Il signore delle formiche

Film - 2022
8,4
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Il signore delle formiche è un film con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco, Anna Caterina Antonacci Cast completo. Regia di Gianni Amelio. Titolo originale Il signore delle formiche, durata 130 minuti. Generi Dramma, Storia.

recensioni

Recensione di  Emiliano Baglio Emiliano Baglio
Il signore delle formicheUna carezza nei confronti di Aldo Braibanti, un uomo che ha sofferto troppo nella sua vita. Ne Il signore delle formiche, per quanto possa sembrare assurdo, manca quasi completamente “il caso Braibanti”.Del dibattito intellettuale e politico che accompagnò il processo per plagio cui fu sottoposto Aldo Braibanti (interpretato nel film da Luigi Lo Cascio) non c’è quasi traccia.Ne sopravvivono delle schegge.La più importante è rappresentata dal personaggio, fittizio di Ennio (Elio Germano) che nella pellicola interpreta un giovane cronista de L’Unità al quale, per caso, viene assegnata la cronaca giudiziaria del caso e che finisce per appassionarsi alla vicenda.L’impressione è che la figura di Ennio serva più che altro a Gianni Amelio per polemizzare aspramente con l’atteggiamento tenuto all’epoca dal Partito Comunista ed al tempo stesso costruire un parallelismo con quello che è oggi il destino dei cosiddetti “diritti civili” in Italia.Per il resto di tutto il fermento che accompagnò quel processo e che culminerà poi nel 1981 con l’abolizione del reato di plagio, rimangono un paio di sequenze anche svogliate di un paio di manifestazioni organizzate da Graziella (Sara Serraiocco), cugina di Ennio, fuori dal tribunale dove si tiene il processo e pochi secondi del volto di Emma Bonino (che all’epoca dei fatti ancora non faceva politica) come omaggio a Marco Pannella e al Partito Radicale che fu l’unico partito a schierarsi a difesa di Braibanti.Appare evidente come a Gianni Amelio non interessi fare un film sul caso Braibanti o su quel processo ma che sia altro ciò che gli sta a cuore.Come si addice ad ogni opera d’arte di finzione, anche Il signore delle formiche, insomma, tradisce giustamente la realtà storica e propone un proprio punto di vista che è tanto di forma quanto di sostanza.Per dirla altrimenti la forza dirompente e la dimensione di Leggi tutto
Recensione di  Diego Cineriflessi Diego Cineriflessi
Come sempre quello di Amelio è un cinema rigoroso che lascia parlare le storie e come in questo caso la Storia. Il privato, addirittura una storia d'amore si fa politica, senza mai concedere nulla al sentimentalismo anche perché ad essere sinceri il protagonista non fa nulla per risultare simpatico.È la storia vera di un insegnante intellettuale apertamente omosessuale nell'Italia degli anni Sessanta che viene accusato di plagio ai danni di un suo giovane studente. Fu contestato il reato di plagio perché nel codice penale italiano, ancora di derivazione fascista, la parola omosessualità non era contemplata. All'epoca fu un caso che smosse l'opinione pubblica e visto oggi permette di comprendere quanti siano importanti i diritti.Il signore delle formiche è un film fortemente politico che parte con una struttura classica, nonostante diversi sbalzi temporali, per chiudersi nella seconda parte in un'aula giudiziaria con un processo che diventa pretesto per i monologhi dei protagonisti. La cinepresa si fa sempre più statica, sempre più ferma sui protagonisti che sono fermi sulle loro posizioni.Scritti molto bene i personaggi secondari a partire dal giornalista che si prende a cuore la causa interpretato da un insolitamente misurato Germano e la mamma orgogliosa e decisa che Amelio riprende nel suo uscire dal tribunale con grande dignità e forza. Forse la scena più riuscita del film. Molto bravi i protagonisti con un Lo Cascio ispirato e convincente e un giovane esordiente come Leonardo Maltese che travolge.In concorso a Venezia e subito in sala Il Signore delle formiche è un bel film necessario e potente. Forse troppo classico, forse non troppo freddo, forse troppo cerebrale, ma da vedere perché amarlo non è difficile. Leggi tutto

trama

Alla fine degli anni 60 si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione con l'accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché "guarisse" da quell'influsso "diabolico". Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i "diversi" di ogni genere, i fuorilegge della norma. Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all'imputato, prendono corpo i famigliari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un'opinione pubblica per lo più distratta o indifferente. Solo un giornalista s'impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.

trailer

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