte delle quali in anteprima italiana, europea o mondiale e suddivise in 13 sezioni nazionali e internazionali: opere prime e seconde di lungometraggio, documentari, cortometraggi, film sperimentali e animazioni, soggetti e sceneggiature contraddistinte per l’originalità e l’innovazione dei contenuti e delle tecniche utilizzate.Queste le varie sezioni in concorso: Feature film,International documentary, National documentary, International short, National short, Animation short, Student short e per le sceneggiature (lungometraggio e cortometraggio) e soggetti.La giuria composta da: Cristian Casella produttore, esperto di media e comunicazione, Sophie Chiarello, regista italo-francese, la produttrice e ispettrice di produzione Sonia Cilia, il regista, commediografo e attore Pietro De Silva, la produttrice Delegata Emma Esposito, il supervisor di visual effects Francesco Grisi, la production supervisor Carolina Iorio, le giornaliste Antonia Matarrese e Miriam e Mauti, il Produttore Esecutivo Andrea Passalacqua e Nicola Sganga esperto di VFX, ha assegnato i seguenti premi:Il Premio Feature film - Miglior Lungometraggio Italiano va a Tre regole infallibilidi Marco Gianfreda: “Per la sua capacità di raccontare, con delicatezza, la
COME FARSI LASCIARE IN 10 GIORNI: AMORE, RISATE E UNA FELCE
Cari lettori, benvenuti e bentornati al nuovo appuntamento con la rubrica “Cuori sullo schermo”. Scegliere di quale film parlarvi quest’oggi, non è stata una scelta facile, i titoli cari al mio cuore sono tanti e tutti meritano di essere discussi e celebrati. Ma la scelta è caduta su una delle mie rom com preferite: Come Farsi Lasciare in 10 Giorni (How To Lose A Guy In 10 Days). L’iconica pellicola che ci ha regalato una delle coppie meglio assortite del grande schermo, Kate Hudson e Matthew McConaughey è un’ assoluta delizia classe 2003. Ottimo cast, tra cui spicca una giovane e già bravissima Kathryn Hahn, una sceneggiatura brillante, un perfetto mix di ironia, emozione e romanticismo che ha definito una nuova era del genere della commedia romantica anni 2000. Personalmente, è stato il comfort movie che mi ha rallegrato le giornate quando ero un pò giù di morale, quando si sperimentano le prime delusioni d’amore dei vent’anni e sembra che la tua vita amorosa sia arrivata al capolinea (i ventenni e il pessimismo leopardiano cosmico), e mi ritrovavo a sognare che, quando sarei entrata nel mondo degli adulti, avrei fatto di tutto per diventare come Andie Anderson, una giovane donna con un lavoro figo, amiche vere con cui dividere le giornate lavorative e il tempo libero, con un look sempre di tendenza, con grandi aspirazioni di vita e lavorative e, ciliegina sulla torta, avrei trovato anch’io il mio Benjamin Barry. Spoiler Alert: Niente di tutto questo (o quasi) è accaduto, ma Come farsi lasciare in 10 giorni, tutt’oggi, ha la stessa funzione nella mia vita, rallegrarmi e coccolarmi e penso che, se una pellicola di 21 anni fa, riesce ancora a fare “il suo dovere”, significa che ha decisamente passato il test di qualità a pieni voti. Ma andiamo alla
QUANDO LA FANTASCIENZA ARRIVA IN TV: LE MIGLIORI SERIE DA RECUPERARE
Dune: ProphecyAmbientata 10.000 anni prima degli eventi del romanzo del 1965, la serie approdata questa settimana su HBO e, in Italia, su Sky, segue le sorelle Valya e Tula Harkonnen mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell'umanità e creano la leggendaria setta nota come Bene Gesserit. Il progetto amplia con maestria l'epica eredità dell'universo di Dune, offrendo una narrazione avvincente, visivamente straordinaria e intellettualmente stimolante. “Prophecy” riesce a coniugare il rispetto per i complessi temi dell'opera originale di Frank Herbert con l'aggiunta di nuovi strati di profondità narrativa, distinguendosi per il suo mix di spettacolarità, tensione drammatica e segreti intriganti. Al contempo, esplora con incisività una tematica cardine della fantascienza, ovvero la sfiducia nei confronti del potere, di chi lo detiene e dei sistemi di credenze dove la devozione religiosa si intreccia con la manipolazione politica. SiloTra le più recenti serie sci-fi di Apple TV+ e basata sulla trilogia di romanzi di Hugh Howey, Silo racconta la vita degli ultimi diecimila abitanti della Terra in un mondo post-apocalittico, confinati in un misterioso bunker di oltre 140 livelli. Pur ignorando il passato, questa società ha sviluppato tradizioni e sistemi di ordine propri; tuttavia, le rigide regole e i segreti che le sostengono vengono messi in discussione da chi osa sfidare il sistema. Con Rebecca Fergueson alla guida, questa serie cattura il pubblico grazie al suo enigma centrale, alle interpretazioni carismatiche del cast e a una produzione visivamente imponente. Al centro della trama, anche in questo caso, riflessioni tipiche del genere, come la sorveglianza, l'oppressione e la lotta per la libertà, intrecciati in un racconto avvincente e ricco di tensione.WestworldWestworld è un parco divertimenti futuristico e ipertecnologico, gestito dal dottor Robert Ford (Anthony Hopkins), dove androidi dall’aspetto umano permettono ai visitatori di vivere qualsiasi tipo di avventura o fantasia, anche
N.19 - LA SAGA DI "ALIEN": STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 10 DI 15: ALIEN ROMULUS FILM E FUMETTO).
Dopo la parentesi letteraria ritorniamo all’interno della cronologia narrativa e pertanto è venuto il momento di parlare di “Alien Romulus” del 2024, scritto e diretto dal regista uruguaiano Federico Alvarez.La storia si svolge nel 2142 ossia 20 anni dopo gli eventi di “Alien” e 37 anni prima di quelli di “Aliens” (mettiamoci anche 5 anni dopo “Alien Isolation” e 17 anni dopo “Alien: Out of the Shadows”) e pertanto s’inserisce nella saga in mezzo ai Capolavori di Scott e Cameron (e nel frattempo Ripley e Jones fanno sogni d'oro…).Nell’era post-Prometheus, inizialmente era stato il noto regista Neill Blomkamp (District 9) che nel 2015 aveva scritto “Alien 5” e tutto sembrava dare l’idea che nel 2017 il film sarebbe uscito nelle sale ma, all’improvviso, la 20th Century Fox cancellò la produzione (a causa dell’accavallarsi della produzione di “Alien Covenant”) e la sceneggiatura non fu mai più ripresa successivamente e di questo il regista sudafricano è sempre rimasto molto deluso. La storia di Blomkamp sarebbe entrata in conflitto con il canone della saga in quanto avrebbe avuto come protagonisti il sergente Hicks e un’adulta Newt (entrambi personaggi che conosceremo in “Aliens”) insieme a Ripley.Alvarez, fan della saga, nei primi mesi del 2021, sottopose a Ridley Scott l’idea di un suo “Alien” e il regista inglese fu entusiasta della proposta e si dichiarò pronto a produrre la pellicola. Parallelamente Alvarez chiese a James Cameron se era disposto a fare da consulente (ruolo non accreditato ufficialmente) e il regista americano accettò.Alvarez, dopo molteplici indecisioni, alla fine decise di far svolgere gli eventi in mezzo ai due film-icona della saga, sicuro che con due collaboratori come Scott e Cameron non avrebbe commesso alcun errore di coerenza narrativa, rispettando le due pellicole e il canone.Le cose però non furono così facili ed immediate per il regista:
IRIS FILM FESTIVAL
Festival DirectorFabrizio Fazio Official PresenterElena Rossetto Relationship ManagerAlessandra Pappadà Event CoordinatorMichelangelo Miranda General SecretaryManuela Rossi Location dell'eventoTeatro 7 OffVia Monte Senario, 81a00141 Roma📩 info@irisfilmfestival.it IL SALUTO SUL PALCO AGLI AMICI DI FILMAMO ! 🎬 SELEZIONE UFFICIALE : https://www.irisfilmfestival.it/selezione-ufficiale.html 🎬 ISCRIZIONI E REGOLAMENTO : https://www.irisfilmfestival.it/iscrizioni.html
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA 23ESIMA EDIZIONE DELRIFF AWARDS – ROME INDIPENDENT FESTIVAL.
Il programma del festival è reperibile su https://riff.it/il-festival/programma/ Le informazioni sui singoli film sono presenti al seguente indirizzohttps://riff.it/il-festival/film-in-concorso/ Infine ecco l’elenco dei vari eventi legati al festivalhttps://riff.it/il-festival/eventi-masterclass/ Si è tenuta a Roma la conferenza stampa di apertura della 23esima edizione del RIFF Awards – Rome Indipendent Festival del quale Filmamo è partner.Il festival si svolgerà dal dal 15 al 22 novembre presso il Nuovo cinema Aquila.In totale avremo 80 titoli, selezionati tra gli oltre 2000 arrivati agli organizzatori della manifestazione, divisi in 13 sezioni.Molti gli autori presenti alla conferenza che hanno permesso di illustrare brevemente alcune delle opere presenti, focalizzandosi sopratttutto su quelle italiane. Feature film festival.Per questa sezione sono state scelti come sempre esordi oppure opere seconde.Tre regole infallibili di Marco Gianfreda sabato 16 novembre alle 19e30.Settimo grado di Massimo Cappelli, sempre sabato 16 novembre alle 22. Un thriller che nasce dalla voglia di provare a raccontare una storia ambientata in un unico ambiente.Ambientazione unica anche per l’autoprodotto Di noi 4 di Emanuele Gaetano Forte. Stavolta si tratta di un’opera seconda che, partendo da un’esperienza autobiografica, racconta di due coppie che vorrebbero dei figli ma si rendono conto di non poterselo permettere economicamente.National documentary competitionRenzo Chiesa, Chiesa Renzo, il 16 novembre alle 18; ritratto di uno dei più famosi fotografi della musica italiana, autore ad esempio dell’iconica copertina di Dalla (1980). The Erasmus generation di Vincent Imperato il 21 novembre alle 18e45, sull’omonimo programma di studio all’estero.Non chiudete quella porta di Francesco Banesta e Matteo Vicentini Ognani, il 20 novembre alle 20; dedicato al mercato romano di Porta Portese.Infine Arcadia America di Raffaele Manco, il 17 novembre alle 18.Un viaggio in 10 stati degli USA, compiuto partendo dal 2017 nel quale, come ha dichiarato il regista, “più viaggiavo più mi sembrava di andare indietro nel tempo”. Documentariff (International documentary