Povere creature, da oggi sarà il cavallo di battaglia di Emma Stone. Un Oscar stra meritato per l'interpretazione di un personaggio per nulla facile. Una creatura estremamente affascinante Bella, la paladina delle donne, che ci mostra ciò che noi tutte dovremmo essere, la rappresentazione fedele della libertà, dell'emancipazione femminile, di potenza e controllo della propria mente e corpo, o per dirla in parole povere…Il girl power in tutta la sua gloria!Una storia che ci mostra quello che accade se una donna è conscia di questo potere e asseconda i propri desideri senza preoccuparsi di quello che la società avrebbe da ridire. Andando nel tecnico, ho personalmente trovato tutta l'atmosfera molto Burtoniana, un contesto ottocentesco vittoriano e gotico, senza le tinte dark che Lanthimos sostituisce con un trionfo di colori pastello, costumi stra esagerati barocco style. Non mi vorrei soffermare troppo sulla trama, anche perchè ho notato che è uno dei film attualmente più recensiti di Filmamo, quindi non racconterei nulla di nuovo. A colpirmi non è stato tanto il film in se, quanto il lavoro del cast, in particolare Emma Stone e Mark Ruffalo, che hanno attuato un piccolo makeover alla loro filmografia scegliendo personaggi che lavorano su corde diverse da quelli interpretati fino ad ora. Quando c'è alchimia, il successo è assicurato e la coppia Stone/Ruffalo ha fatto decisamente centro.Il film in se mi ha deluso un pò, forse avevo aspettative troppo alte, “colpa” della visione post Oscar, dove chiaramente la pellicola è stata nuovamente pompata ed etichettata come un moderno capolavoro, quando il vero capolavoro è senza dubbio la sua protagonista. L'idea iniziale e che guida tutto il film, finisce inevitabilmente per lasciare spazio ad un finale binale e scontato. Tanta campagna a favore dell'anticonformismo si spompa pian piano lasciando spazio ad un esito convenzionale terra terra, UnLeggi tutto
Come si può descrivere un'esperienza come la visione di Povere creature! Chiaramente è un film in cui il marchio di fabbrica di Lanthimos è ben evidente, ma è completamente diverso da ogni altra sua pellicola. Spiazzante e coraggioso sono i due aggettivi che vengono in mente per primi. Tutto parte dalla regia, perfetta nel creare mondi e nello spiare i suoi personaggi. La cinepresa di Lanthimos lavora in modo chirurgico aggirandosi in ambienti straninanti e creando atmosfere via via diverse sempre specchio degli stati d'animo della protagonista. Una grande mano è data dalla bella fotografia e dalle impressionanti scenografie. Giganteggia Emma Stone nel ruolo di una carriera, che le permette di interpretare tutte le età della vita in un solo personaggio. Incredibile interpretazione più fisica nella prima parte e sempre più intensa col procedere del film. Ottimi comprimari Willem Dafoe, ormai una sicurezza nei ruoli freak e Mark Ruffalo guascone d'altri tempi. Certo manca un po' di anima nella sceneggiatura. Lanthimos parla di scienza, di evoluzione, di morte, di sfruttamento, di democrazia, di libertà, di emancipazione, forse troppo per un solo film che alla fine dà limpressione di essere un magnifico esercizio di stile, non completamente ispirato. Si scompone un po' troppo negli episodi anche se il filo conduttore di un candide funziona. Leone d'oro all'ultima Mostra di Venezia e arrivato in sala dopo tutta questa attesa è un buon film, di quelli che entrano sottopelle, che stimolano il cervello, ma che alla fine non arrivano al cuore. Nessuno nega che vorremmo più film coraggiosi, ma La favorita resta il suo film più compiuto.Leggi tutto
Mi allineo alla media dei giudizi apparsi finora su filmamo, ma aggiungo un mio giudizio, che sarebbe favorevole ad un voto anche più alto. Per due considerazioni, l'una sulla storia e l'altra sull'ambientazione. Per me la storia è quella della maturazione del cervello di un neonato sul corpo di un adulto. L'adulto ha tutte le pulsioni degli adulti, il cervello cerca di adeguarsi. In altre parole, i sentimenti si allineano al cervello, non c'è una predominio della ragione sulle passioni. In altre parole ancora, diventare a pieno titolo adulti non significa dover mortificare i sentimenti, ma significa riuscire a gestirli insieme all'intelletto. Non siamo (menomale) in presenza di un trattato di psicologia evolutiva, e ci sono delle esagerazioni probabilmente su alcuni tratti della maturazione (la sessualità) a scapito di altri, ma per me il messaggio complessivo è chiaro: la conquista della maturità è l'equilibrio della persona. Quanto all'ambientazione, essa è folle tanto quanto è folle la storia, nel senso che finora (menomale) i trapianti prefigurati dal film non sono mai accaduti. Non conosco il romanzo da cui la sceneggiatura è stata tratta, ma ho trovato assolutamente logico accompagnare una storia folle da una ambientazione altrettanto inventata, in posti che con quei nomi certamente esistono, ma non sono mai stati come nel film si vedono. Capisco anche le motivazioni dei giudizi più critici del mio sul film, condivido pienamente il giudizio più che positivo sull'interpretazione di Emma Stone, ma concludendo devo dire che questo film non solo li ha divertito per la sua logica follia, ma che probabilmente tanto diverso non lo si poteva fare.Leggi tutto
Forse Povere creature è una provocazione.Ma procediamo con ordine.Per la prima volta Yorgos Lanthimos trasporta sullo schermo un romanzo, nel caso specifico l’omonimo libro di Alasdair Gray.Per farlo decide di affidarsi ad una messa in scena fortemente teatrale; scenografie ricostruite in studio con fondali dipinti ed uso massiccio della computer grafica sullo sfondo dei quali i suoi attori parlano e straparlano in dialoghi spesso sfiancanti mentre l’azione latita completamente ed i concetti vengono enunciati piuttosto che messi in scena.Le ambientazioni sono steampunk e rimandano ad un’ideale età vittoriana ed il tutto sembra un mix tra le scenografie posticce di Annette di Leos Carax e le tavole di Moebius.Per il resto siamo dinanzi ad una variazione della storia di Frankenstein, mentre la creazione del “mostro” è una chiara citazione da Metropolis di Fritz Lang.Il cinema entra in scena sotto forma di continui grandangoli e fish-eye che Lanthimos piazza ogni 3x2 mentre alterna il colore al bianco e nero.Della messa in scena rigorosa, geometrica ed asettica dei precedenti film non resta traccia alcuna.Il regista sembra piuttosto affidarsi ai suoi attori lasciandoli liberi di strafare con una recitazione perennemente sopra le righe che, anch’essa, ha poco a che fare con le sue precedenti prove.Emma Stone, nel ruolo di Bella Baxter sembra essere quella che si diverte di più ma non da meno è Mark Ruffalo nella parte di Duncan.Più defilati Ramy Youssef, alias Max, promesso sposo di Bella e soprattutto Willem Dafoe che interpreta il Dottor Godwin, ovvero God, il dio creatore di Bella e che è l’unico che non carica di accenti grotteschi il suo personaggio evitando di lasciarsi andare troppo.Anche le tre città attraversate da Bella e Duncan nel loro viaggio lasciano alquanto a desiderare con Parigi che si riduce ad una piazza con la neve.Ancora peggio la parentesi ambientata aLeggi tutto
La narrazione pone Bella in diverse situazioni e ciò evidenzia il suo sguardo anche tramite la posizione sociale che “ricopre” in quel momento. Il suo viaggio e percorso è di maturazione sia sessuale che culturale ed anche di comprensione verso un mondo pieno di contraddizioni e di una morale costruita.Lanthimos non da facili scappatoie nel film, di fatto Bella proverà tutte le esperienze possibili ma non sarà affascinata ne dalla politica, dalla società, dai vari contesti non a caso troverà il suo paradiso, il suo Eden proprio in casa con quel finale molto interessante dove Bella, dopo tutto il lungo viaggio, si crea, per l'appunto, il suo paradiso domestico, rifiutando il mondo ma cercando di migliorarlo a suo modo compiendo il ribaltamento totale visto all'inizio.Bella non è più la ragazza controllata ma è lei stessa la creatrice, un po' come in Frankenhooker la figura femminile prende il controllo.Il film non a caso cita diverse volte il film di Henenlotter anche visivamente, ad esempio la scena di Bella durante l'operazione e lo stesso finale concettualmente lo ricorda.Finale bellissimo e riuscito anche perchè Bella precedentemente disconosce alcune azioni commesse da "suo padre" God ma lei effettuerà tali azioni dunque da una parte si confina nel suo Eden domestico con la meravigliosa inquadratura del giardino come a dire che può essere se stessa soltanto li perchè la società la rifiuta e lei stessa rifiuta la società ma allo stesso modo atteggiamento positivo nel voler cambiare in meglio il mondo sarà "rivisto".Bella probabilmente vorrà lo stesso cambiarlo ma effettuando azioni che lei stessa precedentemente criticava dunque un altro step e una vena di pessimismo che Lanthimos inserisce come sempre nei finali dei suoi film che riflette l'aspetto, la posizione sociale.Come soprascritto il concetto di controllo, di chi ha potere su chi, è un concettoLeggi tutto
Un'idea geniale che avrebbe potuto dare vita ad un capolavoro. Ne e' venuto fuori un buon film con un' interpretazione eccezzionale della Stone, una delle mie attrici preferite. Posso dire che la potenza femminile e l'influenza che le donne hanno sugli uomini - nel bene e nel male - e' cio' che viene piu' fuori in questo film. E di cio' me ne rallegro.Leggi tutto
Dopo essersi annegata per sfuggire al marito violento, una donna si fa sostituire il cervello con quello del suo bambino non ancora nato con l'aiuto di uno scienziato eccentrico.
Curiosità
Leone d'oro al miglior film alla Mostra del Cinema di Venezia 2023