Confessione: mi sono innamorato del cinema dopo aver visto per la prima volta Lezioni di piano. È quindi ovvio che quando arriva sul grande schermo una nuova e rara fatica di Jane Campion le mie attese siamo altissime sopratutto se accompagnate da un premio della regia a Venezia e recensioni buone dei critici. Quindi?Il potere del cane, è un buonissimo film, in cui Jane Campion si autocita, titilla gli spettatori e mette in mostra le sue incredibili doti di regista delle suggestioni. Nessun suono, nessuna ombra, nessun silenzio è girato a caso. Tutto ciò che a prima vista può sembrare solo bello esteticamente nel cinema della Campion ha sempre un forte significato. (L'ombra di George durante il disvelamento dei suoi progetti matrimoniali a Phil ne è un esempio). Qui non mancano straordinarie scene madri come la prima notte di nozze che diventa un potente mix di tensione e sofferenza, oppure la scoperta del luogo segreto di Phil. Cinema altissimo, sempre in bilico tra rudezza e sensualità, un eros e thanatos nel west.La Campion tiene in tensione lo spettatore, gli costruisce momenti in cui sembra che tutto si stia per rompere ed invece le emozioni vengono soffocate, represse, come il protagonista. Sono fuochi che vengono spenti quasi in modo inaspettato. Lasciandoci in sospeso e pronti per un nuovo capitolo.Il potere del cane infatti mantiene la struttura a capitoli tipica dei romanzi perché in questo modo ogni volta la regista può ripartire e presentarci il punto di vista di un personaggio diverso senza snaturare lo stile della pellicola e portando avanti la storia grazie agli occhi di chi è maggiormente coinvolto dagli eventi in quel frangente.Il cast in stato di grazia è guidato da un Benedict Chumberbatch sorprendente. Anche grazie alla regia della Campion riesce a dare un'anima triviale fuori dal comuneLeggi tutto
"quando il vestito non fa il monac... ops non fa il film". La Campion ha la capacità di costruire trame mai scontate, dove i ruoli a volte si ribaltano e la vittima fisica non sempre coincide con la vittima psicologica. Anche qui, in ambiente western poco usuale (infatti il territorio di frontiera è funzionale alla messa in scena, ma gli sviluppi non sono canonici per il genere), abbiamo un "dominatore" e dei presunti "martiri", ma quello che vediamo è una tela artefatta, capace di celare la realtà dei fatti. Solo il finale secco e giustamente poco raccontato ci apre gli occhi al senso di quanto visto e la sorpresa e tanta. Classico film capace di mettermi a confronto con la visione, la necessità di trovare risposte, di elaborare un mio pensiero è per me meritorio e anche se durante ho un po' "subito", alla fine il mio giudizio è positivo. Buone le prove attoriali, bella la fotografia, i costumi e la colonna sonora.Leggi tutto
Un ranchero autoritario e carismatico reagisce con beffarda crudeltà quando il fratello porta a casa la nuova moglie e il figlio di lei, finché non accade l'imprevisto.