Abdallah e Jehad sono due dei fondatori del Gaza Parktour and free running.Il primo da tempo vive in Italia e si sta preparando per una competizione internazionale nel tentativo di coronare il suo sogno di diventare un atleta professionista.Il secondo invece è rimasto a Gaza, dove prosegue le attività del gruppo sognando anche lui un futuro altrove. 1) One more jump attraverso la storia di Abdallah offre una testimonianza della difficile situazione degli immigrati in Italia.2) One more jump è una rara e preziosa testimonianza della vita nella striscia di Gaza e, comunque la si pensi sulla delicata situazione del popolo palestinese, queste immagini danno i brividi ed è impossibile rimanere indifferenti.Il secondo film di Emanuele Gerosa si muove lungo queste due coordinate ribadendo, ancora una volta, l’ottimo stato di salute del quale gode il cinema documentario italiano e la bravura dei nostri registi in questo campo.La parte più interessante di quest’opera riguarda, ovviamente, la testimonianza della vita quotidiana nella striscia di Gaza, porzione di mondo della quale, a causa dell’isolamento in cui vive la popolazione, sappiamo pochissimo.Lo spettatore si trova così a fare i conti con una realtà semplicemente agghiacciante.A Gaza tutto appare in rovina, il paesaggio è un susseguirsi di strade non asfaltate e polverose, di case costruite alla meno peggio e crivellate di colpi, un paesaggio ricoperto di spazzatura ovunque e caratterizzato dai manifesti di propaganda che mostrano giovani in lotta contro i carri armati che stridono con la realtà circostante.Nonostante il punto di vista del regista sia chiaro, Gerosa mostra una grande fiducia nella forza delle immagini. Sa che è perfettamente inutile caricarle di messaggi o prese di posizione perché esse parlano da sé.A Gaza manca tutto. Manca la luce che va e che viene, mancano le medicine per curare il padre malato di Jehad, mancaLeggi tutto